Un Paese che non sa custodire il suo Passato, imparando dal meglio che ne fa parte, e facendone piuttosto macerie, rischia di prevedere macerie nel suo futuro.
3 commenti
oggi mia moglie ed io abbiamo messo a sventolare sul balcone di casa nostra la bandiera della Repubblica Italiana, in onore ed in memoria di tutti quei giovani che 150 anni fa diedero la vita per l’Unità d’Italia.
Certo m’indigno quando leggo che i Consiglieri regionali della Lombardia e dell’Emilia Romagna, in quota Lega, sono usciti dalla aule consiliari prima dell’esecuzione dell’Inno di Mameli.
W L’Italia.
“Qualcuno” pieno di progetti e speranze disse”Fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani” – allora-. Non immaginava sicuramente che a 150 il lavoro fosse ancora da compiere, ahimé, per gli uomini di quei tempi ed anche per me.
L’importante in un momento tanto caotico e degradato, è crederci con tutte le forze e lavorarci con impegno. Ognuno nel suo settore: famiglia, scuola, cultura, società e soprattutto politica (così imbrattata o confusa).
Ritengo che ogni grande Paese ha individuato un momento storico per operare una “rivoluzione”, dolorosa, cruenta da cui ripartire per affermare solidi principi di democrazia, coesione tra le varie parti che lo componevano: America, Inghilterra, Francia…
L’Italia non è riuscita ad esporsi fino a tanto, malgrado uomini valorosi e martiri, malgrado atti di eroismo indicibili.
Questo ci manca come Nazione.
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oggi mia moglie ed io abbiamo messo a sventolare sul balcone di casa nostra la bandiera della Repubblica Italiana, in onore ed in memoria di tutti quei giovani che 150 anni fa diedero la vita per l’Unità d’Italia.
Certo m’indigno quando leggo che i Consiglieri regionali della Lombardia e dell’Emilia Romagna, in quota Lega, sono usciti dalla aule consiliari prima dell’esecuzione dell’Inno di Mameli.
W L’Italia.
“Qualcuno” pieno di progetti e speranze disse”Fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani” – allora-. Non immaginava sicuramente che a 150 il lavoro fosse ancora da compiere, ahimé, per gli uomini di quei tempi ed anche per me.
L’importante in un momento tanto caotico e degradato, è crederci con tutte le forze e lavorarci con impegno. Ognuno nel suo settore: famiglia, scuola, cultura, società e soprattutto politica (così imbrattata o confusa).
Ritengo che ogni grande Paese ha individuato un momento storico per operare una “rivoluzione”, dolorosa, cruenta da cui ripartire per affermare solidi principi di democrazia, coesione tra le varie parti che lo componevano: America, Inghilterra, Francia…
L’Italia non è riuscita ad esporsi fino a tanto, malgrado uomini valorosi e martiri, malgrado atti di eroismo indicibili.
Questo ci manca come Nazione.