Ammettiamo, per ipotesi, che non ci sia una crisi di governo, che non si voti a marzo, che Berlusconi e Fini riescano a trovare un modo per convivere fino alla scadenza della legislatura. Per conseguenza, anche i progetti (le velleità) di ribaltoni e governi tecnici, circolati in questi giorni, dovrebbero essere accantonati. Se ciò accadesse, nel giro di qualche mese, potrebbe verificarsi un miracolo: la classe politica potrebbe essere indotta a ritornare sul tema della riforma elettorale trattandolo, questa volta, con serietà, anziché nel modo scriteriato, agitatorio, sfacciatamente partigiano e, in definitiva, stupido, con cui lo ha evocato negli ultimi tempi.
Berlusconiani e leghisti potrebbero rilassarsi un po’ e smetterla di trattare la legge elettorale oggi in vigore come se fosse la linea del Piave, attribuendole virtù che non possiede. Oltre a tutto, sanno che con l’attuale sistema, dopo la defezione di Fini, non potrebbero riconquistare la maggioranza al Senato. A sua volta, il Partito democratico potrebbe smetterla di agitare il tema della riforma elettorale come un espediente per «fare fuori» Berlusconi, uno strumento per aggregare il fronte antiberlusconiano. I centristi, infine, potrebbero astenersi dall’evocare riforme tagliate sulle loro specifiche esigenze. Venute meno la concitazione e l’urgenza della «resa dei conti», ci sarebbe forse spazio per una riconsiderazione pacata del tema.
Ricondotti dalla forza delle cose alla ragionevolezza i partiti potrebbero prima o poi riconoscere che per fare una buona riforma elettorale occorre rispettare due regole. Numero uno: la riforma non può essere fatta «contro» qualcuno, necessita dell’assenso sia dei grandi che dei medi partiti. Regola numero due: richiede che sia operante, almeno in una certa misura, il «velo d’ignoranza». Significa che la riforma non può essere costruita in modo tale da avvantaggiare manifestamente qualcuno. Questa è la ragione per cui bisognerebbe subito togliere dal tavolo l’ipotesi del cosiddetto sistema «tedesco» (proporzionale con sbarramento al cinque per cento). I sistemi elettorali producono effetti diversi nelle diverse situazioni storiche. In Italia, il cosiddetto sistema tedesco avrebbe l’effetto di dare ai centristi la quasi certezza, comunque vadano le elezioni, di stare comunque al governo, vuoi con la sinistra vuoi con la destra. Più che un sistema «alla tedesca» sarebbe un sistema «alla Casini» (il leader dell’Udc non me ne voglia). Viene violata la regola numero due. Niente velo di ignoranza. Per giunta, o proprio per questo, quel sistema è inaccettabile per i berlusconiani. Dunque, non si può fare. Meglio cambiare musica.
Se si cambia musica non ci si può che indirizzare verso una qualche forma di maggioritario con collegi uninominali. Qui la divisione tradizionale è sempre stata fra sostenitori del turno unico e sostenitori del doppio turno. Ma esiste, come vedremo, anche una terza possibilità che potrebbe ricomporre quella storica frattura e, ciò che più conta, potrebbe non dispiacere ai grandi e medi partiti oggi presenti (Popolo della Libertà, Lega, Finiani, Centristi, Democratici). La soluzione possibile comincia a farsi strada grazie al lavoro di un gruppo, espressione delle più diverse tendenze, di politici e intellettuali che ha visto fin qui come animatori personalità quali Pietro Ichino, Marco Pannella, Mario Baldassarri, Antonio Martino, e che ha appena costituito una «Lega per l’uninominale» cui hanno già aderito una trentina di parlamentari sia della maggioranza che dell’opposizione. E che gode anche del sostegno di studiosi e esperti indipendenti.
La soluzione possibile è la seguente: sistema maggioritario con collegi uninominali e a turno unico (come in Gran Bretagna) ma, e sta qui la novità, con la facoltà per l’elettore di dare non uno ma due voti (una prima e una seconda scelta). Vince il seggio il candidato che ottiene più voti sommando prime e seconde scelte. È una variante del sistema australiano ed è stato utilizzato recentemente nella sfida elettorale interna al Partito laburista britannico fra i fratelli Ed e David Miliband. L’effetto «sistemico» sarebbe quello di ridurre la frammentazione politica: in ciascun collegio avrebbero reali chance di vittoria non più di tre o quattro candidati. Soprattutto, è una proposta che garantisce il velo di ignoranza e, pertanto, può superare i veti incrociati.
A destra, il sistema delle due scelte a turno unico consentirebbe al Popolo della Libertà e alla Lega di perseverare nella loro «alleanza competitiva» al Nord lasciando impregiudicato il risultato. La stessa cosa varrebbe, nel Centro e nel Sud, nella competizione fra berlusconiani e finiani.
A sinistra, il Partito democratico giocherebbe sulle prime scelte degli elettori soprattutto nelle sue tradizionali aree di insediamento ma potrebbe anche risultare più competitivo di oggi in altre aree se riuscisse a intercettare un numero alto di seconde scelte. Inoltre, anche senza doppio turno, il Pd potrebbe, grazie al doppio voto, mettere a punto una sua strategia delle alleanze.
Il sistema, che punisce le formazioni piccole, costringerebbe, inoltre, Di Pietro, Vendola ed altri, a creare una aggregazione a sinistra del Pd con lo scopo di sommare ai propri voti le seconde scelte degli elettori di quel partito. I centristi di Casini, infine, non sarebbero affatto penalizzati a priori. Grazie alla collocazione di centro potrebbero sperare di intercettare le seconde scelte sia di una parte degli elettori del centrodestra che di una parte di quelli del centrosinistra.
Il sistema ipotizzato punisce severamente le micro-formazioni ma lascia impregiudicato il risultato di quelle grandi e medie. Accanto al pregio di ridurre la frammentazione politica, ne avrebbe anche un altro. Renderebbe meno conveniente la violenza verbale. Nessuno potrebbe rinunciare alla propria identità (perderebbe i suoi elettori) ma l’obbligo di andare a caccia anche di seconde scelte favorirebbe, nel confronto fra avversari, una maggiore moderazione di linguaggio e toni. Forse, ragionando di riforma elettorale sarebbe il caso di partire da qui. Anziché continuare nella inutile, e sempre più stanca, riproposizione di ricette confezionate con espliciti intenti partigiani.
SEMIALTERNO un concentrato di semplicità per un sistema elettorale a bipolarismo dinamico concorrenziale aperto ed auto correttivo quale autentica riforma senza veti!
Realistica la diagnosi dell’italico teatrino della politica esposto da Panebianco, ulteriore riprova dell’abnorme autoreferenzialità raggiunta dalla nostrana casta politica che, per mancanza di concorrenza s’impegna esclusivamente ad esercitare lo sport dei veti incrociati per aumentarsi cinicamente sempre più la posta in gioco. Casta sempre più sorda a quanto le accade intorno giacché insensibile al degrado in corso quando come “Sistema Paese” stiamo in continuazione perdendo posizioni in competitività e qualità della vita nel compendio mondiale in quanto ogni partito cerca di tirare la coperta dalla propria parte disinteressandosi di quello del Belpaese nel suo complesso. Pertanto, così continuando anche per la questione elettorale non ci si permetterà di addivenire ad alcuna concreta organica fisiologica soluzione nonostante, i nostri tempi sempre più reclamino innovazioni. Esigenza che già trasuda essendo questo un momento cruciale di cambio dei paradigmi e tutti si stanno muovendosi. Particolarmente sui fronti dei meccanismi elettorali, molte sono le novità in allestimento ad ogni latitudine aperte tendenti a far tramontare le obsolescenze in corso che ci mantengono ingessate a quelle statuizioni formalmente corrette ribadite ancora da Weber, per poter iniziare ad evolvere verso un più inclusivo bipolarismo concorrenziale aperto! Per potersi minimamente allineare a quanto la contingente realtà pretende che per mainstream convergenze reclama “new normal” inediti adeguamenti attraverso soluzioni appunto a bipolarismo dinamico concorrenziale aperto quanto in ultima analisi il sistema SEMIALTERNO propugna! Sistema il SEMIALTERNO che strutturandosi su una base proporzionale viene sostituito da una mandata al maggioritario in caso di fine anticipata della legislatura, ma, in questa evenienza la legislatura entrante non può modificare la Costituzione dopo la quale comunque, si ritornerà a mandate a base proporzionale!
Salomonica draconiana soluzione che il SEMIALTERNO prefigura e propugna per poter iniettare nella politica quella effettiva necessaria competizione indispensabile ed ingenerare un autentico dinamico virtuoso bipolarismo concorrenziale auto correttivo aperto nello spazio tempo ed iniziare ad invertire quel trend d’autoreferenzialità in cui la casta tende sempre più cullarsi nei privilegi che potrebbero nel breve termine, ricondurci a ripercorrere a ritroso la storia rischiando di ritrovarci in condizioni sempre più incontrovertibili a scapito del nostro Belpaese nel suo insieme e del cittadino elettore, utente, consumatore, ecc..
L’esigenza d’addivenire a questi “new normal” adeguamenti trasuda ormai ovunque giacché la si evince ormai su tutti i fronti, livelli e versanti data la sempre maggiore pervasività delle nuove tecnologie e da internet che rendendo sempre più liquida la realtà. Dimensione che ci evidenzia quanto glocali – vicini siamo ormai divenute sempre più gli eventi nel mondo con capaci di riprodurre talora, ripercussione ovunque! La genesi e lo sviluppo dell’impellente crisi recessiva che ci assilla dovrebbe permetterci di capire che democrazia e mercato non possono che essere facce della medesima medaglia che reclamano improcrastinabili inediti adeguamenti a check and balance & feed back criterio sia nel micro che nel macro per acquisire quelle indispensabili – global legal rules! L’esigenza d’aggiornamento in tal senso si evince da come ogni paese si stia muovendo nella compagine mondiale anche sul fronte dei meccanismi elettorali iniziando dai Britannici che stanno buttano all‘aria il loro considerato inespugnabile classico Westminster – Maggioritario all’uninominale per passare al Proporzionale ai Californiani che con la Top Two sparigliano anche i presidenziali dove, liberalizzando gli accessi ed aprili a tutte le conformazioni politiche per le primarie contribuiscono ad ingenerare un’epocale rivoluzione su questi versanti!?
Pertanto assurdo supporre come sponsorizza Panebianco di poter risolvere l’italica peculiarità lasciandone la prerogativa ad un solito sparuto gruppo di politici che s’abbaglia a filo Australiane soluzione a voto alternativo quando quello stesso modello è stato già abbandonato da molti perché reputate inefficaci avendo rilevato in quel modello intrinseche criticità che portano a deadlock situazioni con analoghe “Hung Parlament” quanto abbiamo già visto alle ultime elezioni in Australia! Appunto quella menzionata terza possibilità: sistema maggioritario con collegi uninominali e a turno unico con la facoltà per l’elettore di dare non uno ma due voti quale variante del sistema Australiano è già stata sorpassata dalla storia e dalla cronaca delle ultime elezioni in Australia quanto dai Britannici che l’hanno scartata per il Proporzionale. Appunto, tale variante è da considerarsi vecchia sin dal suo italico “ri-concepimento” giacché questo modello è già stato escluso dai Britannici quando a seguito delle ultime elezioni si sono ritrovati con un Parlamento bloccato – “Hung Parlament” Allora, dopo aver vagliato attraverso opportune simulazioni che se fosse stato applicato da loro un modello analogo a quello australiano avrebbe dato il medesimo esito di patta analogo a quanto hanno ottenuto questo comprovato da una commissione d’esperti pertanto i Britannici l’hanno scartato come modello inefficace in favore del proporzionale.
Inefficacia successivamente praticamente comprovata in Australia dal risultato di patta riprodotto fra i laburisti che erano al governo e la coalizione dei conservatori guidata dal partito liberale un “deadlock” ottenuto alle ultime elezioni del 6 maggio 2010 che appunto riproduceva un “Hung Parlament”!
Pertanto, il governo Cameron frutto di una coalizione Tory LibDem una soluzione governativa impensabile fino all’altro ieri per taluni “idiosincratici” quelli, che consideravano il modello Westminster un inalienabile faro per tutta l’umanità?! Purtroppo, di fronte all’incedere di una realtà sempre più globalizzata e liquida, ineludibilmente, tutti si debbono ricredere, giacché anche ai fari risulta impossibile far luce ai “propri piedi”! Quindi, dati questi presupposti ed in conseguenza degli insopprimibili stravolgimenti paradigmatici in corso che il nostro tempo promuove grazie alle nuove tecnologie in pervasiva costante ulteriore penetrazione, anche i pragmatici Britannici dopo oggettive analisi attraverso minuziose simulazioni ad hoc hanno scartato ogni eventuale soluzione filo australiana pur sussistendone nel merito approfonditi studi sul Voto alternativo VA+ (Voto Alternativo Plus) proposti ancora da precedenti Commissioni iniziate già nel 1998 da Jenkins.
Pertanto, i Britannici hanno dopo avere scelto di non volersi impiccare a quei modelli Australiani hanno deciso di rivolgersi al Proporzionale; quello che abbiamo (casualmente) abbandonato noi, con la Prima Repubblica!? Così facendo hanno definitivamente dichiarato il downgrading al loro classico modello Westmister quanto a quello australiano a voto trasferibile!
Imperoché, i Britannici stanno percorrendo la medesima “Odissea” che noi però da decenni stiamo attraversando ed in senso contrario. Inoltre, noi ci siamo impaludati in modelli ibridi limitati e limitanti quanto risulta esserlo il nostro Porcellum (e quanto lo è stato il precedente suo analogo Mattarellum). Appunto, i Britannici stanno abbandonano il Maggioritario all’uninominale per abbracciare il Proporzionale, un percorso che inequivocabilmente li porterà verso quel più completo latente sistema “SEMIALTERNO”. Sistema il SEMIALTERNO che sottotraccia si perpetua non ancora codificato sin dai più remoti tempi, dallo stesso concepimento della democrazia che enuclea appunto il SEMIALTERNO. Deducibile questo dai repentini cambi d’induzione che un semplice excursus storico potrebbe riassumere per la stessa italica cronistoria sui modelli elettorali; dalla quale si dovrebbe evincere la necessità che per ottenere un completo sistema indispensabile risulta che esso ineludibilmente assuma nella propria articolazione dei suoi meccanismi la più estesa possibilità espansiva in senso centripeto quanto centrifugo quali indispensabili per reputarsi sistema: quanto il SEMIALTERNO enuclea!
Giacché solo adottando sistemi a meccanismi elettorale capaci di chiudere il ciclo induttivo: “centripeto – centrifugo” si potranno liberalizzare virtuose efficaci opportunità risolutive governative e renderle efficienti ed efficaci quanto il SEMIALTERNO propugna rispetto ai soliti vetusti tradizionali modelli (Maggioritari e/o Proporzionali e quelli misti) del genere rigido lineare a perpetua ripetitività imperniata induttivamente su una sola dinamica o centripeta o quella solo centrifuga: un senso unico che preclude effettive concorrenziali opportunità risolutive più efficaci ed efficienti giacché escludono riprodurre efficaci competitività.
Pertanto, serve saper superare quei vetusti modelli inchiodati al solo verso:
• centripeto caratteristica insita nei modelli Maggioritari
oppure bloccati su quello suo contrario
• centrifugo quanto i modelli Proporzionali enucleano.
Modelli questi ultimi incapaci di completare quel suddetto ciclo induttivo centripeto – centrifugo pertanto lasciano aperto spazio alla sola speculazione per innestare quel vizioso trend d’autoreferenzialità tale da precludere opportunità alla libera competizione. Una siffatta inefficienza risulta esserlo anche per i modelli ibridi: Mattarellum e l’attuale Porcellum giacché mai potranno fregiarsi degli attributi di sistema in quanto oltre ai suddetti vizi permettono ad un manipolo di politici di casta di nominare l’intero Parlamento italiano! Appunto, cosicché altrettanto inefficienti risultano essere i modelli misti ibridi che risultano essere delle chimere diventano concrete caselle appartenenti a quel solito famigerato gioco dell’oca in perpetuo tendenziale ripristino strutturato di quei soliti pit-stops fatti d’inutili referendum e/o sempre nuove infruttuose bicamerali per mantenere sempre gli stessi meccanismi elettorali transitivi e rendersi appunto, come casta politica sempre più intransitiva: giacché alcun potere si autolimita!? Gli ibridi rappresentano semplici chimere ottenute da parzialità d’articolazioni: centripeto centrifughe che, per quanto perfezionate mai potranno compensare e mai potranno rimuoverne il difetto pur illudendo di poterne ampliarne le loro possibilità, dato che la loro limitatezza resterà sempre tale: limitata e limitante. Giacché alcuna protesi, infatti, mai potrà risolvere le cause della sua necessità che solo un’autentica fisiologia sistemica potrebbe risolvere ed assolvere quanto il SEMIALTERNO propugna!
Esigenza d’evoluzione in questo new normal senso viene avvalorata quotidianamente dal fatto che il nostro contesto è molto diverso rispetto al compassato essendo da molto tramontato il genere della democrazia paternalistico discente nella quale ci si poteva lasciar trascinare da modelli limitati, lineari, rigido ripetitivi del compassato. Pertanto grazie ai Californiani anche i Presidenziali non possono dormire tranquilli giacché anche in quel contesto americano stanno iniziando a sgorgare novità sotto il profilo elettorale ed appunto, i California hanno dimostrano di saper buttare in avanti la palla della democrazia ed a seguito di un referendum propositivo che la loro Costituzione concede. Pertanto, dal 2011 con la “Proposition 14” i Californiani potranno adottare le primarie a bipolarismo aperto a tutto tondo ed a tutto campo aperto a tutte le opzioni politiche che vorranno avere visibilità quanto appunto la “TOP TWO” soluzione permette.
Perciò là, ogni partito potrà contestualmente mettersi in competizione nello stesso giorno e presentare i propri candidati alle primarie, dopodiché, solo i primi due “Top TWO” che sortiranno potranno successivamente effettivamente scendere in competizione determinando da essa chi potrà essere eletto.
Quindi solo in un siffatto nuovo modo i Californiani potranno iniziare a liberarsi dalla cattività del Maggioritario ch’imprigiona e schiaccia in un anacronistico bipartisan inciucio autoreferenziale a soli repubblicani o democratici che solo attraverso la TOP TWO potranno risolvere!
Ora, nonostante tutte queste innovazioni in attuazione, alcuni sagaci nostrani politici di casta intendono propinarci prossimamente, un altrettanto intrinsecamente limato e limitante modello “Maggioritario all’uninominale” che pur con varianti è stato appena riconosciuto incompleto in quanto per downgrading gli stessi Britannici hanno inteso non prender in considerazione abbandonandolo al suo destino di continuare ad esistere per soddisfare il novizio italico gruppo “d’importatori d’acqua calda” efficace per l’elezione dei segretari di un partito riconosciuto efficace per la sfida elettorale fra i fratelli Ed e David Miliband ma, per gli stessi Britannici considerato inefficace per scegliere il leader ed il governo di un paese! Opportunità che si potrebbe imitare e sfruttare anche per l’Italia dove tutto continua a rimanere anche su quel fronte blindato all’autoreferenzialità non per niente vantiamo il parco politico più vetusto al mondo dopo la Corea del Nord – effetto dei soliti circoli viziosi dove, a comandare risultano essere sempre le stesse persone! I pragmatica Britannici per le questioni elettorali stanno rivolgendosi al proporzionale soluzione prodroma a poter sfociare nell’idealtipo sistema SEMIALTERNO «sistemico concentrato di semplicità» indispensabile per poter massimizzare: governabilità, rappresentatività, economicità implementando contestualmente una responsabile sussidiarietà. Sistema il SEMIALTERNO che contribuisce ad effettivamente ridurre la frammentazione politica aspetto ottenibile grazie all’insito suo completo adattivo meccanismo ad articolazione centripeto centrifuga estesa completa che permette d’essere “autocorrettivo” senza dover ogniqualvolta intercedere a quei soliti ciclici (speculativi) momenti istituzionali che si caratterizzano di quei volubili suddetti “pitstops” fatti di inconcludenti bicamerali e neutralizzati referendum!
Proprio perché i sistemi elettorali producono effetti diversi nelle diverse situazioni storiche, fondamentale diventa indispensabile acquisirne di inediti (Monod) concretizzandoli in modo che la riforma venga effettivamente costruita in modo tale da non avvantaggiare manifestamente alcuno ma che tenga conto prioritariamente dell’interesse generale del Belpaese e del cittadino utente , consumatore, ecc. questo per non continuare a soccombere!
Giacché, or giunti nel terzo millennio nell’era della rete occorre saper abbandonare l’obsolescenza comprensiva d’ogni anacronistico bipartisan bipartitismo chiuso quello d’oltreoceano espresso che ha confezionato e riversato a livello globale l’attuale crisi recessiva! Una nuova era si sta aprendo che ci costringerà a dover diversamente combattere su molti fronti per effettivamente estendere un’autentica pervasiva e sempre più inclusiva cittadinanza!
Pertanto, urge sapersi attrezzare iniziando col ridurre l’incombente elefantismo politico burocratico che ci assillerà sempre più così continuando e rischiando di soffocarci se non si provvederà ad invertirne questo elefantiaco trend d’ulteriormente infoltire i livelli di burocrazia: le comunità di valle quando si dava per scontato l’eliminazione delle province?
Appunto, se si continuerà ad infoltire la burocrazia vana risulterà l’aspirazione di poter risultare competitivi quando la nostra maggiore scolarizzazione rispetto ai paesi emergenti dovrebbe permetterci di sviluppare l’organizzazione funzionale in modo tale da sempre più ridurre le filiere d’ogni genere e fatta come quanto già avviene nell’ambito produttivo. Pertanto urgerebbe meglio saper assorbire quanto le nuove tecnologie ed internet permettono di ridurre in altrettanto modo i livelli politico-amministrativi e non di aumentarli come anacronisticamente sembra si stia facendo nell’ambito nostrano ed italico rispetto a quanto la realtà diversamente reclamerebbe una ben più drastica riduzione a tendenziali solo due snelli maggiori livelli: locale e generale di una siffatta sempre più piramidale faraonica organizzazione politico-amministrativa che così facendo ineludibilmente non potrà nel breve che soffocarci.
Quindi, su molti fronti urgono aggiustamenti e non ultimo provvedere a dare opportuna regolamentazione all’art. 49 affinché il tutto non continui ad avvitarsi su se stesso diventano sempre più autoreferenziale, urge rendere simmetriche le cose sul versante dei meccanismi delle leggi elettorali provvedendo innanzitutto a renderli completi quanto il SEMIALTERNO enuclea per sintonizzarci ai tempi che una moderna democrazia. Democrazie che reclama potersi sviluppare lungo la traiettoria segnata da aspirazioni ideali che sempre sopravanzano le condizioni reali in asintote miglioramento incrementale per dissipare deterrenza, autoreferenzialità rischi autoritari… e ridurre sempre più quel gap che s’insinua tra ciò che la democrazia dovrebbe essere dall’esserlo in quanto: “Ciò che la democrazia è non può esser disgiunto da ciò che la democrazia dovrebbe essere!” Sartori Allora, essendo la democrazia un mezzo abbisognerà come prerequisiti anche meccanismi elettorali che potranno aumentarne sempre più efficienza ed efficacia quanto più risulteranno allo scopo strutturalmente integri e completi e capaci di riprodurre un bipolarismo concorrenziale aperto quanto il SEMIALTERNO propugna per tutti coloro che la vorranno cavalcare, vivere e condividere!
Urge ulteriormente risolvere i soliti inevasi propositi perennemente elencati ed rimandati:
• Ridefinire i poteri tra Esecutivo e Parlamento e rafforzare il potere del governo sul processo legislativo ricorrendo anche a legge ordinaria o con modifiche dei regolamenti, senza il complesso iter delle riforme costituzionali per conferire al premier il diritto di fissare priorità per l’ordine del giorno, stabilendo l’obbligo del parere favorevole del Tesoro (e/o art. 81) su leggi che comportino aumenti di spesa o diminuzione di entrata, dando priorità e tempi certi per i progetti del Governo;
• Istituzionalizzare il metodo con una legge che colleghi il finanziamento pubblico dei partiti, all’articolo 49.
• Occorre un concreto dimezzamento del pletorico numero dei Parlamentari (a 300 alla Camera e 50 al Senato) rispetto alla misera anacronistica riduzione in percentuale prevista dalla bozza Violante… un abbozza che umilierebbe il tanto vantato italico Europeismo!? Giacché basterebbe semplicemente recepire dal Parlamento europeo le direttive, le normative senza frenarne con la solita “nostrana plutocratica retorica” quelli opportuni adeguamenti là legiferati! Perché un netto dimezzamento numerico dei Parlamentari dimostrerebbe una più attenta volontà e propensione alla razionalizzazione;
• Che il federalismo riconosca centralità alle città e non solo alle regioni che spesso si rilevano essere dei semplici carrozzoni burocratici;
• Dimostrare nel contempo quella necessaria sensibilità ad accogliere ed introdurre quella reale “governance documentale” come già sta avvenendo da tempo in molti paesi del nord Europa in quanto solo razionalizzando i flussi documentali si potrebbero risparmiare economicamente fino al 30%. Questa potrebbe rappresentare un’ulteriore prerogativa per liberarsi dalla nostrana pluto burocrazia e dall’inefficienza per diventare così veri imprenditori di se stesse sintonizzandoci come veri “civil citezen prosumer – in a real stakeholder citizen engagement” come suggerisce A. Toffler futurologo!
Giacché solo avendo a cuore il proprio destino si potrà perseguire e realizzare quella propria personale ambita autonomia indispensabile a potersi riscattare da quell’ancoraggio in si permane condizionati da un siffatto italico imprinting che si caratterizza per varie costanti ricorsività date da: un paternalismo discente, una pervasiva cooptazione, un famelico nepotismo ed un endemico familismo, ecc.
Pertanto, indifferibile risulterebbe poter:
• Rendere più specifiche le funzioni delle Camere rispetto all’attuale ridondate doppione legiferante quindi, chiudere il bicameralismo “perfetto” per dare consistenza ad un Senato Federale;
• Altrettanto auspicabile risulta la riduzione dei lauti appannaggi rispetto ad ogni media dei “Parlamentari dell’€urozone” giacché gli adeguamenti non dovrebbero valere solo per la parità dei 65 anni bensì per tutti glia altre palesi incongruenze;
• Eliminazione del Quorum ai Referendum abrogativi per introdurre “per un fisiologico necessario equilibrio” anche il Referendum Propositivo! Vedonsi California ultimamente e la loro patria per antonomasia: la Svizzera.