Berlusconi nella morsa di Pannella

07 Feb 2011

Gli amori politici pannelliani non sono mai stati coronati da successo. Ma non si sono mai venduti per un piatto di lenticchie, e non si vede perché debbano cominciare adesso. Berlusconi annaspa nel buio: i sei voti dei radicali eletti col Pd sarebbero preziosissimi alla Camera, ma quei voti possono rivelarsi troppo costosi anche per l’uomo più ricco d’Italia.

I primi a scandalizzarsi sono stati gli ascoltatori di radio radicale, che nel filo diretto di domenica 6 febbraio hanno intasato i microfoni con la loro esecrazione, arrivando fino a diagnosticare l’Alzheimer per il loro leader. Lo stesso sconcerto attraversa le file del popolo di centro sinistra, che stava faticosamente imparando a rispettare tutti i radicali, e non solo la stimatissima Emma Bonino, prima di essere spiazzati dalle inattese tenerezze tra Pannella e Berlusconi.

Bene: nervi saldi e mente fredda perché, come la storia insegna, gli amori politici pannelliani non sono mai stati coronati da successo.

Il vecchio Marco è assetato di visibilità. Che lo faccia per bieca cupidigia di fama o, come lui sostiene, per portare all’attenzione di una vasta platea le nobili istanze radicali, poco importa. Sta di fatto che mai chi ha accettato il suo corteggiamento ne ha poi ricavato un utile politico. Al contrario, ad accettare quelle avances sono sempre stati i partiti morenti. Non a caso Bettino Craxi fulminò il Pci in declino che dialogava con i radicali con una irridente battuta: “Si stanno impannellando”. E si sa com’è andata a finire.

Adesso il copione si ripete: appena Pannella ha visto la crisi di Berlusconi si è offerto come stampella. E ha già ottenuto il risultato. È citato, ascoltato e commentato: proprio quel che voleva. Ma il premier? Per ora ha solo dimostrato di annaspare nel buio. È vero che i sei voti dei radicali eletti col Pd sarebbero preziosissimi alla Camera, ma quei voti possono rivelarsi troppo costosi anche per l’uomo più ricco d’Italia.

I radicali hanno un’indubbia qualità: sono inflessibili. Sono anche spregiudicati, pronti a dimenticare il caso Formigoni (da loro ribattezzato “Firmigoni” per via delle firme false sulle liste alle elezioni regionali), gli insulti a Beppino Englaro, e perfino l’odissea di Piero Welby. Ma un accordo con loro avrebbe come prezzo un cambio di posizione del Pdl su quei temi. Il che significa che Berlusconi dovrebbe sfidare il Vaticano: impensabile.

L’attuale cavallo di battaglia di Pannella è lo stato delle carceri. E vi pare possibile che Tremonti apra i cordoni della borsa per migliorare le condizioni di vita dei detenuti mentre li tiene chiusi di fronte alle richieste delle famiglie impoverite dalla crisi? Neppure se i radicali, da sempre poco teneri con la magistratura, offrissero il loro appoggio al premier nella sua guerra contro i giudici, si riuscirebbe a far digerire agli elettori berlusconiani un regalo ai carcerati mentre gli onesti tirano la cinghia. Sarebbe inaccettabile anche per la Lega, già seriamente a disagio per l’impasse del federalismo.

Naturalmente, può darsi che Berlusconi pensi di accontentare Pannella con un ministero o qualche sottosegretariato. Il Cavaliere ragiona così, e finora la cosa ha funzionato. Con i radicali però non funzionerà: sono scomodi, irritanti, petulanti, e chi più ne ha più ne metta. Ma non si sono mai venduti per un piatto di lenticchie, e non si vede perché debbano cominciare adesso. La loro immagine ne uscirebbe distrutta.

Con loro, perciò, Berlusconi dovrebbe avviare una vera trattativa, il che significa cambiare alcune delle sue posizioni per ottenere analoghi ammorbidimenti in quelle dei suoi interlocutori. Cose che in politica si fanno normalmente: un governo democratico media tra posizioni divergenti e armonizza interessi diversi. Ma è proprio questo che Berlusconi non sa fare. Altrimenti avrebbe trattato con Fini, evitando di perdere allora trenta voti e di ridursi adesso ad implorare lo spigoloso Pannella per raccattarne sei.

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Leggi anche

Le scuole di Libertà e Giustizia

L’Unione europea come garante di democrazia, pace, giustizia

In vista della legislatura 2024-2029, l’associazione Libertà e Giustizia propone sette incontri sul ruolo del Parlamento europeo e le possibilità di intervento dei singoli cittadini e delle associazioni

Approfondisci

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.