Berlusconi nella morsa di Pannella

I primi a scandalizzarsi sono stati gli ascoltatori di radio radicale, che nel filo diretto di domenica 6 febbraio hanno intasato i microfoni con la loro esecrazione, arrivando fino a diagnosticare l’Alzheimer per il loro leader. Lo stesso sconcerto attraversa le file del popolo di centro sinistra, che stava faticosamente imparando a rispettare tutti i radicali, e non solo la stimatissima Emma Bonino, prima di essere spiazzati dalle inattese tenerezze tra Pannella e Berlusconi.

Bene: nervi saldi e mente fredda perché, come la storia insegna, gli amori politici pannelliani non sono mai stati coronati da successo.

Il vecchio Marco è assetato di visibilità. Che lo faccia per bieca cupidigia di fama o, come lui sostiene, per portare all’attenzione di una vasta platea le nobili istanze radicali, poco importa. Sta di fatto che mai chi ha accettato il suo corteggiamento ne ha poi ricavato un utile politico. Al contrario, ad accettare quelle avances sono sempre stati i partiti morenti. Non a caso Bettino Craxi fulminò il Pci in declino che dialogava con i radicali con una irridente battuta: “Si stanno impannellando”. E si sa com’è andata a finire.

Adesso il copione si ripete: appena Pannella ha visto la crisi di Berlusconi si è offerto come stampella. E ha già ottenuto il risultato. È citato, ascoltato e commentato: proprio quel che voleva. Ma il premier? Per ora ha solo dimostrato di annaspare nel buio. È vero che i sei voti dei radicali eletti col Pd sarebbero preziosissimi alla Camera, ma quei voti possono rivelarsi troppo costosi anche per l’uomo più ricco d’Italia.

I radicali hanno un’indubbia qualità: sono inflessibili. Sono anche spregiudicati, pronti a dimenticare il caso Formigoni (da loro ribattezzato “Firmigoni” per via delle firme false sulle liste alle elezioni regionali), gli insulti a Beppino Englaro, e perfino l’odissea di Piero Welby. Ma un accordo con loro avrebbe come prezzo un cambio di posizione del Pdl su quei temi. Il che significa che Berlusconi dovrebbe sfidare il Vaticano: impensabile.

L’attuale cavallo di battaglia di Pannella è lo stato delle carceri. E vi pare possibile che Tremonti apra i cordoni della borsa per migliorare le condizioni di vita dei detenuti mentre li tiene chiusi di fronte alle richieste delle famiglie impoverite dalla crisi? Neppure se i radicali, da sempre poco teneri con la magistratura, offrissero il loro appoggio al premier nella sua guerra contro i giudici, si riuscirebbe a far digerire agli elettori berlusconiani un regalo ai carcerati mentre gli onesti tirano la cinghia. Sarebbe inaccettabile anche per la Lega, già seriamente a disagio per l’impasse del federalismo.

Naturalmente, può darsi che Berlusconi pensi di accontentare Pannella con un ministero o qualche sottosegretariato. Il Cavaliere ragiona così, e finora la cosa ha funzionato. Con i radicali però non funzionerà: sono scomodi, irritanti, petulanti, e chi più ne ha più ne metta. Ma non si sono mai venduti per un piatto di lenticchie, e non si vede perché debbano cominciare adesso. La loro immagine ne uscirebbe distrutta.

Con loro, perciò, Berlusconi dovrebbe avviare una vera trattativa, il che significa cambiare alcune delle sue posizioni per ottenere analoghi ammorbidimenti in quelle dei suoi interlocutori. Cose che in politica si fanno normalmente: un governo democratico media tra posizioni divergenti e armonizza interessi diversi. Ma è proprio questo che Berlusconi non sa fare. Altrimenti avrebbe trattato con Fini, evitando di perdere allora trenta voti e di ridursi adesso ad implorare lo spigoloso Pannella per raccattarne sei.

14 commenti

  • Ho un vago ricordo del film “La caduta degli dei”.
    Pannella non è mai stato un dio ed ora sta dimostrando d’essere un verme.

  • I radicali agiscono per provocazione. Come quando portarono Ilona Staller in parlamento. Ed ora la provocazione non è rivolta a Berlusconi, ma ai compagni di strada del PD. Per i quali i radicali figurano sempre come i fratelli scomodi, per la loro storia, le loro posizioni, la loro scarsa disponibilità al “sottobanco”.

    Ora vedo questa negoziazione fra Pannella e il Berlu è una provocazione innanzitutto pe il PD. Questo dialogo su argomenti condivisi, sensibili, sul tema giustizia (responsabilità dei magistrati, separazione delle carriere, carceri), parlano a nuora perché suocera intenda: col PDL non vedo spazi programmatici realistici, mentre il PD non sembra aver finora visto il partito radicale e i suoi temi programmatici come un valore aggiunto, il PD si è perso in estenuanti avvitamenti su persone ed alleanze senza avere un programma chiaro e comprensibile, definito, sulla riforma del nostro stato. Berlusconi con questi colloqui dimostra sempre più la sua debolezza, il suo stato di necessità; i radicali ci ricordano invece che, alla base di qualsiasi patto, più che le persone o i calcoli machiavellici, devono esserci concreti progetti di governo e di riforma. Non generici slogan.

    Saluti.

  • RADICALI IN POLTRONA
    Sarebbe ora che dopo decenni di chiacchiere Pannella facesse vedere le sue “palle”. Non alludo, ma non m’illudo. Ministro della Giustizia? Magari! Se la vedrebbe con quei signori che da trent’anni snobbano la democrazia. Il tempo è galantuomo, se Pannella c’è anche Berlusconi c’è: noi restiamo seduti sulla riva del fiume, qualche cadavere passerà.
    Celestino Ferraro

  • Pannella è quello che nel 1992 fece di tutto per salvare un parlamento pieno di inquisiti; è solo un esibizionista ed opportunista che tenta di farsi vedere a qualsiasi costo, anche provando a fare la sponda ad un governo che non potrebbe essere più lontano dalle idee radicali. Vedi Capezzone.

  • dopo il prode Capezzone ci manca solo più il Pannellone! dopo anni di falsi digiuni vuole forse sedersi al tavolo del bunga bunga !!!! Povera Italia ti stanno proprio massacrando !!!!!

  • credete che sia casuale? che sia anche lui un “responsabile”? o non invece un percorso coerente?
    C’è una bella massa di ‘responsabili’ che si è messa al soldo del padrino per garantire il suo potere e garantirsi un posticino.
    Ora, qual è il legame di queste persone con il mondo che cammina per le strade, che lavora, che ha delle passioni politiche?
    Tutto ciò abbassa ancora di più il livello delle relazioni politiche e della percezione che noi cittadini abbiamo di quel mondo (un puttanaio, a tutti gli effetti).
    Bene, vedremo anche questo! E’ anche così che si alimenta la protesta caciarona davanti ai cancelli della villa di Arcore.
    Saluti.
    Silvana

  • Già, pur di non tradire i loro principi:
    Pera, Capezzone, Roccella, Meluzzi, Quagliarello, Stracquadanio, Vito, Rutelli……
    Si fa prima a contare i “flessibili”

  • Per miei limiti non sono mai riuscito a comprendere la linea guida del cosiddetto “pensiero radicale”. Certo è che, negli ultimi tempi, non riconosco più quegli elementi che hanno guidato tante importanti lotte referendarie. L’inflessibilità, citata nell’articolo, non mi pare proprio la caratteristica dei Radicali di oggi; piuttosto la smania di apparire, a costo di saltare da uno schieramento all’altro a seconda dell’aria che tira. L’essere fastidiosi e scomodi non è più vero, alcuni di loro hanno sfoderato doti di servilismo e compiacenza con il potere veramente strabilianti. Capezzone docet.
    Confidiamo in un “radicale” buon senso.

  • Pannella, povero uomo invecchiato male.
    Del cervello ti è rimasto solo uno scolorito codino
    Desisti dai tuoi annappati propositi
    Accetta i tuoi danni celebrali.
    Ritirati e lasciaci un piacevole ricordo di te.

  • I radicali, a Berlusconi, hanno già ceduto Capezzone. Per tutti i danni che l’individuo ha fatto, buon senso e dignità dicono che possa bastare. Se poi, in cambio di qualche articolo sui giornali Pannella vuole vendersi, valuti se sia il caso di fare l’ennesima figuraccia. Già sono pochi, così facendo credo proprio che sparirebbero.

  • Se questa vorrebbe essere una provocazione-richiesta di visibilità?
    Che fare
    Ai radicali che si definivamo compagni ,erano gli anni 70 e 80, intervengano facendo sentire il loro dissenso
    Ai radicali che furono assieme a tale capezzone assertori di una svolta centristaliberale, intervengano facendo sentire la loro disapprovazione
    Se un principio di demenza senile possa aver colpito marco pannella?
    Che fare
    Ai radicali che hanno a cuore la salute mentale mentale di marco
    chiamino il 118 per farlo ricoverare

  • Pannella è un provocatore. E lo sta facendo anche stavolta. E solitamente vede cose che i giornali, i partiti e le tifoserie politiche “nascondono”.

    L’avvicinamento al Berlu riguarda temi che sono SEMPRE stati cavallo di battaglia dei radicali. Non penso sia un pazzo né un venduto. Semplicemente sta “dimostrando” che sarebbe anche ora di occuparsi di temi importanti per la vita pubblica, e non solo agire pro o contro la salvezza giudiziaria del nostro “amato premier”. Siamo tutti suoi ostaggi. Sopratutto con un opposizione come questa.

    Non si affossa una riforma solo perché, machiavellicamente, ciò mette in difficoltà lo schieramento avverso (vedi il federalismo e il breve dialogo PD-Lega). Non dimentichiamoci che la LORO partita a scacchi si gioca sulle nostre vite e sul nostro paese. La Lega non la stacchi dal Berlu “strappandola”, ma dimostrandosi interlocutori credibili in ambito riforme federaliste.

    Penso che il dialogo di Pannella col Berlu voglia denunciare proprio questo. Siamo tutti, volenti e nolenti, ostaggi della situazione. E se ne può solo uscire se qualcuno smette di stare al gioco…

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