Onorevole D’Alema, questo è troppo

“Dobbiamo tornare alla politica, quella vera. Una certa idea di apertura alla società civile ci ha portato i Calearo e gli Scilipoti”
Quando ho letto questa risposta di D’Alema alla domanda su quale fosse la missione del PD, ho finito la lettura dell’intervista su L’Unità e iniziato a scrivere questa lettera.

Perché faccio parte della “società civile”.
Di un’associazione, Libertà e Giustizia, che come altre s’impegna per aumentare la consapevolezza dei cittadini, perché il Paese soffre da tempo di una siccità informativa, che genera disinformazione e indifferenza, l’humus ideale per il populismo.

Organizziamo incontri con esperti, andiamo nelle scuole con i magistrati per far amare la nostra Costituzione; nelle piazze e nei mercati per fare quella che un tempo si chiamava “contro-informazione” scrivendo volantini in modo chiaro, così che anche le persone più semplici possano capire che la politica non è una faccenda di pochi, ma di tutti.

In questa azione di supporto ai partiti – che riteniamo un patrimonio costituzionale della democrazia – ci mettiamo tempo e impegno.
Non abbiamo mai chiesto niente, convinti che fare qualcosa per migliorare il nostro Paese sia giusto e basta.

Ma chiedo a lei, On. D’Alema, di non mancare di rispetto a quanti svolgono volontariato politico nella “società civile”; di non considerarla ancora qualcosa di separato dai partiti e da cui guardarsi, perché da lì arrivano i traditori.

No, onorevole D’Alema. Questo è troppo.
Se lei non ha previsto il danno che avrebbe provocato questa sua frase, credo che la sua sensibilità politica sia insufficiente ad ampliare il consenso del PD.

4 commenti

  • Caro Massimo Marnetto, non solo condivido la tua posizione, molto educata, ma ti rendo noto che il tuo omonimo, baffetto di ferro, ne ha combinato una, secondo me, più pesante.
    Nel TG3 delle 19.00 di ieri, 29/12/2010, ha rilasciato una intervista sulla spinosissima vicenda Marchionne-FIOM liquidando il tutto, da par suo, con estrema sicurezza: l’accordo (imposto) va firmato. E per fortuna ha aggiunto che: Marchionne sbaglia ad escludere il dissenso.
    Il baffetto di ferro ha dimostrato per l’ennesima volta la sua capacità di sintesi, a seguito di un approfondito dibattito-analisi ampiamente partecipato di dirigenti politici e di militanti del PD.
    Il “cetralismo democratico” ha colpito ancora? Quella espressa con sicumera da un personaggio tanto in vista è la linea del PD?
    Non ne posso più di questi personaggi! sia come parte della “società civile” iscritto a LeG, che come iscritto-militante del Partito Democratico.
    Aggiungo a queste considerazioni gli AUGURI 2011 che, insiema a due amici, ho indirizzato al PD.
    Cari Democratici,
    auguri perché il 2011 sia un anno pieno di soddisfazioni politiche

    auguri perché il Partito Democratico abbia una chiara impronta di centro-sinistra

    auguri perché i gruppi dirigenti, a tutti i livelli, sappiano elaborare, condividere e decidere

    auguri perché i luoghi del PD siano sedi di elaborazione e proposta, non comitati elettorali

    auguri perché il PD si configuri come partito dell’inclusione, dell’ascolto e dell’iniziativa politica

    auguri perché il PD sia percepito come partito nuovo e non come un coacervo di vecchie appartenenze

    auguri perché quanti si avvicinano al PD non vedano tradita la loro fiducia

    auguri perché quanti sono rimasti alla finestra, tornino a rimboccarsi le maniche

    auguri perché il PD onori i principi di laicità che sono a fondamento della nostra Costituzione

    auguri perché il lavoro, come valore della persona, sia al centro dell’agenda politica

    auguri perché il PD abbia un proprio progetto di società

    auguri perché la politica e la cultura si abbraccino

    auguri ai giovani, democratici e non, perché non rinuncino ad appropriarsi del loro futuro

    auguri all’Italia di vivere democratica e non morire berlusconiana

    un augurio perché del PD si possa essere orgogliosi.

    Bartolomeo Camiscioni camiscioni@tin.it

  • credo che d’alema abbia tutto l’interesse a restringere la partecipazione politica, escludendo quelle persone della società civile che, se dipendesse da loro, probabilmente l’avrebbero già calciato a pedate. non dimentichiamoci d’altra parte le sue recenti affermazioni sulla magistratura (l’avrà davvero detto? non si sa, ma io di certo credo di più a wikileaks).
    estendere la partecipazione non vuol dire dare un’opportunità a cani e porci; per come la vedo io, gli scilipoti e i calearo sono ancora il risultato della politica, non certo della partecipazione sociale.

  • caro Massimo, anch’io a volte sono disorientato da certe dichiarazioni di esponenti del PD. Credo, però, che a volte non sempre è quello che sembra.Vorrei spezzare una lancia in favore di D’Alema e penso che abbia voluto dire, forse, che non sempre l’apertura a tutti i costi, alla cosi
    detta, società civile porti decoro alla vita politica del nostro Paese. E che invece bisogna tenere in debita considerazione chi col suo impegno civile fa davvero progredire politicamente e civilmente l’Italia. Solo così mi psiego le parole pronunciate da D’Alema quando afferma: “una certa idea di apertura alla società civile…”

  • Caro Massimo Marnetto,
    condivido.
    Ma poi perché il voto di Calearo e Scilipoti sulla fiducia dovrebbe mettere sotto accusa la società civile? Sono due deputati, nominati dalla “politica, quella vera”, in base ad una legge elettorale fatta dalla politica e che dalla società civile si chiede di cambiare.
    Forse D’Alema voleva dire che non sono politici di professione.
    Ma D’Alema vorrebbe un Parlamento composto solo da politici professionali?
    Insomma, che c’entra la società civile con il voto dato in parlamento da Scilipoti e Calearo?
    Sergio Materia

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