La commissione Affari costituzionali approva con 15 voti a favore e 7 contrari l’emendamento del relatore Carlo Vizzini al lodo Alfano in base al quale “i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare”. Voti favorevoli: 13 del Pdl e Lega più il finiano Maurizio Saia e il senatore dell’Mpa.
Il regime è alle corde: sono cominciati i famosi colpi di coda che molti hanno previsto. E, soprattutto, stanno venendo alla luce nuove inquietanti rivelazioni sulle origini finanziarie della fortuna del Cavaliere. Lo stop ai processi è il tentativo disperato di sottrarsi per sempre al giudice che naturalmente lo insegue. Non rimane che sperare in uno scatto di dignità del Parlamento.
Libertà e Giustizia, con tutte le forze sane di opposizione, si batterà contro questo ulteriore gravissimo attacco all’uguaglianza dei cittadini
Il testo proposto da Carlo Vizzini prevede che “i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio dei ministri, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare secondo le disposizioni della presente legge costituzionale”. Nel ‘pacchetto’ degli articoli del relatore viene dunque previsto che in caso venga esercitata da parte di un pm l’azione penale nei confronti di una di queste due cariche “entro i dieci giorni successivi l’imputato può chiedere all’autorità giudiziaria di trasmettere gli atti alle Camere”. A quel punto “entro novanta giorni”, vengono convocate, nel caso del capo dello Stato, le Camere in seduta comune, o nel caso del premier la sua Camera di appartenenza (il Senato se il premier non è deputato o senatore) e viene deliberato sulla sospensione del processo per tutta la durata della carica. La sospensione “non impedisce al giudice” di procedere per “l’assunzione delle prove non rinviabili”. Per quanto riguarda l’applicazione dello scudo un emendamento specifica che “le disposizioni di cui alla presente legge costituzionale si applicano anche nei casi in cui sia già stata esercitata l’azione penale alla data della sua entrata in vigore”.
Con la retroattività del Lodo Alfano è stata approvata una “mostruosità giuridica”, così “i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, potranno essere sospesi con deliberazione parlamentare”.
E questa la vorrebbero far passare come la RIFORMA della Giustizia?
Siamo nel regno dell’assurdo, dell’indecoroso e della vergogna più indegna che violando manifestamente la Costituzione procede ad assoluzione per via parlamentare.
In che modo verrà spiegata e motivata?
In questo SBrodolo ci intravvedo un ricatto-scambio- con la “riforma della legge elettorale”-il dibattito pare sia durato 5 minuti! Poi si è subito passati a quello che era il vero provvedimento importante per il centrodestra: il Lodo Alfano costituzionale.La vergogna delle vergogne.
“E la chiamano giustizia: chiamatela con il suo vero nome : IMPUNITA’!”
Che cosa significa “il regime è alle corde”?
E’ una sensazione che non condivido. Il Fascismo era una dittatura, ma il popolo era con il dittatore, plebiscitariamente, l’opposizione al regime era minoritaria.
Non siamo in una dittatura, e i cittadini votano.
I condizionamenti sono di vario tipo, ma ognuno sceglie da che cosa preferisce essere condizionato. Non possiamo continuare a dare delle colpe alle TV. Chi non vuole sapere, ha deciso che non vuol sapere, o che vuole fidarsi.
Questo non per dire che bisogna arrendersi, ma per comprendere che la situazione è molto più grave di quello che si pensa e che il senso civico di questo paese balla allegramente sull’orlo del baratro.
Saluti.
Silvana
La pubblicistica minoritaria di opposizione o critica nei confronti del padrone della maggioranza degli organi di “informazione” e di obnubilazione mentale degli elettori di questo povero Paese,telesuggestionali soprattutto,potrà ben poco se non minacciare a parole cataclismi contro i palesi abusi di potere,passati,attuali e futuri della classe politica corrotta e spregiudicata eletta da una minoranza di italiani,divenuta artificiosamente maggioranza grazie ad una propria legge elettorale truffaldina e all’assenza nel Paese di una classe politica dirigente onesta,capace,dotata di senso dello stato e perciò coerente con il giuramento di osservanza della sua legge fondamentale prestato prima di assumere poteri pubblici di governo o di rappresentanza della Nazione.
In atto (e chissà per quanti anni ancora) ,con la classe politica che ci ritroviamo,c’è poco da sperare. Un consiglio ?,espatriate se potete,possibilmente in uno dei paesi dell’area anglosassone o svedese.
Difficilmente ci ascolteranno, come le prime reazioni alle proteste dimostrano. Ma consiglierei, se non altro come testimonianza, di mandare una mail a Farefuturo. Io ho scritto così:
Egr. Dottor Filippo Rossi,
voglio esprimere il mio più profondo disgusto, sul piano umano, morale e politico, per la decisione di Futuro e Libertà di appoggiare la vergognosa legge Alfano, che salva il premier dai processi, con effetto per di più retroattivo. Aveva visto giusto, come sempre, Antonio Di Pietro: quello di Fini è un bluff. Io, da elettore di centrosinistra, avevo voluto dare un’apertura di credito al presidente della Camera, sperando che potesse aiutare il Paese a uscire dal pantano morale e dalla crisi democratica in cui è precipitato. Io e molti altri elettori di centrosinistra avevamo la speranza di trovarci finalmente di fronte a un avversario rispettoso dei princìpi costituzionali, a un interlocutore credibile e affidabile. Avevamo provato una sincera solidarietà per Fini di fronte alle aggressioni mediatiche a cui è stato sottoposto ultimamente. La decisione sul “cosiddetto Lodo Alfano” cancella tutti i buoni propositi di questi mesi. Mi rivolgo a Lei perché ha usato recentemente parole forti, chiare, nette. Con l’onestà intellettuale che ha dimostrato, non potrà negare l’evidenza. Con questa decisione, se verrà confermata, Futuro e Libertà ha perso la faccia. In nessun paese democratico che si rispetti è prevista l’impunità per il premier, al contrario di quello che i giocolieri della politica e del giornalismo raccontano agli italiani. Il diritto, sacrosanto, di difendersi dalle accuse deve esercitarsi all’interno del processo, nel rispetto dell’uguaglianza davanti alla Legge, sancita dalla nostra bellissima Costituzione. Invito il presidente della Camera e i parlamentari di Futuro e Libertà a guardare oltre i miseri tornaconti della politica di piccolo cabotaggio, a temere il giudizio della storia, che non prevede, fortunatamente, “lodi” e “salvacondotti”.
Distinti saluti.
Il testo approvato dalla commissione Affari costituzionali:
“i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio dei ministri, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare secondo le disposizioni della presente legge costituzionale”
è palesamente contrario al principio “La legge è uguale per tutti”. E’ altrettanto palesamente scritto per sotrarre il Presidente del Consiglio (che questo testo cerca di nascondere dietro la figura del Presidente della Repubblica) dalle sue responsabilità delle sue proprie azioni.
Dobbiamo fare un appello, la madre di tutti gli appelli, per bloccare l’avanzamento di un’azione così iniqua, soprattutto nei confronti della cittadinanza italiana.