Giustizia, siamo al golpe

03 Mar 2011

Giovedì 10 marzo si riunisce un Consiglio dei ministri straordinario per varare la riforma costituzionale della Giustizia. Dopo l’attacco alla scuola pubblica, dopo il il continuo scempio della nostra Carta, ora tocca alla Giustizia. Un motivo in più per manifestare in piazza il 12, a difesa della Carta .

Un motivo in più per manifestare sabato 12 marzo, a difesa della Costituzione. Nel corso della riunione dei ministri a Palazzo Chigi si è deciso di fissare per giovedì 10 un Consiglio dei ministri straordinarioper varsre la riforma costituzionale della giustizia. Dopo l’attacco alla scuola pubblica, dopo il il continuo scempio della nostra Carta, ora tocca alla Giustizia.

La decisione è arrivata dopo che il Guardasigilli Angelino Alfano ha riferito sugli aggiornamenti fatti al ddl di riforma costituzionale nel corso di incontri avuti sia con la Lega sia con i ‘tecnici’ della giustizia del Pdl riuniti ieri alla Camera. Separazione delle carriere di giudici e Pm; Csm diviso in due (uno per i Pm l’altro per i giudici); Alta Corte di disciplina esterna a Palazzo dei Marescialli; principio di responsabilità dei magistrati in Costituzione; inappellabilità delle sentenze di assoluzione: questi i capisaldi della riforma confermati nel corso delle riunioni di questa settimana. Rispetto a ipotesi più radicali circolate negli ultimi giorni, il Guardasigilli ha ieri assicurato che su alcuni punti non si interverrà con mano pesante: l’obbligatorietà dell’azione penale resterà (“non c’è alcuna possibilità che l’articolo 112 della Costituzione sia cancellato”) anche se – ha aggiunto – “stiamo valutando se intervenire con legge ordinaria per regolamentarne le modalità”; nessun intervento sulla Corte Costituzionale o su eventuali maggioranze qualificate cui aveva fatto riferimento lo stesso premier Berlusconi per dichiarare l’illegittimità di una legge (“non se ne è parlato e – ha specificato Alfano – non faceva parte della mia relazione”). Infine, niente presidenza del Csm dei Pm affidata al ministro della Giustizia (“da parte mia questa è un’ipotesi esclusa”) ma la possibilità che questa vada al Procuratore generale della Cassazione o al Presidente della Repubblica, oppure a un procuratore generale ‘ad hoc’ votato dal Parlamento. Alcuni nodi devono essere ancora definitivamente sciolti prima del Cdm della prossima settimana. Le diverse ipotesi in campo che per Alfano “hanno tutte diritto di cittadinanza” riguardano in particolare la composizione dei due Csm (un terzo ‘togati’ e due terzi ‘laici’ oppure metà e metà?) e la maggiore partecipazione del popolo all’amministrazione della giustizia richiesta dalla Lega. Su quest’ultimo punto si sta valutando la modifica dell’art. 106 della Costituzione in modo da prevedere la nomina elettiva di magistrati onorari alle funzioni di pm, ma anche l’eventuale elezione dei capi degli uffici giudiziari, sempre per andare incontro alle richieste del Carroccio.

Tra l’altro, con la proposta di legge presentata dal Pdl sulla riforma della giustizia, arriva anche la «prescrizione breve». Il giudice, in presenza di un imputato incensurato o che abbia superato i 65 anni di età, è obbligato ad applicare sempre e comunque le attenuanti generiche, il che ha come conseguenza la riduzione dei tempi di prescrizione del reato. È questa una delle norme contenute nella proposta di legge presentata alla Camera da Luigi Vitali (Pdl). Le attenuanti, poi, dovranno sempre considerarsi prevalenti rispetto alle aggravanti quando «per effetto della diminuzione della pena, il reato risulti estinto per prescrizione». Il giudice (anche se si fosse nella fase delle indagini preliminari) dovrà pronunciare in camera di consiglio una «sentenza inappellabile di non doversi procedere».

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