L’Aquila: “Il governo non ci ascolta”

01 Apr 2011

Carmine Saviano

A due anni dal sisma che ne ha sconvolto le vite, i cittadini de L’Aquila scendono in piazza. Tante iniziative. C’è anche Libertà e Giustizia

Un’emergenza infinita. A due anni dal sisma che ne ha sconvolto le vite, i cittadini de L’Aquila scendono in piazza. Tante iniziative. Si parte sabato 2 aprile, con Diritti e Verità per L’Aquila, un corteo che attraverserà le strade del capoluogo abruzzese. Perché “abbiamo inutilmente atteso che venissero considerate le nostre legittime richieste”. E perché “la ricostruzione del nostro territorio è ancora ferma e non c’è nessuna certezza che vada avanti”. Una mobilitazione promossa e realizzata dal basso. Cittadini e gruppi, come il Comitato L’Aquila 2 aprile. Che hanno trovato l’appoggio di associazioni come Libertà e Giustizia, Articolo 21 e il Popolo Viola.

L’inerzia del governo. Tra gli obiettivi della manifestazione: spingere “il governo e le istituzioni a superare la propria inerzia angosciante e lavorare per promuovere tutte le iniziative promosse dai cittadini e dai comitati”. E ancora: il comitato auspica che “il governo riveda la destinazione dei fondi destinati ad opere infrastrutturali faraoniche quanto non urgenti come Tav e Ponte sullo Stretto di Messina per destinarli alla ricostruzione”. Poi una critica al mancato election day, una decisione “assurda, che ha fatto perdere 300 milioni di euro dei contribuenti italiani”.

“No alle figuranti”. Oltre al corteo di sabato – alle 14 da Fontana Luminosa – il 5 e 6 aprile si svolgeranno le commemorazioni per le vittime del sisma. E l’8 aprile il Comitato sarà presente alla prima udienza del processo a carico della Commissione Grandi Rischi, imputata per la sottovalutazione dell’allerta sisma nei giorni precedenti la tragedia del 2009. Tra le adesioni, quella di Articolo 21: “A due anni dal terremoto vogliamo che si riaccendano i riflettori, si rompa il muro del silenzio sulla mancata ricostruzione. Vogliamo un’informazione costante e puntuale che illumini i volti e dia eco alle voci, non quelle di figuranti pagati per recitare un copione ma alle donne e agli uomini che chiedono verità e giustizia”.

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