Renzi-day tra Ginsborg e Vespa

13 Gen 2011

Evviva: destra e sinistra, date per scomparse dai cultori del cinismo politico, tornano di scena a Firenze nel duello di presentazione di due libri, “Il Cuore e la Spada” di Bruno Vespa e “Salviamo l´Italia” di Paul Ginsborg: presentatore di entrambi, il sindaco Matteo Renzi, a suo agio ma fino a un certo punto. Ore 18,40, Coop di Gavinana, duecento persone, molte donne assiepate dentro il supermarket: oggi si tiene qui “Leggere per non dimenticare”. Ginsborg attacca: il 150º anniversario della nazione non dovrebbe essere solo l´occasione per sventolare bandiere: richiede un ripensamento profondo sulla storia d´Italia e su che cosa voglia essere oggi il nostro Paese. «Mi sarebbe piaciuto che il sindaco fosse venuto prima qui tra la gente e poi fosse andato a presentare il libro di Vespa». Applausi, un signore chiede a voce alta: «Già, dov´è il sindaco?». Eccolo, Renzi arriva si siede, e ascolta lo storico inglese diventato due anni fa cittadino italiano, fiorentino, che elogia la mitezza, come fece Norberto Bobbio in un celebre saggio, e il ruolo dei ceti medi riflessivi nel costruire un´Italia diversa da quella di Berlusconi. «Io credo – dice Renzi – che l´errore del Pd sia stato di criticare Berlusconi e basta, quello che serve invece è disegnare un progetto politico alternativo. Non cercare alleanze con Fini, fascista fino all´altro ieri. Non mi hanno capito quando ho detto che sto con Marchionne: non è lui che fa un ricatto ai lavoratori, sono le nuove regole del mercato globale. Ma quanti in Italia si occupano del mondo che cambia?» Ginsborg non ci sta. «Matteo l´architettura del tuo discorso non convince. Solo una corretta analisi del berlusconismo e dei mali che produce può dare chiarezza ad un progetto alternativo. Cambia idea Matteo». A Ginsborg non piace neanche la frase di Renzi secondo cui il berlusconismo è una sorta di autobiografia dell´Italia. «E allora tutti quelli che non lo vogliono non sono italiani? Berlusconi non è un nonno – come lo definì Renzi – ma una minaccia mortale alla democrazia». Applausi, più di quelli riservati al sindaco. «E che dire di come pensa le donne? Rimette in discussione decenni di battaglie per la parità di genere».
E´ uno dei due temi della presentazione del libro di Vespa: il “Cuore” del titolo allude alle passioni e agli amori che hanno contribuito alla storia d´Italia. Che Vespa declina così: «L´esuberanza sessuale può essere considerato un segno di vitalità, positivo, ma servono pazienza e prudenza, e che non venga messa in pericolo la sicurezza dello Stato». Stop. Il mondo delle escort berlusconiane, minorenni o meno, o delle telefonate in procura a Milano viene così liquidato e anestetizzato. «Lei, Renzi ha la sindrome del mandrillo o quella del lupetto?» Indovinate la risposta del sindaco. Che tenta di uscire dal leggero imbarazzo che aleggia in sala (siamo a Palazzo Vecchio, 70 spettatori over sessanta e venti tra fotografi, commesse e assessori) stabilendo che il libro di Vespa è importante perché fa riflettere sui 150 anni dell´unità d´Italia. Lo stesso Vespa, a pagina 788 del suo tomo, bontà sua arriva a chiedersi: i nostri figli faranno i badanti degli ingegneri indiani? Ma è sulla politica che il conduttore di “Porta a Porta” batte: Renzi si candiderà alla guida del Pd e come premier antiberlusconi? Il sindaco svicola, parla in politichese, dice che contribuirà a formare quel gruppo dirigenti giovani tra cui salterà fuori il nuovo leader. Zingaretti, per lui, è in pole position. Matteo attacca anche Civati, compagno di rottamazione: «Non dobbiamo formare una corrente». Applausi e tutti a casa.

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