Ha destato stupore, almeno nelle discussioni dei social network, la frase pronunciata da Massimo D’Alema nel corso della trasmissione Anno Zero di giovedì 17 marzo. A margine della discussione sulla riforma della giustizia proposta dal governo, D’Alema dice: “In Parlamento non ci sono più politici, oggi in Parlamento c’è la società civile“. (Qui il link alla puntata, la dichiarazione è nell’intervento che parte a 1:24:15). Sembra quasi che la politica voglia mettere in conto alla società civile il discastro di questo parlamento di nominati, tra i quali ci sono sì persone che vengono dai partiti, ma anche cittadini scelti dai partiti e che non hanno esperienza di politica né hanno mai militato nella società civile. Un conto è l’esperienza di Giovanni Bachelet, un conto quella di Massimo Calearo che viene dalla Confindustria e non è certo stato scelto per la sua militanza nel mondo del volontariato o dell’associazionismo.
Sono quasi le 23, e a un’ora e mezza dall’inizio della trasmissione, quando si è parlato della riforma della giustizia proposta dal governo Berlusconi, il procuratore aggiunto di Palermo Ingroia, al centro della discussione anche per aver partecipato a Roma alla manifestazione a difesa della Costituzione, intervenendo dal palco, si difende: “la mia presenza – dice – è stata dettata dal fatto che questa riforma smantella la Costituzione”. “Questa riforma insomma – è la sintesi di Santoro – mette al riparo i politici dal controllo di legalità”.
A quel punto, interviene D’Alema, presidente di ItalianiEuropei. “Il Parlamento sta in piedi per la buona volontà di qualche deputato che con notevole senso d’umorismo si definisce responsabile e dovremmo fare una riforma costituzionale di questa portata?…. Lasciamo stare i politici, che non ci sono più, perché i partiti non formano più…. in parlamento c’è la società civile. C’è un’enorme quantità di magistrati – tra l’altro il gruppo che comprende il maggior numero di magistrati è quello del Popolo della libertà, ci sono imprenditori….” Interviene Santoro: “I politici di professione non ci sono più insomma”. “Non ci sono più – riprende D’Alema – e ho l’impressione che si comincerà a rimpiangerli. Abbiamo una situazione estremamente confusa, situazione economnica disastrata, disoccupazione giovanile al 19 per cento e in questa situazione pensiamo di aprire una guerra di religione senza esito, invece di affrontare i problemi del paese … “.
Twitter, il social network, che segue in diretta la trasmissione s’infiamma (leggi qui): “Magari, fosse così”, dice qualcuno; “D’Alema, hai preso il solito abbaglio”. I commenti si affastellano.
Cosa s’intende per società civile? Un equivoco di fondo porta di solito a ritenere che società civile sia l’insieme dei singoli cittadini. LeG ne ha parlato di recente a Firenze, nel convegno sul Berlusconismo, dove Sandra Bonsanti ha lanciato l’invito a ripartire proprio dalla società civile.
Troppo spesso, invece, i politici usano l’espressione “società civile” in modo del tutto improprio, per significare quello che non è la società politica, cioè qualsiaisi persona o cosa che si muove nella SOCIETA’ (non nella società civile che è tutt’altra cosa). A volte, poi, quando i politici parlano di società civile aggiungono “cosiddetta”, come se nella realtà dei fatti la società di cui parlano non fosse davvero così civile.
Paul Ginsborg, in un volume di qualche tempo fa, La democrazia che non c’è, (Einaudi, 2006, pp.61-3) ha definito il significato di questa espressione, sulla quale la letteratura storica e politica è comunque ampia.
L’espressione società civile è usata oggi più frequentemente in senso lato, ad indicare tanto uno spazio analitico che una prassi associazionistica:
1. Nella prima accezione (spazio analitico), la società civile è molto spesso descritta come una vasta area intermedia tra la sfera privata, l’economia e lo stato. Si pone in relazione con il governo, le imprese, la vita familiare, restandone però distinta.
2.Nella seconda accezione (prassi associazionistica), la società civile è caratterizzata da una miriade di organizzazioni spontanee che si formano e si sciolgono autonomamente, circoli, club, reti di base, movimenti e iniziative analoghe. Alcune acquisiscono grande stabilità e forza, come nel caso di Amnesty International. Altre, la maggioranza, possono aver vita assai più breve, nate a livello locale in un momento di entusiasmo e mobilitazione generale ma destinate ben presto a scomparire.
Tuttavia non si può definire la società civile esclusivamente in questi termini [ cioè 1 e 2] di spazio analitico e prassi associazionistica.
3. L’espressione ha anche un forte contenuto NORMATIVO, benché la natura esatta di quest’ultimo sia destinata a mutare da una generazione all’altra. In termini contemporanei si possono attribuire alla società civile un certo numero di ambizioni specifiche: promuove la diffusione piuttosto che la concentrazione del potere, indica mezzi pacifici anziché violenti, agisce per la parità di genere e l’equità sociale, costruisce solidarietà orizzontali piuttosto che verticali, incoraggia la tolleranza, il dibattito e l’autonomia di giudizio anziché il conformismo e l’obbedienza. In termini di obiettivi e modalità di comportamento, il politologo Robert Putnam ha adottato un’utile distinzione tra gruppi orientati a “gettare ponti” verso l’esterno (bridging) e gruppi più interessati a rafforzare i legami al proprio interno (bonding).
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[2] R. Putnam, Bowling Alone. The Collapse and Revival of American Community, New York: Simon and Schuster, 2000, pp.21ff. (trad. it. .).
Intransigenza: non ho sentito né il sig. D’Alema né il sig. Formigoni perché non ascolto da anni le emissioni tele italiane. E non vedo perché farlo. Il punto è basta ascoltare la dotta, furba, intelligente dialettica di cui MDA si compiace. Perché? Perché io sono la società della civiltà e a questi concettismi brindisini che sottendono l’eterno autoreferenziale giudizio di MDA, io la so lunga, vi dico che sono io il politico che sa come si fa la politica, datemi retta, io vi capisco ma c’è modo e moda, lo so che volete la piazza, vedremo bicameraleremo, niente steccati , siamo tutti cattolici, ma, no, basta. Costantinopoli brucia e i dotti discutono sul sesso degli angeli. Via via, via via andate via da me. Mi manca l’aria.
p.s. formichino non si regge in assoluto peraltro. Con quale autorità scientifica parla di Libia. E Santoro che continua a far parlare lor signori senza riuscire a denudarne la vergogna. Rende loro un servizio pubblicitario, ma anche lui è troppo narcisista per rendersene conto. Bisogna passare a non invitare, non dire, non far partecipare a niente. Mia opinione
Brevemente,poichè il personaggio in questione non merita che gli venga dedicata troppa attenzione,vorrei potergli dire:magari!Magari quelli che lui considera “veri politici”se ne andassero da dove sono venuti, cioè dal nulla.Questi personaggi che sono stati un danno per il Paese,che hanno accondisceso alle malefatte di Berlusconi,lui sì non politicante di professione,ma che anzi li ha sempre criticati i professionisti della politica dei quali, conoscendone i vizi e i difetti,si è servito per fare i propri comodi.Magari se ne andassero questi”veri politici” che si sono arricchiti subdolamente alle spalle di chi un briciolo di fiducia gli aveva concesso.Loro che proprio ieri,17 marzo,avrebbero dovuto vergognarsi al pensiero dei vecchi patriottici politici che,nell’epoca risorgimentale,si pagavano gli spostamenti di tasca propria.Magari se ne andassero questi “veri politici”che sembrano diventati dei modelli per la moda,che sembrano uscire da una boutique,vanitosi,vanesi e narcisisti come pochi al di fuori della politica sanno essere.Sarebbe meraviglioso poter cancellare con un colpo di spugna tutto il gruppone che ha saputo fin’ora sopravvivere sfruttando l’arma dell’ipocrisia e della falsa retorica,sapendo di aver stancato ma non avendo l’onestà di andarsene.Ipocrisia che anche Adriano Celentano ha citato nel suo commento al nucleare riferendosi soprattutto a Casini e Berlusconi.Aria fresca,gente nuova,ecco di cosa avremmo bisogno.Sarebbe sufficiente sostituirli a questi “veri politici”e avremmo risolto una buona parte dei nostri problemi.Brevemente,per fortuna che volevo essere breve.
ho partecipato alla notte tricolore di Torino. E li ho visto la società civile, i cittadini che , nonostante l’acqua inclemente , erano presenti .Essere presenti per affermare i propri diritti ,la certezza della legalità, pur nel rispetto dei propri doveri. E anche gente,di diverse classi sociali, felice di esserci. Ecco questo è un segnale per il PD .
Vorrei ricordare al sig. D’ ALEMA che la società civile in parlamento c’ è da quando è nata la repubblica, solo che una volta i nostri politici si vergognavano e facevano le stesse cose di oggi ma cercando di restare nascosti il più possibile ( la storia sono corsi e ricorsi ). Poi proprio da lei che viene dal gruppo dirigente del P.C.I ( vedi che fine ha fatto ) ed ora è nel gruppo dirigente PD ( speriamo non si ripeti la storia P.C.I. ) vengono certe prediche. Poi vorrei chiederle se non è stato in grado di dirigere il vecchio partito come dirigerà quello nuovo? Ora ha capito perchè vincerà ancora il PDL, con vecchi e perdenti non si vincono le guerre.
Si tratta di un refuso : in parlamento (volutamente minuscolo) siede oggi la società INcivile.
D’Alema è il politico che ha regalato a Berlusconi il potere di avere tre rewti tv e il privilegio di poter anche andare in Parlamento. D’Alema è uno dei più inciucisti a favore di Berlusconi. Dovrebbe sparire dal Parlamento, in coppia con Berlusconi
è inutile scatenarsi con questo o quel sb, tanto cme prendersela con questo o quel suo complice diretto o indiretto come d’alema è e cosi tntissimi altri…non siamo mai stati un paese indipendente e ognuno ricatta l’altro, sia all’interno del paese, sia dall’esterno( vicenda libica , uan per tutet a dimostrarlo)
capisco che la “società civile ” non ha maipreso le distanze, troppi inciuci di molti movimenti con il partito “pd” degli intoccabili e tante tante incoerenze ( addirittura di intellettuali che si scatenano appena li poni difronte alla bestialita di pubblicare per gli utili del papi) ,
il tutto ovviamente ben nascosto da finte critiche,mosse da questa oquella società civile , di cui ” il partito” ha concesso perfettamente che ci fosse il gioco delle parti, per lo status quo e la conferma dipotere necessaria ..
la società civile non si è mai unita per fare l’unica cosa che doveva fare: raccontare in lungo e largo agli italiani come erano andate in realtà le cose, dalla lunga notte del ’43 alla fine della prima repubblica, e alla restaurazione della stessa nell’ultimo ventennio
non essendosi sviluppata quindi con uan sua autonomia, struttura, asset, uomini, calsse dirigente e piano delle azioni o dell’impresa cvile, per raccontare ogni verità nascosta, facendolo in modo popolare , senza palchi e piazze e autocelebrazioni, “la società civile” diventa ed è terra di nessuno di cui si può bellamente appropriare , nei rapporti di forza ( e di scranno e di caste) il primo africone di turno (veltroni9 o il primo leader maximo o il primo bertinotto …ergo tutti i complici dello stato della commedia dell’arte e la tragedia shakespeariana del nostro baratro
la societa civile è un po’ come il pd che all’alba del 2011 , dopo ogni schiefezza dalla somalia al kossovo all’afghanistan, approva le sue basi per onorare ilvecchio e caro trattato atlantico …nulla che lo fa distinguere nemmeno avvicinandolo almeno alla serietà della germania..
non si alza dal suo scranno allontanandosi anni luce dalle stronzate del passato
la società civile è una parola piena sololaddove si è unita, nel locale con esprienze invisibili oppure nel nazionale quando parla di beni comuni , con i fatti e la pratica vera , di vita attiva come la coesione sull’acqua pubblica…
tale configurazione era possibile per quelle “culturali” nel loro assetto organizzativo come un esercito, sul bene comune della “storia ” da riconsegnare a tutti coloro a cui era stata sottratta ..ma fa comodo a tutti far colpo sul “popolo ” con mezzi facili con cui far presa.
“siamo ridotti così perchè arriviamo da lì e da quelle verità nascoste” nessuno si è organizzato per raccontarlo in modo serio,popolare, e capillare ai milioni di persone, o italiani, forse eprchè gli si sarebbe dovuto raccontare tutte le verità orrende ,ma tutte tutte, comprese quelle fatte dagli intoccabili, colletti bianchi che pesano molto piu delle diatribe su anno zero o ferrara o dalemone o le frgnacce rispetto a chi e cosa ha svuotato il meglio di questo paes, che lo hanno ridotto a vuoto lavoratrivo,economico,culturale ( ovviamente non tangibile alle caste degli intellettuali della fantomatica societa civile)
svuotandolo su ordini internazionali
evitare la privatizzazione e l’occultamento di memoria è stato l’errore imperdonabile di ogni pezzo della societa civile , che ora cornuta e mazziata, si trova pure espropriato il termine “societa civile”,dal primo che passa nel soltio fornetto catodico e senza faccia e senza vergogna , può perfettamente farlo suo..loro hanno una strategia( il loro poltronifico o divanificio a seconda delle mura catodiche o dei corridoi di potrere…la fantomatica societa civile , non ne ha mai avuta una e neanche mezza ,di strategia nada)
Incredibile.
A pochi chilometri da ll’Italia migliaia di uomini, , civili, donne e bambini muoiono sotto le bombe d’un satrapo. In Giappone si sta svolgendo sotto i nostri occhi una tragedia davvero epocale. E qui ci stiamo baloccando sul signor d’alema che è un vero levantino, pronto da sempre a saltare di palo in frasca pur di stare a galla.
Davvero incredibile soprattutto che in Italia ci si rifugi nel guscio nazionale proprio come le bavose lumache. Tutto a vantaggio tra l’altro di questo governicchio che ci campa sulle diatribe stanche e fruste d’una politica che non ha più nulla da dire.
Incredibile ed indecente.
Non è la prima volta che il signor D’Alema si arrocca con motivazioni di questo peso e così poco credibili per giustificare il “cattivo funzionamento” di chi è preposto a governare adducendone la responsabilità(colpa) al fatto che i parlamentari non hanno una provenienza “prettamente di formazione o natura Politoco-partitica(come lui), mentre , venendo in molti dalla “società civile” (meglio definirla classe “incivile”, avendo accolto in essa un certo numero non di eletti e scelti dai cittadini, ma di cooptati, di nominati, di prescelti, in cambio di qualcosa), non costituirebbero, purtroppo, il meglio della SOCIETA’ CIVILE, ma spesso il PEGGIO.
Non sono stati forse gli esponenti di partito come lui che, chiudendo gli occhi e abbassando la schiena, hanno permesso al sig. Berlusconi di entrare in politica dimenticando il rispetto di quella legge che venne fatta per scongiurare l’ingresso in politica di un certo Enrico Mattei, presidente dell’ENI, e beneficiario di concessioni statali , che non è stata mai applicata e fatta rispettare per il Pdc?
Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957, n 361 e successive modifiche
TITOLO I -Disposizioni Generali
Art. 10
1. Non sono eleggibili inoltre:
1) coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica, che importino l’obbligo di adempimenti specifici, l’osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o la autorizzazione è sottoposta; per essa il pdc non è eleggibile.
Perchè non è stata fatta rispettare?
E l’esperto della politica, D’Alema, dov’era? Che cosa disse in proposito?
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Era il 17 aprile 2006 e sul Blog di Beppe Grillo veniva pubblicata questa lettera:
Pubblico questa lettera di Norberto Lenzi, giudice di Bologna, in un momento molto critico per la democrazia nel nostro Paese.
“ Può sembrare ingenuo e perdente fare del moralismo quando ci si confronta nel campo della politica, che è il regno del pragmatismo. Ma voglio lanciare ugualmente una sfida ai pragmatici chiedendo di verificare che cosa hanno ottenuto rispetto a quello che si sarebbe potuto ottenere con il semplice, rigoroso rispetto delle regole, che è soltanto uno dei tanti aspetti dell’etica.
Un Presidente del Consiglio amante dei paradossi ha chiesto una verifica della legalità delle elezioni. Una cosa che tutti hanno diritto di fare, tranne lui.
Perché sappiamo tutti che Berlusconi non può essere eletto. Lo dice una legge dello Stato (n. 361 del 1957) che prevede la ineleggibilità in Parlamento dei titolari di concessioni pubbliche di rilevante interesse economico. Sappiamo anche che quasi nessuno ha mosso un dito per impedirlo, anzi non se ne parla proprio più.
Eppure fino a qualche tempo fa l’argomento ogni tanto veniva ancora trattato: D’Alema, il 15.9.2000 alla Festa dell’Unità di Bologna aveva dichiarato che “Berlusconi, concessionario dello Stato, era ed è ineleggibile per incompatibilità; la decisione della Giunta per le elezioni è stata una finzione”.
Governava ancora il centrosinistra e il cuore dei legalitari si era aperto alla speranza. Ma quando, qualche mese più tardi, gli è stato chiesto perché non si era risolta la questione, ha incredibilmente risposto “abbiamo rispettato il voto di tanti milioni di italiani”.
Ho detto una volta che quando la Giunta per le elezioni ha interpretato quella legge sostenendo che concessionario delle TV era Confalonieri e non Berlusconi, in un attimo la Patria del diritto si è trasformata nell’Ospizio della idiozia. Quando D’Alema dice che Berlusconi è legittimato dal voto degli italiani deve essere reso consapevole che sta assicurando il profitto della vincita ad un baro.
Se un centometrista- come dice Moretti- parte 20 metri avanti agli altri viene squalificato anche se vince e lo stesso avviene se un atleta viene trovato positivo all’antidoping.
Soltanto nel nostro Paese è stato consentito al titolare del conflitto di interessi di dire di avere fatto lui una legge per risolverlo. Perfino in Thailandia, dove aveva vinto il clone di Berlusconi, la gente è andata in piazza e lo ha costretto a dimettersi.
Ci sono leggi in tutto il mondo che stabiliscono un limite al possesso delle televisioni, ma (dice Giuliano Ferrara) non sempre esistono leggi che stabiliscono che chi possiede una TV non può assumere cariche politiche. Non ci sono perché non servono, perché bastano il buon senso e le regole della democrazia.
E noi dobbiamo ascoltare costui, che possiede tre Tv e fa abusivamente politica da 12 anni usandole come un randello sugli oppositori, quando evoca lo spettro di leggi punitive e di inammissibili vendette? E dobbiamo davvero discutere tra noi se potrebbe essere sufficiente togliergliene una, magari sentendoci anche un po’ in colpa?
Ma con quale spudoratezza si può parlare di punizione quando viene semplicemente e finalmente ripristinata la legalità? Su quello che è successo finora avrei una domanda per i pragmatici: vi siete trovati bene in questi anni in Italia? Cosa avete pensato quando i giornalisti liberi sono stati scacciati dalla TV e Mentana ha detto che si sarebbe incatenato se mandavano via Santoro? Avete sentito rumore di catene mentre intervistava il suo datore di lavoro in campagna elettorale?
E quando quel liberale di Berlusconi si arricchiva con le sue rendite monopolistiche sulla pubblicità, mentre il resto del Paese si impoveriva, non vi siete ricordati di quando un altro liberale (Adam Smith) bollava come infamia i privilegi concessi dalla monarchia inglese alla Compagnia delle Indie per condurre affari anche illeciti restando impunita?
Vi è piaciuto il crescendo di insulti ai giudici, in mezzo al crepitare delle leggi ad personam, culminato negli ultimi epiteti di “indegni” ed “infami”?
Se, come spero, non vi è piaciuto, se ritenete che in fin dei conti quella piccola parte dell’etica che è la legalità può in qualche modo rimediare a questo scempio, lasciate perdere le offerte di collaborazione, mozzate le mani tese che vi avrebbero strangolato se avessero vinto.
Cercate di essere sempre più credibili e magari smettete anche voi di candidare nelle liste elettorali persone con condanne definitive: non è accettabile che chi non potrebbe accedere ad un posto di bidello possa rappresentarci in Parlamento.
E da quando la miglior difesa è la difesa?
La scaletta che propongo sul conflitto di interessi è:
1) Berlusconi non può essere eletto in Parlamento in base alla legge vigente.
Se qualcuno sostenesse (ma vorrei sapere con quali argomenti) che questo è esagerato o, diciamo, non pragmatico, sono disposto a passare al punto
2) La nuova, vera, legge sul conflitto di interessi deve stabilire che nessuno può avere più di una Tv, e al punto
3) Chi ha anche una sola quota in una concessione Tv non può essere eletto in Parlamento.
Tenete conto che i punti 2) e 3) facevano parte del programma dell’Ulivo nel 1996. Coerenza vuole che oggi si rimedi alle incoerenze altrui.
P.S. Ho letto questo intervento in una assemblea davanti ad alcuni parlamentari del centrosinistra. Mi sembrava di essere quel topo che propose di attaccare un campanello alla coda del gatto: molti consensi e pochi proseliti. Perché – mi si è detto – il tema della serata era la costituzione del partito democratico…”. Norberto Lenzi
http://www.beppegrillo.it/magazine/archivio/lasettimana2006-04-24.pdf
Per stasera può bastare; il resto lo riserviamo ad altro intervento.
Il vero problema è definire che cos’è D’Alema
x Davide
è un esecutore di ordini (sovranazionali tanto come sb)….diversamente
burrattini .. piu ricchi di altri( i milioni di noi che hnno provveduto a svuotare)…nell’iperbole più evidente, entrando nelle classifiche degli uomini piu ricchi al mondo,e come prezzo la nostra sovranità sempre piu limitata…stile : se fai il burrattino e distrai le masse con le tue pagliacciate che sai fare molto bene, ti facciamo diventare ricco solo tu e i tuoi allacci,non sgarrare troppo altrimenti ti scateniamo addosso tutti gli assange del pianeta…oppure nel caso piu “povero” , amanti del mare e delle vele,skipper ad elevato tasso di contaminazione, senza potre praticare cosa poteva essere mediterraneo europa.. altro che italiani in europa!
ovviamente l’iperbole della finzione, sembra(deve sembrare) sia solo dell’uomo piu capace, da sempre preso solo come barzellettiere, ma in realtà la finzione grossa come dieci pianeti e piu, è nella storia della funzione subalterna che bipartisan hanno sempre sostenuto le due destre bipartisan ( della dc e del pci ,come ora in unico format pd e pdl)
tale finzione funzione era ed è necessaria a coprire il paese a” libertà” moooooolto vigilata o limitata ,per nulla sovrano ,completamente dipendente( politicamente ed energeticamente)…diversamente guerre fredde via via “evolute” con meccanismi sempre piu sottili soprattutto nel passaggio epocale del mondo da bipolare a multipolare ,in cui l’italia “puttana” per default ha creduto e fatto credere ( nelle sue classi dirigenti bipartisan) di essere libera internamente come all’estero…libera di fare affari con tutti ,ma sempre piu ricattata da tutti ..di atto in atto , patto e ricatto ….nessuno, d’alema in testa così sb o napolitano , ma neanche i cd guru alternativi, racconterà come sono andate e come stanno le cose …gli unici che avevano tentato di farlo ,sono stati eliminati via via nel corso del tempo .
Nel mio paese , il 15 maggio, si vota per il rinnovo del consiglio comunale, si tratta di un paese della Toscana sempre amministrato dal centrosinistra, ad oggi ancora non si e’ presentata nessuna lista o candidato, tutto cio per le liti all’interno del partito di maggioranza, le cui motivazioni non sto qui ad elencare(i dissidi più forti sono su questioni urbanistiche).E’ successo che un gruppo di cittadini sempre attenti alla politica e alla vita della comunità, hanno deciso di dar vita ad un movimento che spronasse i partiti ad uscire dalle proprie stanze per favorire partecipazione e dibattito, per non arrivare a dover accettare soluzioni preconfezionate senza poter minimamente intervenire. Naturalmente dentro ai partiti continuano a litigare e intanto nella “cosiddetta” società civile si fa strada la volonta di impegnarsi in prima persona, non come atto di forza, ma come senso di responsabilita’ per le sorti della propria comunità. Il racconto mi serviva per dire che forse per società civile si puo’ intendere tutti quei cittadini che vogliono esercitere srmpre in prima persona appunto quel diritto di cittadinanza che è fatto di partecipazione e non semplice delega.
Perchè si ignorano,quasi non fossero componenti essenziali della società civile,i movimenti e associazioni sindacali nonchè di volontariato in genere quali forme spontanee, perciò non legate più o meno direttamente a partiti e movimenti politici e ideologici, di aggregazione finalizzate alla tutela di uomini (e donne) e cose non adeguatamente tutelati o non tutelati affatto dallo Stato,tanto meno dalla politica e dagli organismi che operano quali cinghie di trasmissione della medesima (es.fondazioni,sindacati di “fiducia” di partiti e governi con annessi patronati sostenuti dal pubblico erario,etc.) ?.
A parer mio D’Alema intendeva: non ci sono quasi più politici formatisi nel lavoro politico sul territorio, che dopo aver acquisito tanta esperienza, vengono eletti nel parlamento. In questo modo Camera e Senato sarebbero degnamente rappresentate da persone all’altezza del ruolo. I politici oggi vengono scelti in base alla professione nella società e grazie alla notorietà o possibilità di poter spendere una barca di soldi vengono votati. La società civile in senso lato è composta da tutti i cittadini, nel senso più specifico, dai cittadini impegnati in organizzationi non partitiche.