Scuola e Costituzione, 10 domande al ministro Gelmini

29 Nov 2010

L’ora di Costituzione nelle scuole è finita dietro la lavagna: il ministro Gelmini l’ha archiviata, per così dire, perché “non ha una disciplina autonoma e dunque non ha un voto distinto”. Molte cose però non tornano: ecco i nostri dubbi. Intanto, la riforma fa discutere: è una brutta legge e poi i tagli restano.

Nei giorni scorsi la stampa ha dato notizia che Lei, signora Gelmini, quale Ministro della pubblica istruzione, ha disposto, contrariamente a quanto annunciato il 4 marzo 2009, che la Costituzione a scuola non s’ha da insegnare.

La motivazione (a quanto si legge su Repubblica del 12 novembre scorso) sarebbe che “non ha una disciplina autonoma e dunque non ha un voto distinto”.

Rinunciamo volentieri ad intendere queste parole, solo osservando che secondo logica elementare parrebbe spettare appunto al ministro stabilire quali sono e quali no, le discipline autonome. E che forse questa, certamente scottante questione, era sfuggita alla Sua attenzione l’anno scorso.

Vi sono lati oscuri che Ella non ha chiarito, e che impongono a ogni cittadino, che nella Costituzione crede come fonte di ogni legalità e di ogni giustizia, di rivolgerle direttamente alcune rispettose domande.

1. Chi è che ha paura, onorevole Ministro, di ciò che i giovani potrebbero apprendere, leggendo la Costituzione?

2. Chi è che vuole che i ragazzi delle scuole non sappiano che questo paese, una Costituzione ce l’ha, e che ci sono scritte tante cose, che forse potrebbero interessarli?

3. Si vuole forse evitare che i giovani studenti pongano, ai loro insegnanti, e per loro tramite a Lei, signor ministro, delle domande cui – lei, o qualcuno più in alto di lei – non vuole che si risponda? Anzi non vuole che neppure si affaccino alla mente dei giovanissimi?

4. È forse perché far domande è già un segno di autonomia, che può, non sia mai, tradursi in dissenso quando saranno maturi?

5. Si teme forse che, leggendo che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli, qualche alunno possa domandare, perché mai i soldati italiani si trovano armati in un altro paese, con carri armati e fucili?

6. E perché quando in quel paese i nostri soldati muoiono, essi sono degli eroi, e quando muoiono soldati di quel paese, ma anche bambini, nessuno li considera eroi?

7. Si teme che quando leggono parole per cui enti e privati hanno diritto di istituire scuole, senza oneri per lo Stato, domandino come mai, mentre si riducono risorse a tutte le scuole pubbliche, si affidano gli alunni a insegnati precari che cambiano da un anno all’altro, si tolgono fondi alla ricerca e all’istruzione, si elargiscono al tempo stesso ingenti somme pubbliche alle scuole cattoliche?

8. E perché, se la Repubblica tutela il paesaggio e la salute come fondamentale diritto del cittadino, si è consentito che la città di napoli e tante altre del nostro meridione siano invase da rifiuti con gravi rischi per grandi e piccini, che non possono cambiare città o regione per sottrarsi ai pericoli per la loro salute?

9. E perchè, mentre tanti babbi stanno perdendo il lavoro, si legge che vi sono persone che hanno non una, ma dozzine di ville, e barche, e automobili, e non si sa quanto pagano di tasse, mentre i padri e le madri pagano sul loro salario fino all’ultimo centesimo, perché le tasse gli vengono prese prima ancora di ricevere la paga?

Sono solo alcune delle domande, signora Ministro, che i bambini le potrebbero porre, se leggessero la Costituzione.

10. È per evitare che a qualcuno di loro, ma forse a tutti quando uno avesse espresso il suo dubbio, le rivolgessero queste domande, che la Costituzione non si deve mai leggere?

Signora Ministro, siamo ansiosi di conoscere che cosa ci vorrà, o non vorrà rispondere. Ma se per caso Lei preferisse tacere, allora ci permettiamo di dirle che, vede, per quelli che hanno poteri e responsabilità pubbliche, ci sono delle colpe, ma meglio diremmo, dei peccati, che, credenti o non credenti, possono sfregiare le coscienze più assai di quelli che rimproverano nei confessionali.. E sono i peccati di indifferenza, di disattenzione, di disprezzo per i problemi che angosciano la vita di ogni giorno per tanti che, delle loro condizioni, e delle loro sofferenze, non sono responsabili.

Noi speriamo che Ella, signor Ministro, voglia rispondere, e rispondere secondo verità, non secondo convenienza. Perché se poi, ella, signor Ministro, preferisse tacere, allora, signora Gelmini, compia un atto di onestà, morale anziché politica, di cui vi è tra i politici tanto bisogno: si dimetta, signor ministro, per il bene del paese, ma anche, lo diciamo senza ostilità alcuna – vorremmo dire fraternamente – , si dimetta, signor ministro, per essere in pace almeno con la sua coscienza.

LeG insegna Costituzione nelle scuole di Perugia e in quelle di Roma (leggi il calendario degli appuntamenti)

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