“La riforma è pronta”

20 Ott 2010

Il giorno dopo l’approvazione dell’emendamento Vizzini che sospende i procedimenti contro le alte cariche dello Stato anche per i fatti precedenti l’elezione, il punto sulla nuova legge del ministro Guardasigilli e del premier.

“La riforma della giustizia è praticamente pronta, stiamo cercando un accordo con tutte le forze politiche”. Un Silvio Berlusconi particolarmente aperto al dialogo annuncia che la settimana prossima i controversi cambiamenti che il governo vuole introdurre nel settore giustizia sono pronti a diventare legge. Il premier dunque accelera dopo il sostanziale accordo con i finiani sul Lodo Alfano ma poi torna all’attacco sulle intercettazioni. “Io – dice a sindacati e Confindustria convocati a Palazzo Chigi per parlare di fisco –  vivo con grande difficoltà che non si possa più utilizzare il telefono. E’ terribile essere in un Paese in cui non puoi avere la certezza di non essere intercettato. E’ qualcosa a cui dovremo rimediare”. Ma sul Lodo Alfano costituzionale il Pd annuncia opposizione dura: “E’ una legge inaccettabile e fare le barricate vuol dire che noi ci opporremo con tutte le forze che abbiamo in Parlamento e poi andremo al referendum perché noi non siamo disposti a risolvere i problemi di Berlusconi”.

Intanto, l ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a margine dell’assemblea dell’Upi a Catania, parlando del Lodo costituzionale che porta il suo nome, dice: “Stiamo lavorando a una riforma della Costituzione che va scritta con la dovuta ponderatezza, e noi crediamo di poter portare a compimento un buon lavoro che abbia come scopo quello di rendere più giusto il processo italiano, più funzionante la giustizia, più garantiti i cittadini, autonomi e indipendenti i magistrati giudicanti e inquirenti”. E spiega: “La nostra riforma della giustizia non avrà nessuna istanza di ritorsione nei confronti della magistratura, come la sinistra pregiudizievolmente afferma, e noi ribadiremo, e se possibile rafforzeremo, l’ autonomia e l’indipendenza della magistratura, sia inquirente sia giudicante, in un quadro di maggiore efficienza del sistema, di maggiore effettiva parità tra accuse e difesa e di un contesto in cui ad un organo più indipendente e meno corporativo non legato ai giochi di corrente della magistratura potrà essere anche esercitata la giustizia disciplinare”.

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