Perché LeG non scrive un programma di governo?

30 Nov 2010

L’atmosfera è contemporaneamente depressa e rabbiosa; due stati d’animo prodotti da una crisi economica grave e prolungata, dalla disoccupazione, dalla mancanza di speranze per i giovani. Libertà e Giustizia, per la sua indipendenza e per le collaborazioni che può vantare, potrebbe scrivere un vero programma di governo

Talvolta con consapevolezza, talaltra ignari nell’ultimo ventennio ci troviamo calati in una delle stagioni più infelici traversate dal nostro Paese. L’illegalità è diffusa e comunemente tollerata, il debito pubblico ha raggiunto vertici insostenibili e si rischia il precipizio in Europa, lo spreco di denaro – contemporaneamente – è fatto quotidiano per soddisfare agiate minoranze, collocate al centro od ai bordi del potere; i mezzi d’informazione sono ridotti all’autocensura, con poche eccezioni, e la televisione è diventata l’oppio del popolo. Politicamente si vive su un’instabile asse di equilibrio, che da un momento all’altro potrebbe precipitare. Neppure questo riusciamo ad augurarci, disperati dall’assenza di credibili alternative che risolvano i problemi socio-economici del Paese. Purtroppo gli ultimi esperimenti in tale direzione non hanno soddisfatto.

Il riflesso sociologico spaventa; più della metà degli italiani è diventata indifferente, si è rinchiusa, a causa della confusione politica e della crisi economica che pesa sulle sue tasche impedendo anche modeste spese, in un microcosmo casalingo circondato di rabbia, incomprensione ed acidità. Ho riletto “Psicopatologia del nazionalsocialismo” e con sollievo non ho trovato aderenze alle condizioni attuali, che sono caratterizzate da peculiarità allora inesistenti. Il fascismo ha forse prodotto anticorpi negli italiani, che nonostante la disperazione, sono ancora attivi.

Questo non toglie che i problemi da affrontare siano macroscopici e che questo Governo – sospeso tra processi, scandali e affari – non sia in condizione che di rappresentare al pubblico una realtà abilmente edulcorata, senza avere o esercitare una reale capacità di intervento benefico.

Si vive alla giornata, sconcertati dalla rapida informazione su fatti sconvolgenti che si dirada nella memoria nell’arco di un giorno e non diventa fondamento per un pensiero costruttivo. È come se la maggior parte degli italiani avesse aderito al famoso motto “ha da passà a nuttata”, senza rendersi conto che non soffre di una malattia che possa essere curata da una pillola già presa.

L’atmosfera è contemporaneamente depressa e rabbiosa; due stati d’animo prodotti da una crisi economica grave e prolungata, dalla disoccupazione, dalla mancanza di speranze per i giovani. Sta crescendo, infatti, una generazione che non ha conosciuto altre ere e che si adatta automaticamente al presente, non potendo immaginare alternative. Una generazione che per la maggior parte diventerà imbelle e abulica per la mancanza di prospettive di lavoro e lo scarso senso dello Stato che viene loro trasmesso.

In questo sfascio ed in un giorno di profondo pessimismo, non riesco a ipotizzare un’alternativa, né una via di uscita. Una forza virtuosa che, anche imponendo necessari sacrifici, dia la speranza di miglioramenti, Perché, purtroppo, con la previsione di sacrifici in un popolo dissanguato non si vincono le elezioni.

È qui però che deve innestarsi l’attività di Libertà e Giustizia, organizzazione sciolta da lacciuoli del potere e indipendente, che può confezionare in breve tempo, attraverso le eccellenti partecipazioni di cui gode ed il contributo di esperti insensibili ai sondaggi elettorali, un vero programma di governo.

La proposta che formulo, posso comprenderlo da sola, è elefantiaca e forse presuntuosa. Sono però convinta con l’ottimismo della volontà che Leg potrebbe – attraverso l’apporto di tecnici di diversa estrazione – realmente costruire e proporre una alternanza; non che debba direttamente impegnarsi in politica, scelta che tradirebbe le sue tradizioni, ma occuparsi di costruire un progetto di Governo capace di condurci fuori dal tunnel in cui viviamo e consegnarlo ad esponenti elettorali capaci di realizzarlo.

Si tratta di chiamare al lavoro tutte le forze di cui Leg dispone perché collaborino con proposte ed iniziative: gli economisti indichino la strada per recuperare il disfacimento; i politici trovino soluzioni contrarie all’illegalità ed i giuristi propongano riforme; non da ultimo gli educatori si occupino di attivare un’intera generazione paralizzata dalla vita stagnante che ha conosciuto. Credo che Libertà e Giustizia abbia la vocazione e le persone adatte per farlo e mi auguro che questo mio ottimismo si trasformi in razionale operato”.

* Giovanna Corrias, avvocato, è socia del circolo romano di LeG

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