Vittorio Grevi era un punto di riferimento per le attività di Libertà e Giustizia a Pavia. Ha aiutato il Circolo a costruire la Scuola di Politica nel 2005 e ne ha animato tutte e quattro le edizioni con la sua verve e la sua intelligenza. Non si è mai tirato indietro le numerose volte in cui il Circolo gli ha chiesto una mano per conferenze su temi di sua competenza (e questi temi erano davvero tanti). Non ha nemmeno mancato di esprimere il suo franco, ma leale, disaccordo, quando certe scelte non gli sono piaciute.
Oggi, che ne piangiamo la scomparsa, non possiamo che provare a portare avanti la sua lezione, anche se non a tutti è dato riuscire a coniugare così felicemente, come invece avveniva a lui, l’impegno civile del cittadino e il rigore scientifico dello studioso. Ci mancherà, professor Grevi, uomo libero e giusto.
vorrei proprio sapere chi gli ha impedito di andare al CSM o alla Corte e perché
Cominciamo con il dire che l’aggettivo libero inserito nel titolo del post che ricorda l’insigne giurista grevi, va, a mio avviso, sostituito con quello di indipendente, visto l’uso quotidiano che ne fa di quel termine il giornale manganello di belpietro; infatti, per le donne e gli uomini indipendenti, sia nel giudizio sia nelle valutazioni, provvisti di senso critico e non adusi a coltivare la scienza dell’adulazione e della cortigianeria e che hanno oltremodo la sventura di risiedere nell’italia di quest’ultimo scorcio di tempo, è attualmente inibita, sulla base di una legge non scritta, qualsivoglia possibilità di offrire il proprio contributo e la propria intelligenza al servizio del bene comune; è probabile che il giurista grevi avesse caratteristiche talmente fuori del contesto temporale in cui viviamo (in soldoni chiamasi “schiena dritta”), da renderlo inadatto ad incarichi quali quelli che la signora bonsanti ritiene vituperabile che non gli fossero stati conferiti. Sono certo che grevi non avrebbe mai barattato, qualora gli fosse arrivata una proposta di incarico prestigiosa ma accompagnata da un’implicita asticella da non superare, la propria coscienza critica e la propria indipendenza, al fine di ottenere una comoda scrivania al csm o alla corte costituzionale.
In italia sono tantissime le donne e gli uomini di valore, che se solo…………………………..