Salerno-Reggio Calabria: tutti i tira-e-molla del governo

14 Ott 2010

Nella storia infinita dei lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria, tutti smentiscono tutti. L’Anas smentisce Berlusconi, il preposto ministro Matteoli smentisce tutti e due e Castelli, suo vice al dicastero delle Infratrutture, lo smentisce, accreditando quanto sostenuto dal premier nel discorso sulla fiducia di fine settembre. Ma in aula viene messo alle strette dall’Udc

L’Anas smentisce Berlusconi, ma il ministro delle Infrastrutture Matteoli smentisce tutti e due, salvo poi che il suo vice Castelli smentisca – stamani alla Camera – il suo ministro per sottoscrivere le solite, ottimistiche promesse del presidente del Consiglio. Ma poche ore prima il CdA dell’Anas aveva ancora corretto il tiro! Il già grottesco balletto intorno alla conclusione dei lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria è diventato dunque assolutamente insopportabile: un tira-e-molla giustificato solo dalla confusione (nello stesso dicastero), dalla demagogia (specialità berlusconiana), dall’irresponsabilità manageriale (dell’Anas, che oramai si fa scudo delle imprese della criminalità organizzata per giustificare i suoi ritardi).

L’occasione-verifica del caos è stata data dalla discussione, in aula, dell’interpellanza con cui l’Udc era tornata a chieder conto non solo dei ritardi spaventosi (per realizzare negli Anni Sessanta la autostrada originaria ci vollero 11 anni, per la “nuova” non meno di 18), e non solo dei costi spaventosi (se andasse bene, saranno quasi 10 miliardi: quattro volte di più di quanto costò la prima A3), quanto anche della mitica fine dei lavori.

L’interpellante (Mauro Libè sostituiva il primo firmatario Pierferdinando Casini, che aveva sbugiardato Berlusconi su quest’avventura), dopo aver snocciolato questi e altri dati, ha insistito sulle palesi contraddizioni nei pronostici sulla data-termine. Proprio il presidente del Consiglio, nel dibattito sulla fiducia, a fine settembre, aveva annunciato a Montecitorio il completamento dell’opera per il 2013 (ma un quarto d’ora prima il Cipe aveva deciso un taglio delle risorse per 178 milioni). Ma lo stesso giorno, sul sito del ministero, Matteoli smentiva Berlusconi: “l’A3 sarà dunque pronta per il 90 per cento entro il 2014”. Attenzione: per il 90%. Sito dell’Anas: “Ultimati e fruibili 209 chilometri, in esecuzione o in fase di gara 165 chilometri (…) si prevede la fruibilità entro il 2014”. Attenzione: si prevede. Poi, l’altro ieri, il consiglio d’amministrazione della stessa Anas ha precisato che, per la fine del 2013, sarà completato solo l’86%.

Ma ora Castelli, pur convinto – su quali basi? – che tutto si risolverà un anno prima di quanto “previsto” proprio dall’Anas, ammette complicazioni finanziarie e pretende di giustificare il taglio Cipe. Le complicazioni: “Per la realizzazione delle tratte in avanzata fase di progettazione, 60 chilometri, sono ancora necessari circa 2,5 miliardi di euro di nuovi finanziamenti”. Castelli non ha precisato dove, come e quando verrà reperita questa enorme cifra che porterà il costo complessivo e finale “a circa 9,8 miliardi, ossia intorno ai 22 milioni a chilometro”. Cifra sbalorditiva? Macché, per Castelli: “Meno che per il passante di Mestre e ancor meno che per la variante di valico”. Quanto al “lamentato” taglio di 178 milioni è “soltanto una rimodulazione degli investimenti e non un definanziamento: i fondi sono serviti per l’alluvione di Giampilieri”. E a questa destinazione altra dei soldi su diversi e pur delicati obiettivi ora si applica una definizione più soft: rimodulazione. Quanta ipocrisia.

Poi, da parte ancora di Castelli, un elenco, per il vero piuttosto impressionante ma che non può far da alibi, del ruolo della criminalità organizzata: dal 2005 al oggi  215 atti criminosi: dalle esplosioni ai danneggiamenti dei mezzi, dagli incendi dolosi ai furti, alle minacce a mano a armata. E quando si tratta di danneggiamento delle macchine (mezzi sofisticati ad alta tecnologia) “i pezzi di ricambio non sono di immediato reperimento e si provoca un blocco dei lavori anche per settimane”. La replica dell’interpellante: “Gli spot lanciati mediaticamente non funzionano”, “Da parte vostra c’è una programmazione disordinata o quanto meno ottimistica”, “Non si cerca neanche di gestire gli imprevisti”, “Per cortesia, cominciate a parlare del ponte sullo Stretto solo quando sarà completata davvero l’autostrada”.

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