Berlusconi come un carro armato

02 Nov 2010

Una lettera aperta al premier. Signor presidente del consiglio, ci liberi dalla sua nociva e intossicante presenza. Anche a noi piace guardarci allo specchio la mattina, perché vediamo riflessa l’immagine di una persona bella o brutta, sana o sofferente, alle volte persino deforme, piccola o alta, con o senza capelli, ma tanto per bene. A questo noi teniamo

Un presidente del consiglio, per l’alto ruolo che ricopre, dovrebbe essere portatore di valori improntati al rispetto della persona, al rispetto delle regole, al rispetto di chi è più debole: Berlusconi è riuscito, ancora una volta, a calpestare come un carro armato questi valori, in cui vogliamo credere si riconosca ancora la maggioranza degli italiani. Questa, per noi, è una forma di violenza.

La giovanissima ragazza marocchina è sicuramente debole, come la sua età e la sua storia dichiarano. Immaginarla anche solo a una festa con ultrasettantenni non può che suscitare una tristezza infinita e una profonda angoscia, come anche il fatto che, dopo le vicende del suo rilascio a Milano, sia stata ancora una volta abbandonata al suo destino da chi ha fatto credere di prendersi cura di lei. Il “buon cuore” e l’amore per la vita stanno all’opposto di questi comportamenti. Evocandoli a sproposito, Berlusconi, con scarsa lucidità di pensiero, crede di suscitare ammirazione e invidia (una delle sue ossessioni). I danni che così facendo ha prodotto e continua a produrre nel nostro paese potrebbero essere irreversibili. Grazie a lui, molti cittadini (la gente, come lui ama chiamarli) si sentono autorizzati a essere volgari, irrispettosi, narcisisti, privi di cura verso il prossimo. Peraltro, non abbiamo letto da nessuna parte che il “buon cuore” abbia mosso il presidente del consiglio a salvare o ad assistere qualcuno tra le migliaia di giovani che si trovano in condizioni di clandestinità, povertà, a rischio della galera. Così come colpisce la grave situazione di difficoltà e di conflitto in cui ha messo irresponsabilmente poliziotti e magistrati milanesi, un sintomo, anche questo, della sua totale mancanza di senso delle istituzioni.

Signor presidente del consiglio, ci liberi dalla sua nociva e intossicante  presenza. Anche a noi piace guardarci allo specchio la mattina, perché vediamo riflessa l’immagine di una persona bella o brutta, sana o sofferente, alle  volte persino deforme, piccola o alta, con o  senza capelli, ma tanto per bene. A questo noi teniamo.

* L’autrice è psicologa e fa parte del circolo di LeG Torino

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