Bersani: “Ora alleanza col terzo polo”. Il Pd pensa a sacrificare le primarie

ROMA - Un patto per la riforma della Repubblica. Un’alleanza per lavoro e crescita. Pier Luigi Bersani prepara una “piattaforma democratica”. E la offre a tutte le forze di opposizione, Terzo polo in testa, per andare “non contro Berlusconi ma oltre Berlusconi, oltre il populismo. Non penso a un Cln anti-Cavaliere. Il Pd vuole aprire una fase fondativa”.

Segretario, dopo la vittoria numerica ma non politica di Berlusconi alla Camera, perché non chiedete le elezioni anticipate?
“Se ci saranno le elezioni in primavera non avremo paura di affrontarle e vincerle. Ma non toglieremo le castagne dal fuoco a Berlusconi. Lui ha detto al Parlamento “voglio tre voti in più per la stabilità”. Adesso vediamo quale stabilità e quale governo è capace di garantire. Se alla fine si andrà al voto dovrà pagare il prezzo: del suo fallimento e dell’ennesima promessa non mantenuta”.

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3 commenti

  • Il Polo della nazione
    e delle mille provenienze

    La Provvidenza, quella divina, vede e provvede: basta aver fede. Questi signori che vanno raminghi per Montecitorio, in cerca di Patria, potrebbero far coro al “Nabucco” verdiano e cantar dolorosi la Patria perduta.
    Va’, pensiero, sull’ali dorate,
    va’, ti posa sui clivi, sui colli,
    ove olezzano tepide e molli
    l’aure dolci del suolo natal!
    ——————————————————-

    Del Giordano le rive saluta,
    di Sïonne le torri atterrate.
    Oh mia patria sì bella e perduta!
    Oh membranza sì cara e fatal!
    ——————————————————–

    “Va, pensiero, sull’ali dorate” canta il popol finiano atterrito dal duce che insegue feroce. Un solo bocchino farebbe di loro se la sorte premiasse l’abiura dei brilli.
    Un attimo solo, il Cavaliere sta pronto, la Patria perduta è già incline al perdono. Tutti miei figli, vagheggia l’eroe, generoso e indulgente come ai prodi s’addice. Vince e convince l’eletto guerriero, perdona ed abbraccia colui che ritorna dai passi fallaci.
    Un orcio di vino salito alla testa, una sola bevuta e fu la rovina. Perdono Signore, perdono, bontà.
    Celestino Ferraro

  • Pingback: Veti incrociati | Libertà e Giustizia

  • “IL GIUDIZIO DI DIO” AL MIGLIOR OFFERENTE

    L’ordalia dei politicanti è in pieno travaglio, il rituale si celebra solennemente, erano anni che cotanto fetore non ammorbava l’aria che respiriamo. Si sperava che dopo lustri di mancate celebrazioni, i politicanti di casa nostra (sempre gli stessi) avessero acquisito un nuovo stile con il quale offrirsi al popolo e alla Nazione: macché!
    Ritorniamo agli anni bui del baratto che fa la politica strumento di volgare mercimonio per piazzare Tizio, Caio e Sempronio sulle poltrone migliori del “Palazzo”. Hanno ucciso Dio e con Dio l’ideale, non resta che il fiuto dei singoli, sguinzagliati come dobermann a caccia delle prebende migliori.
    Siamo finanche giunti all’assurdo che un signore, presidente dell’Assemblea legislativa, si traveste da arbitro “SUPER PARTES” e pretende di dirigere i lavori avendo a disposizione sicari e bravi pronti a tutto e all’olocausto. Moderni shahid di casa nostra che prostrano la politica deflagrando col tradimento.
    “Quo usque tandem abutere, Fine, patientia nostra”? Direbbe Cicerone se fosse ancora in Senato come accusatore di Catilina. Un giovane bellimbusto questo Catilina, alleato di Silla, poi pretore in Africa, deciso a tutto pur di agguantare il potere che gli veniva costantemente negato. Sconfitto e ucciso a Pistoia dalle truppe consolari, dopo aver combattuto strenuamente. Seppe riscattarsi sul campo di battaglia.
    L’intrigo politico divampa; Bersani e Di Pietro sceneggiano la lite, Casini fa da maestro delle cerimonie, Rutelli gorgheggia in prima serata, Fini è un Otello beffato da Iago, Bocchino è Iago che canta il “Credo”, Della Vedova è il Cassio verdiano, il Cavaliere fa il padre ansioso e attende sull’uscio di casa i figliuoli che si attardano.
    Veltroni e la Bindi intonano “Di quella pira” del “Trovatore”. D’Alema ridacchia, Letta Enrico e Franceschini preannunziano sfracelli. La Finocchiaro è Norma tradita da Adalgisa. Bondi scrive ai “Cari compagni”, s’inginocchia, e chiede pietà?!
    Sullo sfondo, il popolo sovrano, intona il coro del Nabucco: “O mia Patria, sì belle e perduta”.
    Il direttore d’orchestra non si lascia commuovere e batte sul leggio le partiture: dal Quirinale la bacchetta è perentoria. “Tutti a casa”!
    Celestino Ferraro

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