La grande novità di queste primarie per il candidato sindaco del centro-sinistra a Milano è stata la sincerità; se ci si chiede perché Giuliano Pisapia ha vinto queste primarie senza l’appoggio del maggior partito di centro-sinistra, senza imponenti campagne di comunicazione, senza un’organizzazione alle spalle io credo che la risposta stia nel fatto che i cittadini milanesi hanno percepito che si tratta di un candidato mosso da una autonoma e sincera motivazione a rinnovare profondamente i modi della politica e della amministrazione cittadine. Una motivazione autonoma, perché Pisapia, benché abbia beneficiato da ultimo dell’appoggio di Nichi Vendola, è partito da solo, nello scorso luglio, cominciando una lunga e costante peregrinazione attraverso la città, i suoi quartieri e i suoi luoghi anche di dolore e in questo percorso si è posto come ascoltatore dei bisogni, dei desideri e delle speranze dei cittadini e non come portatore di un messaggio preconfezionato (magari in modo sommario), che inevitabilmente trae la sua legittimazione dall’imprimatur di un qualche “potente”.
Una motivazione sincera, perché Pisapia ha trasmesso chiaramente ai milanesi di non avere ambizioni di potere ma di volersi mettere al servizio di un progetto di rinnovamento politico e amministrativo, dichiarando sempre, fin dall’inizio, che avrebbe proseguito il suo impegno anche in caso di sconfitta personale, al fianco del candidato vincitore. Così facendo, Pisapia ha mostrato di considerare più importante il raggiungimento dell’obiettivo comune rispetto alla soddisfazione del proprio narcisismo personale o, addirittura, dei propri interessi.
Spersonalizzazione, focalizzazione all’obiettivo, ascolto, apertura alle posizioni di tutti, fiducia nel futuro, calore umano: questi sono stati i punti di forza che hanno convinto tanti cittadini a condividere l’avventura e la speranza di Pisapia.
Intorno al suo messaggio di rinnovamento, concretamente rappresentato dal suo modo di condurre la campagna per le primarie, si è raccolta una vasta area di disinteressata collaborazione, alla quale hanno contribuito tantissimi giovani che, in questa esperienza, hanno sperimentato la possibilità di avvicinarsi ad una nozione di politica distante anni luce da quella dei tetri e infidi anni del berlusconismo ed anche da quella dell’incertezza e dei tatticismi che tanto hanno nuociuto al PD. Ed anche tanti meno giovani, che sanno che è possibile e doveroso aspirare ad una gestione della cosa pubblica improntata a trasparenza e giustizia sociale, anziché a menzogna e approfittamento ai danni dei più deboli.
Le stesse qualità che hanno consentito a Pisapia di vincere le primarie, la stessa capacità di coinvolgimento e di rapporto biunivoco con la cittadinanza possono portarlo a battere il candidato di centro-destra, chiunque sia: perché l’esempio di un modo di fare politica sinceramente orientato al bene comune ed alla condivisione è un’arma formidabile, capace di trascinare di nuovo i milanesi ad esprimere il meglio di sé.
Riprendo quanto dice Elisabetta sulla “disinteressata collaborazione” che Giuliano Pisapia è riuscito a mobilitare e che è diventata il tratto caratteristico e forse vincente della sua campagna elettorale.
Questa forza va accresciuta.
Da Milano è partito è il berlusconismo, che qui lascia le macerie più pesanti
Nel dopoguerra fu necessario ricostruire fisicamente la nostra città, nel 2010 la ricostruzione dovrà essere innanzi tutto morale e dovrà dimostrare una rinnovata capacità di curare l’interesse pubblico.
Impegnamoci tutti nella ricostruzione, fin dalla campagna elettorale, donando generosamente il nostro tempo e le nostre competenze per far capire alla città che ci crediamo, che abbiamo voglia di impegnarci, e che poi saremo più bravi e più onesti nel governarla verso il futuro che ci è negato da quasi vent’anni.
Perfettamente d’accordo con questa analisi ,parola per parola . Una delle più belle che potevo leggere .
Quando ogni ” uomo “, dall’alto E/Al basso, interiorirzerà , fino in fondo , cosa e come di questo scritto del’umanissima e preparatissima Rubini, forse questa città cambierà il suo tragico destino e si metterà nelle mani di chi saprà prendersene cura (… Pisapia , ed ogni uomo e donna che, nella sua equipe o staff , saprà essere con la stessa bussola , esempio di vita, direzione, meta)
L’articolo è interessante. Ma sarebbe più convincente se riuscisse a dimostrare che Pisapia non avrebbe vinto se non avesse avuto le doti (la sincerità, la volontà di rinnovamento, ecc.) che l’articolo giustamente gli attribuisce. E’ possibile infatti che Pisapia sia stato votato soprattutto perché rappresenta un’area politica che partecipa alle primarie più attivamente di altre. Quello che vorremmo sapere è se le doti di Pisapia possano convincere un numero sufficiente di Milanesi a non votare per la Moratti.
con giuliano ha vinto la politica, come cura e costruzione del sistema di relazioni che da’ vita ad una città ed ha il coraggio di esprimere la propria identità. le altre candidature raccontavano – con assoluta dignità – pezzi di società, corporazioni, lobbies con una visione parziale e frammentata.
ho fiducia che sapremo comunicare questa visione a tutti i milanesi
Sono iscritto al PD e ho partecipato attivamente alla campagna elettorale a favore di Boeri, anche se molto incerto sul chi votare, date le caratteristiche differenti, ma molto interessanti dei due competitors.Ho preso atto della forte vittoria di Pisapia, superiore alle previsioni,e sono certo che tutto il centrosinistra lo appoggera fortemente nella prox campagna elettorale: io stesso sono disponibile per dare tutta la mia collaborazione.
Penso però che sarà molto difficile battere la Moratti, per varie ragioni:la disponibilità economica,la disaffezione degli elettori per la politica, che li porta ad una sorta di pigrizia mentale conservativa.E poi per il fattore Albertini: sicuramente si presenterà, e al primo tutno porterà via voti alla destra e al centro-sinistra moderato;ma nel secondo turno tutti i suoi voti andranno alla Moratti.
Due brevi considerazioni. Innanzitutto, dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che questo tipo di consultazione ‘ di base ‘ si sta caratterizzando sempre di più come lo strumento di partecipazione preferito da chi non si riconosce nei partiti e nel loro modo ( troppo autoreferenziale, verticistico e narcisista ) di concepire e fare politica. Non c’è, quindi, da meravigliarsi se le primarie, certamente volute in Italia dal PD, non premiano ( ieri in Puglia, oggi a Milano e domani, probabilmente, nella mia Napoli ) i candidati dal PD stesso indicati.
L’altra considerazione è più specifica e riguarda questa benedetta e misteriosa identità del PD.
Che non può, schizofrenicamente, pensare al mattino a collaborare con Vendola , il pomeriggio con Casini e la sera con Fini. Deve fare chiarezza più che collezione di dimissioni.
Pingback: Si può salvare l’Italia? | Libertà e Giustizia
CAVOLI! mi si passi l’espressione, ma meglio di così non si poteva scrivere. La sig.ra Elisabetta Rubini merita un encomio gigante e un assessorato alla Civile ed Efficace Comunicazione.
Bruno Ambrosi