Cosa significa “società civile”?

18 Mar 2011

Nel corso della trasmissione di Annozero D’Alema dice: “In Parlamento non ci sono più politici, oggi in Parlamento c’è la società civile”. Ma cosa s’intende davvero per società civile? Solo il contrario di “società politica”, a giudicare da alcuni politici. La letteratura sul tema, però, dice altro….

Ha destato stupore, almeno nelle discussioni dei social network, la frase pronunciata da Massimo D’Alema nel corso della trasmissione Anno Zero di giovedì 17 marzo. A margine della discussione sulla riforma della giustizia proposta dal governo, D’Alema dice: “In Parlamento non ci sono più politici, oggi in Parlamento c’è la società civile“. (Qui il link alla puntata, la dichiarazione è nell’intervento che parte a 1:24:15). Sembra quasi che la politica voglia mettere in conto alla società civile il discastro di questo parlamento di nominati, tra i quali ci sono sì persone che vengono dai partiti, ma anche cittadini scelti dai partiti e che non hanno esperienza di politica né hanno mai militato nella società civile. Un conto è l’esperienza di Giovanni Bachelet, un conto quella di Massimo Calearo che viene dalla Confindustria e non è certo stato scelto per la sua militanza nel mondo del volontariato o dell’associazionismo.

Sono quasi le 23, e a un’ora e mezza dall’inizio della trasmissione, quando si è parlato della riforma della giustizia proposta dal governo Berlusconi, il procuratore aggiunto di Palermo Ingroia, al centro della discussione anche per aver partecipato a Roma alla manifestazione a difesa della Costituzione, intervenendo dal palco, si difende: “la mia presenza – dice – è stata dettata dal fatto che questa riforma smantella la Costituzione”. “Questa riforma insomma – è la sintesi di Santoro – mette al riparo i politici dal controllo di legalità”.

A quel punto, interviene D’Alema, presidente di ItalianiEuropei. “Il Parlamento sta in piedi per la buona volontà di qualche deputato che con notevole senso d’umorismo si definisce responsabile e dovremmo fare una riforma costituzionale di questa portata?…. Lasciamo stare i politici, che non ci sono più, perché i partiti non formano più…. in parlamento c’è la società civile. C’è un’enorme quantità di magistrati – tra l’altro il gruppo che comprende il maggior numero di magistrati è quello del Popolo della libertà, ci sono imprenditori….” Interviene Santoro: “I politici di professione non ci sono più insomma”. “Non ci sono più – riprende D’Alema – e ho l’impressione che si comincerà a rimpiangerli. Abbiamo una situazione estremamente confusa, situazione economnica disastrata, disoccupazione giovanile al 19 per cento e in questa situazione pensiamo di aprire una guerra di religione senza esito, invece di affrontare i problemi del paese … “.

Twitter, il social network, che segue in diretta la trasmissione s’infiamma (leggi qui): “Magari, fosse così”, dice qualcuno; “D’Alema, hai preso il solito abbaglio”. I commenti si affastellano.

Cosa s’intende per società civile? Un equivoco di fondo porta di solito a ritenere che società civile sia l’insieme dei singoli cittadini. LeG ne ha parlato di recente a Firenze, nel convegno sul Berlusconismo, dove Sandra Bonsanti ha lanciato l’invito a ripartire proprio dalla società civile.

Troppo spesso, invece, i politici usano l’espressione “società civile” in modo del tutto improprio, per significare quello che non è la società politica, cioè qualsiaisi persona o cosa che si muove nella SOCIETA’ (non nella società civile che è tutt’altra cosa). A volte, poi, quando i politici parlano di società civile aggiungono “cosiddetta”, come se nella realtà dei fatti la società di cui parlano non fosse davvero così civile.

Paul Ginsborg, in un volume di qualche tempo fa, La democrazia che non c’è, (Einaudi, 2006, pp.61-3) ha definito il significato di questa espressione, sulla quale la letteratura storica e politica è comunque ampia.

L’espressione  società civile è usata  oggi più frequentemente in senso lato, ad indicare tanto uno spazio analitico che una prassi associazionistica:

1. Nella prima accezione (spazio analitico), la società civile è  molto spesso descritta come una vasta area intermedia tra la sfera privata, l’economia e lo stato. Si pone in relazione con il governo, le imprese, la vita familiare,  restandone però distinta.

2.Nella seconda accezione (prassi associazionistica), la società civile è caratterizzata da una miriade di organizzazioni spontanee  che si formano  e si sciolgono autonomamente,  circoli, club, reti di base, movimenti e iniziative analoghe. Alcune acquisiscono grande stabilità e forza, come nel caso di  Amnesty International. Altre, la maggioranza, possono aver vita assai più breve, nate  a livello locale in un momento di entusiasmo e mobilitazione generale ma destinate ben presto a scomparire.

Tuttavia non si può definire la società civile esclusivamente in questi termini [ cioè 1  e 2] di  spazio analitico e prassi associazionistica.

3. L’espressione ha anche un forte contenuto NORMATIVO, benché la natura esatta di quest’ultimo sia destinata a mutare da una generazione all’altra. In termini contemporanei si possono attribuire alla società civile un certo numero di ambizioni specifiche: promuove la diffusione piuttosto che la concentrazione del potere, indica mezzi pacifici anziché violenti, agisce per la parità di genere e l’equità sociale, costruisce solidarietà orizzontali piuttosto che verticali, incoraggia la tolleranza, il dibattito e l’autonomia di giudizio anziché il conformismo e l’obbedienza. In termini di obiettivi e modalità di comportamento, il politologo Robert Putnam ha adottato un’utile distinzione tra gruppi orientati a “gettare ponti” verso l’esterno (bridging) e gruppi più interessati a rafforzare i legami al proprio interno (bonding).

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[2] R. Putnam, Bowling Alone. The Collapse and Revival of American Community, New York: Simon and Schuster, 2000, pp.21ff. (trad. it. .).

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