Una sera della settimana scorsa, a Gerusalemme, un giornalista italiano mi ha comunicato che era arrivata in Italia una nota di agenzia dove si diceva che nella conferenza stampa del mattino avrei detto che Berlusconi era come Hitler, e già alcuni autorevoli rappresentanti della maggioranza avevano rilasciato dichiarazioni su questa mia “delirante” dichiarazione, che a parer loro offendeva l’intera comunità ebraica (sic). La quale era evidentemente in tutt’altre faccende affaccendata, perché il mattino dopo vari quotidiani israeliani riportavano ampie cronache di quella conferenza stampa (il “Jerusalem Post”, bontà sua, vi dedicava addirittura un’apertura in prima pagina e quasi l’intera terza pagina) ma di Hitler non si faceva cenno, bensì ci si diffondeva sulle vere questioni su cui si era discusso. Nessuna persona sensata, per quanto critica nei confronti di Berlusconi, penserebbe di paragonarlo a Hitler, visto che Berlusconi non ha scatenato un conflitto mondiale da 50 milioni di morti, non ha massacrato 6 milioni di ebrei, non ha chiuso il parlamento della Repubblica di Weimar, non ha costituito reparti di camice brune e SS, e via dicendo. Cos’era allora accaduto quella mattina?
I giornalisti italiani si crogiolano nella speranza di conquistarsi un Pulitzer da dedicare alla carriera, ne inventano di cotte e di crude. Poca cosa mirando all’informazione libera, pilastro della democrazia.
Berlusconi come Hitler? Non credo che l’oppositore intellettuale Umberto Eco sarebbe ancora in vita se Berlusconi fosse stato come Hitler o Stalin o Mao. Mubarach, un tiranno? fu l’erede (Sadat 1981) della pace con Israele e rispettò i patti.
Gheddafi? Un paranoico cui si baciò la mano per amor di petrolio: una deminutio capitis sull’Altare della Patria.
Celestino Ferraro
Il discorso di Eco mi sembra assolutamente chiaro. Di tutta questa polemica la cosa da conservare tutto sommato mi sembra questa: ricordare che Hitler salì al potere attraverso le elezioni può essere un sano monito per certi paludati opinionisti, falsamente “terzisti”, che considerano l’investitura elettorale come una sorta di “sacra unzione”, che dà “carta bianca”. La giustizia e i valori morali devono sempre venire prima di qualsiasi investitura popolare (nel caso di Berlusconi, peraltro, non diretta, con buona pace di chi si affanna a sostenere il contrario).
Egregio Antonio, questa è la democrazia. Ha scoperto un nuovo sistema per esserlo? Il sovrano resta empre il popolo altrimenti il demos verrebbe artificiosamente escluso. Se può consolarla, c’è anche l’oclocrazia: ma quella è un altro discorso.
La democrazia viene esercitata dal popolo sovrano e da chi viene designato per le varie funzioni, in una cornice di regole da rispettare, nel nostro caso la Costituzione italiana. L’uguaglianza dei cittadini, anche del premier, davanti alla legge è uno di questi principi. L’esercitare con decoro le proprie funzioni è un altro di questi principi. La stessa legge elettorale in vigore lede il nostro diritto costituzionale a sceglierci i rappresentanti, lasciando tutto in mano ai capi dei partiti. Una distorsione che il conflitto di interessi berlusconiano esaspera ulteriormente.