Finite le vacanze di Natale, si aprono le vendite promozionali. E Berlusconi è pronto a tuffarsi nel mercatino di gennaio. Anche nella pausa festiva ha continuato a pensare alla campagna acquisti. Tre voti di scarto, la maggioranza di 314, non gli bastano. Deve continuare a “comprare”. Ma la fatidica quota 325 non è stata ancora raggiunta. Malgrado tutti i proclami, la trattativa sembra in salita. C’è una data verso la quale convergono gli affanni del governo: l’11 gennaio, quando la Corte costituzionale si pronuncerà sul “legittimo impedimento”. Non è un evento indifferente per la vita dell’esecutivo. Potrebbe costituire il vero snodo, intrecciandosi il destino politico del Cavaliere con il suo destino processuale. Conseguenza difficile da evitare dato che la fuga dalle responsabilità penali è sfociata per Berlusconi nel suo ingresso in politica. Chi frequenta la reggia di Arcore confida in una esito favorevole. Ma, nel frattempo, il premier ha ripreso ad attaccare i giudici con frasi roboanti e offensive. E minaccia di contestare la decisione della Consulta qualora gli venisse sottratto lo scudo del “legittimo impedimento”.
Abbiamo ascoltato, in questi giorni, il vaniloquio imbarazzante del presidente del Consiglio. Che alterna il vittimismo al delirio di onnipotenza. Si presenta come l’uomo “più perseguitato” dalla magistratura e, al tempo stesso, si proclama sicuro del suo futuro. “Abbiamo la certezza di poter continuare a governare per i prossimi due anni”, continua a ripetere con estenuante verbosità. Ma l’esecutivo ha un orizzonte corto, a meno che non sopraggiungano inattese novità. Passare da tre voti in più a otto o dieci non cambia le cose. Berlusconi avrebbe bisogno di rafforzare quantitativamente e politicamente la sua maggioranza attraverso un accordo con Casini. È impensabile, però, che il leader centrista si appiattisca sui desideri del Cavaliere. Malgrado il pressing delle gerarchie cattoliche che, con i loro interventi, stanno trasformando la Chiesa in un anomalo attore politico.
Quello che oggi appare chiaro è la gran voglia di Berlusconi di evitare le urne. Le elezioni anticipate sono considerate un rischio troppo grosso. Il risultato potrebbe essere lontano dai desideri: senza una vittoria in entrambi i rami del Parlamento, il portone di Palazzo Chigi resterebbe definitivamente sbarrato per il Cavaliere. Ma non è solo il Pdl a temere le urne. La prospettiva preoccupa anche l’opposizione. Casini ha bisogno di tempo perché il terzo polo è un’alleanza ancora incerta così come è incerta l’evoluzione dei suoi rapporti con Fini. E di tempo ha bisogno il Pd, ancora indeciso sulle alleanze, per non parlare di un’identità programmatica tutta da definire. Lo stesso Di Pietro non preme più sull’acceleratore, ora che l’Idv è nella bufera per il “tradimento” di due suoi deputati. Solo Bossi non teme le urne, e mette fretta a Berlusconi perché si arrivi a un “chiarimento”. Quanto più è incerta la la situazione politica tanto più si rafforza il Carroccio. Ma anche la Lega deve usare qualche prudenza se vuole ottenere prima l’approvazione degli ultimi decreti attuativi sul federalismo. E Calderoli, rivolto all’opposizione, soprattutto al Pd, fa questa mossa: dite “sì” al federalismo e noi apriremo sulla riforma della legge elettorale.
Questo è il panorama, in cui tutto stagna. Si fa il calcolo delle debolezze altrui più che delle proprie forze. In attesa di qualcosa di nuovo e diverso. Che non arriva.
Non ci sarebbe null’altro da aggiungere alle lucide riflessioni di meli, se non fosse che la vulgata su una lega unica ed assoluta vincitrice di eventuali elezioni politiche anticipate, mi pare troppo unanime per esser vera; in fondo se la lega dovesse aumentare i propri suffragi, ciò avverrebbe a scapito del pdl e poi in assoluto anche nelle ultime regionali la lega ha visto diminuire i suoi voti (parlo dei voti numerici) dovendosene dedurre pertanto che il suo elettorato morde il freno e non è certamente contento di una politica leghista a rimorchio del padre padrone b. che la costringe a votare qualsivoglia nefandezza, solo per portare a casa questo benedetto federalismo fiscale; e poi in ogni elezione anticipata il voto si polarizza sui partiti maggiormente rappresentativi, questo non vuol dire naturalmente e necessariamente che il partito democratico ed il pdl aumenteranno o conserveranno il loro consenso, poichè stando ai sondaggi tutto e due i partiti sono in caduta libera; non sarei poi così certo, come lo è meli, che il tradimento di razzi e scilipoti induca l’elettorato dipietrista a rivolgere le proprie attenzioni ad altri interlocutori (movimento 5 stelle e sel?); quello che è certo è che le tutte forze di opposizione (compreso fli e l’udc), checchè ne dica il vecchio (politicamente parlando) mussi, debbono necessariamente unirsi tra loro, per battere le forze della più bieca reazione, i cui ultimi colpi di coda (mi auguro vivamente che siano gli ultimi) potrebbero essere tra i più pericolosi (vedi gli inquinamenti eversivi provocati dai giornalisti al soldo di B.).
Non aveva poi torto il vecchio mao quando diceva che in certi momenti occorre stare sulla sponda del fiume ed aspettare che passi il cadavere; speriamo che la corte costituzionale non abdichi anch’essa ai desiderata di b. e ripristini, almeno il giorno dell’udienza in cui deciderà della legittimità costituzionale della legge vergogna sul legittimo impedimento, la vigenza dell’articolo 3 della carta costituzionale.
Buon anno a tutti.
In particolare al sig Soldovieri.
Certo l’opposizione deve fare l’opposizione e la fa ?
Sulla legge elettorale ha atteso cinque anni ( e due di governo Prodi ) e non c’è uno straccio di proposta , meglio ce ne sono molte , troppe .
Sulla riforma Gelmini ( che non piace al sig Soldovieri ) anche Mario Monti la salva : perchè il PD non ha accettato quello di buono e proposto ? La Fiat & c ?
Vado avanti ?
Poi l’analisi della Lega che avanza o indietreggia , il PDL in frantumi, il B cotto e suonato , il PD pure bollito , terzo polo con troppi galli e poche galline , per carità tutto giusto però se l’opposizione non produce elementi nuovi e fattibili….. non basta viva l’Italia , il bene dei cittadini, più giustizia , tasse più basse, aumenti ecc ecc. non convincono perchè , rammentiamolo , la sinistra ha avuto due anni di Prodi e cinque anni ( Prodi, D’Alema, Amato !! ) è ha fatto abbastanza poco : lo scrivono proprio tutti anche a sinistra ed allora cadono le braccia e non basta come dice anche Renzi – il furbetto – parlare del trucc e della pelata di B , delle donne, delle vanità ecc ecc …..i fatti ! I fatti ! E se i cittadini non li hanno visti in 7 anni di gloriosi governi di c sinistra be’ allora si è un po’ ( tanto ) delusi !
Saluti da LC