L’abuso di potere

“Ho buon cuore” dice. Silvio Berlusconi ammette di essere intervenuto con la sua autorità di capo del governo sulla polizia di Milano per favorire una giovane amica in stato di fermo con sul groppo un’accusa di furto. Ha un buon cuore e, se può, una mano la dà, dice. C’è un non trascurabile requisito. Si deve essere suoi amici o dipendenti o familiari o protetti o corifei e il soccorso, la tutela, la salvaguardia arriverà.
Non scopriamo oggi che, nel regime berlusconiano, il potere statale protegge se stesso e i suoi interessi economici. Senza scrupoli e apertamente. Con l’intervento a favore della giovanissima Karima Keyek, in arte Ruby; quel potere che sempre privatizza la funzione pubblica muove un altro passo verso un catastrofico degrado rendendo “pubblica” finanche la sfera privatissima dell’Eletto. In un altro Paese appena rispettoso del canone occidentale il premier già avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni. Siamo nell’infelice Italia e quel che la scena mostra ancora una volta non può sorprenderci perché l’abuso di potere è il sigillo più autentico del dispositivo politico di Silvio Berlusconi. È un atteggiamento ordinario, un movimento automatico, una coazione meccanica.

Il Cavaliere non accetta critiche, travolge ogni misura istituzionale. Non conosce il raziocinio politico che gli dovrebbe consigliare discrezione, affidabilità, trasparenza, equilibrio per onorare la responsabilità e rispettare il decoro della funzione. Attese sublunari per l’Eletto. Conquistato il bottino dei voti sufficienti per governare, invece di sentire gli oneri dell’incarico, se ne sente liberato. Fino al punto di non avvertire alcun disagio nell’esigere in una notte di maggio che i poliziotti facciano in fretta ad affidare una ragazzina che frequenta la sua villa e le sue cerimonie notturne a una persona di sua fiducia (una venticinquenne soubrette e igienista dentale trasformata in eletta del popolo).

In uno “Stato legislativo”, dove quel che conta è la legalità e chi esercita il potere agisce “in nome della legge”, le burocrazie sono “neutrali”, uno strumento puramente tecnico che serve orientamenti politici diversi e anche opposti. Berlusconi che non vuole essere l’anonimo esecutore di leggi e non intende governare in nome della legge, ma in nome di ciò che ritiene necessario a se stesso, pretende ora che la burocrazia dello Stato si trasformi in ufficio ubbidiente e sottomesso. Anche qui si misura un altro passo verso il precipizio perché fino a ieri – è sufficiente prendere atto del ruolo di Guido Bertolaso – il capo del governo pretendeva che le burocrazie condividessero la capacità di assumersi il suo stesso rischio politico, come fossero un’élite politica e non istituzionale. Oggi anche questo standard scolora, trasformando con un abuso di potere l’ufficio pubblico in un obbligo servile.

È soltanto una delle “violenze” che abbiamo sotto gli occhi.
Era già un abuso di potere telefonare in un pomeriggio di autunno del 2008, da un palazzo di Roma e senza conoscerla, a una ragazzina (Noemi Letizia) che sta facendo i compiti nella sua “cameretta” per sussurrarle ammirazione per “il volto angelico” e inviti a conservare la sua “purezza”. Era un abuso di potere ancora maggiore imporre ai genitori della ragazza di confermare la fiaba di “una decennale amicizia” con il premier, nata invece soltanto qualche tempo prima grazie a un book fotografico abbandonato da Emilio Fede sullo scrittoio presidenziale. È un abuso di potere – disonorevole per un uomo di Stato – trascurare la fragilità di una giovanissima ragazza, il suo evidente disagio umano e sociale, per afferrare soltanto la vitalità, la bellezza sfruttandone il bisogno e le ambiziosissime smanie. L’abuso di potere per Berlusconi ne annuncia sempre altri. Non occorre un mago Merlino per sapere che, nei prossimi giorni, una nuova “violenza” si scatenerà sulla ragazza. La poveretta, come è accaduto anche per Noemi Letizia, dovrà rettificare, correggere, negare, contraddirsi, smentire ciò che è scritto nero su bianco in un pugno di interrogatori che raccontano quanto disordinati siano tornati ad essere i comportamenti del capo del governo.
C’è qualcosa di notturno e patologico nel declino di una leadership sempre più affannosa e affannata. Nel suo crepuscolo se ne intravede il macroscopico deficit. È l’incapacità di interpretare una politica all’interno delle regole, costretta a adulterarsi in una perenne violenza istituzionale che non assicura alcun governo al Paese ma soltanto più tempo a chi governa. Già era arduo rassegnarsi a questo destino. Ora appare difficile accettare la cristallina inadeguatezza di Berlusconi. Il capo del governo appare incapace non solo di rispettare il livello di onore che la sua responsabilità dovrebbe imporgli, ma addirittura se stesso. Una previsione non può essere che cupa. L’Io ipertrofico di Berlusconi non ammette interlocutori, consigli, regole, critiche, equilibrio istituzionale, saggezza politica. Incapace di guardare in faccia la realtà che si cucina da solo, trascinerà irresponsabilmente il Paese nella sua caduta. Impedire questa rovina non può essere un dovere soltanto per le opposizioni.

5 commenti

  • i cittadini che l’hanno votato se lo meritano e che se lo tengano pure,
    ma per quale ragione l’ altra parte del popolo italiano deve accettare questo personaggio cosí rappresentativo della negazione democratica e incivile di un paese che ha combattuto la dittatura fascista ?

  • Magari l’altra parte del popolo avesse combattuto il fascismo.
    Si svegliò in vero dal lungo e connivente sonno dopo vent’annni e dopo tre anni di bombardamenti dal cielo e dal mare subiti con la tessera annonaria in mano,decidendosi in piccola parte a prendere le armi ed a combatterlo sul serio,non prima dello sbarco degli angloamericani in Sicilia,della defenestrazione del duce da parte di alcuni suoi “fedeli consiglieri” in orbace e dell’arresto inscenato dal reuccio e imperatore sciaboletta che l’aveva issato a capo di governo sostenendolo poi per vent’anni.
    E la storia,mutatis mutandis,si ripete,prima favorita dall’imperante analfabetismo delle masse,ora dalle imperanti menzogne rovesciate da vent’anni sul popolo dai tubi catodi e dagli schermi plasmatici pubblici e privati manovrati da pochi affaristi “scesi” a trasformare la politica e le istituzioni in una discarica.

  • Appunto,per quale ragione ?
    I due terzi dell’elettorato infatti,come ci ricorda qualche noto giornalista inglese,all’ultima infornata di imboscati a Montecitorio ed a Palazzo Madama,sistemati con nota legge elettorale truffaldina, gli scampati alle patrie galere,gli assetati di denaro ed i furbacchioni in cerca di un posto al sole e di una nutrita serie di privilegi vita natural durante,o non lo hanno votato o si sono variamente astenuti (il 25 % dell’elettorato = 10.000.000 circa di elettori) in parte schifati da una finta opposizione di parolai dediti all’inciucio,in parte composta da “quelli che guardano e lasciano fare”.
    Categoria pericolosa quest’ultima ancor più di “quelli che fanno del male”,come diceva la buonanima di A.Einstein che da buon ebreo se ne intendeva.
    Mi chiedo a chi si rivolgono i sondaggisti quando danno in testa alle loro cabale il Berlù.

  • Appunto,per quale ragione ?.
    Tanto più che “l’altra parte” del popolo che non ha votato il Berlù è costituita dai due terzi dell’elettorato italiano,comprendente essi in vero 10.000.000 circa di potenziali elettori i quali o hanno disertato le urne o hanno votato scheda bianca.
    Un atto politico che si è voluto ignorare da parte di un governo e di una maggioranza fittizia,frutto di una legge elettorale truffaldina definita porcata dallo stesso autore ma approvata e portata avanti tra i bla bla di Prodi e dell’intera sinistra.
    Una maggioranza che si è fatto di tutto in questi anni di diversivi e di menzogne televisive per darle legittimità e gabellarla come espressione reale della sovranità popolare e che soltanto da pochi mesi è stato invece scoperto il grave danno alla democrazia di questo Paese prodotto da tale truffa elettorale.

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