Paul Ginsborg: “A Milano contro il premier”

01 Feb 2011

Guardiamo alla storia di questi anni. Nel tempo il governo ha provato una serie di cosiddette riforme: dalla legge sulle intercettazioni, al processo breve, alla legge bavaglio. Sono sempre stati costretti a fare marcia indietro anche grazie alla mobilitazione massiccia della gente. È la regola d´oro della politica moderna: senza partecipazione fanno quello che vogliono, con la partecipazione è possibile farli fermare.

Un appello a tutti i toscani perché partecipino alla manifestazione del 5 febbraio a Milano dal titolo “Dimettiti per un´Italia libera e giusta”. A lanciarlo è lo storico Paul Ginsborg, che parteciperà all´appuntamento promosso contro Berlusconi dall´associazione Libertà e Giustizia presieduta da Sandra Bonsanti. Ginsborg chiede una presa di posizione «ferma ma pacata, come è sempre stato nel nostro stile». La manifestazione si terrà alle 15 al Palasharp, che si chiamava Palavobis nel 2002 quando ospitò un evento organizzato da Micromega in difesa della legalità minacciata dal governo Berlusconi a cui parteciparono 40mila persone. I pullman partiranno alle 9 del mattino dal mercato di Novoli. Chi vuole prenotare un posto (il costo è 18 euro) deve scrivere una mail a toscanalibertaegiustizia.it.

Professor Ginsborg, perché questa manifestazione?
«Stiamo vivendo un momento molto delicato nella storia della Repubblica, bisogna avere molta attenzione, vigilare. È essenziale che certi messaggi, certe prese di posizione da parte di Berlusconi non passino senza un´opposizione pacata e sobria ma ferma e molto partecipata».
Lo scandalo Ruby è scoppiato da settimane, cosa vi fa muovere adesso?
«All´inizio sembrava che di fronte al contenuto delle accuse fossimo tutti spettatori inorriditi, increduli davanti alle rivelazioni che uscivano giorno dopo giorno. Credo che solo questa settimana ci sia stata la presa di coscienza che non è tutto finito. Anzi, Berlusconi è estremamente determinato. Parla di “scontro finale”. Di fronte ad atteggiamenti di questo tipo ci vuole una mobilitazione costante e vigile. Andava in questo senso, e mi è piaciuta molto, la manifestazione di sabato a Firenze».
Un´altra manifestazione nello stesso palazzetto di Milano. Che effetto le fa?
«Quella del 2002 fu una delle prime mobilitazioni dei girotondi. Questo ci dà anche il senso della durata lunga di questo fenomeno, la sua lunghezza sembra incredibile. Sicuramente il Palasharp sarà pieno, faccio un appello ai toscani di prendere il pullman e dare un contributo anche da parte della nostra regione a questa prima mobilitazione. È importante esserci, per sentire Umberto Eco, Roberto Saviano, Gustavo Zagrebelsky».
Malgrado le tante manifestazioni, Berlusconi è sempre al suo posto. Ha ancora senso questa forma di protesta?
«Guardiamo alla storia di questi anni. Nel tempo il governo ha provato una serie di cosiddette riforme: dalla legge sulle intercettazioni, al processo breve, alla legge bavaglio. Sono sempre stati costretti a fare marcia indietro anche grazie alla mobilitazione massiccia della gente. È la regola d´oro della politica moderna: senza partecipazione fanno quello che vogliono, con la partecipazione è possibile farli fermare. Dobbiamo far vedere che gli italiani sugli ultimi scandali prendono una posizione ferma. Siamo inorriditi da questo rifiuto di dimettersi di fronte ad accuse gravissime».

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