Onida: ripristinare legalità e diritto per salvare Milano

15 Ott 2010

Dopo Stefano Boeri e in attesa, mercoledì 20 di Giuliano Pisapia, ieri l’incontro con Valerio Onida. L’ex presidente della Corte Costituzionale ha scaldato la platea con un discorso piano nei toni ma forte e risoluto nei contenuti. C’è un elettorato da riconquistare sul terreno della legalità e del diritto, c’è una città da recuperare e da restituire ai suoi cittadini

Sala gremita, in prima fila ad ascoltare Valerio Onida, molti supporter dell’ex presidente emerito della Corte Costituzionale, tra cui Umberto Eco e Corrado Stajano, che a Milano ha dedicato il suo ultimo libro (La Città degli untori) e che alla fine leggerà un elogio del secondo candidato sindaco ospitato da LeG. Presente anche Mariuccia Mandelli, che ha generosamente messo a disposizione Spazio Krizia per la serie di incontri organizzati in vista delle primarie di novembre. Molti fan ma anche tanti cittadini milanesi che non hanno ancora scelto e sono venuti a farsi un’opinione.
“Chi gliel’ha fatta fare, professore?” esordisce Gianni Barbacetto, giornalista de Il Fatto, che coordina la serata.
Per dare una svolta alla città, una città che è in mano al centro destra da 18 anni e a cui la sinistra sembra incapace di parlare. Eppure, sottolinea Onida, c’è tutto un tessuto di società civile che opera nel sociale, nel volontariato, il cosiddetto terzo settore che va ascoltato e che è in grado di accogliere una proposta innovativa. Certo, i segnali negativi ci sono tutti, soprattutto per chi ricorda una Milano diversa, quella del socialismo liberale e del cattolicesimo sociale, tradizioni che sembrano perse e dimenticate in una città afflitta dall’individualismo, dall’egoismo e dall’indifferenza, in cui le istituzioni sono spesso assenti e quando ci sono, parlano alla pancia della gente, fomentando episodi di intolleranza e di razzismo. Il taxista ridotto in fin di vita per aver investito un cane o lo sgombero forzoso del campo Rom di via Rubattino, sono solo la punta dell’iceberg di una situazione degradata, dove legalità e diritto non hanno cittadinanza. Legalità e diritto da ripristinare anche rispetto alle infiltrazioni mafiose che soffocano una ripresa sana della città e che Berlusconi ha invece spesso liquidato con sufficienza. Le mafie vanno dove c’è denaro e potere, e Milano possiede entrambi i requisiti.
“La prima cosa che farebbe, se diventasse sindaco?”
“Una casa per tutti”, a costo di apparire populista, è questa la priorità per il giurista milanese. In città mancano 20.000 alloggi, quelli di cui usufruirebbero i ceti medi e medio bassi, visto che invece l’offerta di lusso non manca. Occorre pianificare lo sviluppo della città, sfatare l’idea che ci siano due Milano, quella borghese e ricca del centro urbano e quella degradata, da mettere sotto coprifuoco della periferia. E qui Onida cita come modello da imitare il miracolo del Parco Trotter, con la sua scuola multietnica. Bisogna far funzionare la macchina amministrativa, il Comune di Milano ha 16 mila dipendenti ma una domanda aspetta più di un anno per essere evasa. Le istituzioni si devono mettere a servizio della cittadinanza, Milano non può essere governata da Arcore.
“Dopo le primarie che succede?” chiede Barbacetto.
All’indomani della consultazione, il candidato vincente dovrà lavorare con gli altri, c’è un elettorato da conquistare, una platea molto più larga di quella espressa dai partiti del centro sinistra. E occorre che la Milano che crede ancora nella politica, che riesce ancora ad esprimere passione civile, abbandoni pessimismo e rassegnazione, si rimbocchi le maniche perché questa tornata elettorale, se ce la mettiamo tutta e tutti, potrà forse avere degli esiti diversi da quelle passate.
I video della serata

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