Era facile prevedere come sarebbe andata a finire. La commedia di un Berlusconi che posa da liberale, che sciorina la sua disponibilità per le diversità, non poteva durare. E’ bastato evocare il tema giustizia per liberare i suoi spiriti animali, riportando allo scoperto la sua rivendicazione della sovranità assoluta, libera dagli impacci di qualsiasi regola. E, questa volta, non si tratta di una bislacca conversazione con i suoi simpatizzanti, condita da barzellette volgari e ingiuriose. L’attacco a testa bassa è avvenuto in una manifestazione pubblica, alla festa del Pdl a Milano. Segna, evidentemente, l’avvio della campagna elettorale berlusconiana, malgrado il voto di fiducia di qualche giorno fa. Non si spiegherebbe, infatti, questa sortita sulla strada dell’azzardo se non ci fosse alle spalle un accordo con la Lega per ottenere le elezioni anticipate. Al più presto, possibilmente sciogliendo le Camere a fine anno.
Intendiamoci: alcune affermazioni fatte dal Cavaliere sono risapute. L’attacco ai pubblici ministeri, accusati di fare “un uso politico della giustizia”, non è una novità. Ed è altrettanto noto l’obiettivo berlusconiano di disarcionare la Corte costituzionale perché “formata da giudici di sinistra”. Ma questa volta il premier è andato oltre, fino a chiedere ufficialmente una commissione d’inchiesta contro i magistrati, facendo nomi e cognomi dei pm da esporre al pubblico ludibrio. La commissione è un’ipotesi impraticabile sul piano costituzionale. Ma rivela un potere senza scrupoli, disposto a tutto pur di garantirsi l’impunità. Analoghe affermazioni sarebbero gravissime se fatte da un comune cittadino. Ma in bocca a un presidente del Consiglio aprono uno scenario devastante. Altrove, in Gran Bretagna come in Francia o in Germania, un capo del governo che dicesse queste cose, sarebbe costretto a dimettersi. Dall’indignazione popolare prima ancora che dal voto del Parlamento. Ma noi, negli anni berlusconiani, ci siamo abituati al peggio. Scivoliamo, senza accorgercene, a un livello infimo.
È chiaro che il Cavaliere non può sperare nella nascita di una Commissione d’inchiesta. Ma gioca questa proposta come arma di ricatto: per ottenere quelle leggi che servono comunque a imbavagliare i giudici, oppure, fallito questo progetto, per scaricare sugli alleati “infedeli”, gli uomini di Fini, la responsabilità della dissoluzione della maggioranza e del conseguente ricorso alle urne. Tuttavia, questo epilogo è tutt’altro che scontato. Il premier non è più il signore e padrone assoluto del centrodestra. Da tempo sbaglia i suoi calcoli. Ha sottovalutato la capacità di Fini di mettere insieme un suo gruppo, così come aveva sottovalutato la capacità di Casini di resistere restando al centro. Tutto il sistema che aveva edificato, quindi, sta entrando in crisi. Crisi politica e, al tempo stesso, dissoluzione ideologica perché si è rotto lo specchio magico che trasformava in motivi di speranza gli inganni del berlusconismo.
Agli avvertimenti del premier i collaboratori di Fini hanno risposto con un netto “no”. Confermando la loro opposizione a una riforma della giustizia che sia “punitiva nei confronti della magistratura”. E, insieme, annunciando la loro disponibilità per “una maggioranza alternativa, in grado di ritrovarsi sulla modifica della legge elettorale”. E necessaria, a questo punto, la massima chiarezza. Non sarebbe corretto, e neppure utile se ancora si confida su un rilancio del centro sinistra, partire da qui per battere la strada dei “ribaltoni”, degli “ibridi connubi”, delle “alleanze innaturali”. Però, l’intesa sulla riforma elettorale è altra cosa. Modificare la legge elettorale è compito non del governo, bensì del Parlamento. Si deve invertire, quindi, l’ordine dei fattori, contrastando la campagna di menzogne e falsità orchestrata dal premier. Nulla può impedire a una maggioranza trasversale di manifestarsi in Parlamento su questo tema, dando vita a una sorta di patto democratico. Salvo poi tornare a dividersi, nel rispetto delle differenti opzioni politiche. La legge elettorale vigente è, infatti, la peggiore possibile. Si fonda sulla cooptazione dei parlamentari a opera delle segreterie dei partiti. E, quello che forse è ancora più grave, su un premio di maggioranza che trasforma le coalizioni minoritarie in maggioritarie. Siamo dunque in presenza di una crisi delle democrazia repubblicana. Ed è in questo passaggio cruciale che si gioca il futuro dell’intera politica italiana.
NON È IN GIOCO LA DEMOCRAZIA
«Agli avvertimenti del premier i collaboratori di Fini hanno risposto con un netto “no” (paladini dell’autocrazia fascista?). Confermando la loro opposizione a una riforma della giustizia che sia “punitiva nei confronti della magistratura”. E, insieme, annunciando la loro disponibilità per “una maggioranza alternativa, in grado di ritrovarsi sulla modifica della legge elettorale”».
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Io m’immedesimo, capisco che intervenire su ogni argomento – ottimamente trattato dai signori che scrivono sul forum – con le mie ragioni (presumo che siano tali), sia un po’ fastidioso: ma perché dovrei reprimere il mio diritto d’espressione se quanto vado a leggere è certamente paradossale?
Perché una riforma della giustizia dovrebbe essere punitiva nei confronti dei magistrati se i magistrati adempiono al loro oneroso compito con solerzia ed onestà d’intenti?
Riformare non vuol significare punire. Quelli che gridano al lupo, prima che il lupo si faccia vedere, sono degli ansiosi cui manca l’obiettività di giudizio e paventano chissà quali ritorsioni perché, forse, hanno qualche agnello sulla coscienza.
Naturalmente è un’ipotesi azzardata, un’ipotesi che va respinta senz’ombra di dubbio, ma strillare là dove il Parlamento potrebbe, costituzionalmente parlando, provvedere a riformare la legge sull’ordinamento giudiziario, dà adito a sospetti che la separazione dei poteri democratici (Montesquieu) non può annoverare fra le legittimità dello Stato democratico.
Il potere legislativo fa le leggi (nell’ambito della Costituzione), gli altri due poteri devono semplicemente osservarle. Sbraitare perché il potere legislativo si accinge a modificare certi aspetti dell’organizzazione giudiziaria, non è corretto. Nessuno dei tre poteri dello Stato democratico può pretendere di essere dominante, il Parlamento è sovrano e non può essere intimidito da coloro che vorrebbero conservare privilegi di casta o abusi d’autorità (Art. 70 Costituzione).
Celestino Ferraro
Come uscire da questo ginepraio, da questo pantano in cui il popolo italiano, votando B., ha voluto infilarsi fino ad esser sommerso dalle acque putride e putrescenti di un governo incapace nel fare e nell’agire, ma solerte ed operoso nella demagogia e nell’inganno.
Gli schieramenti in campo appaiono delineati, ma siamo certi che i movimenti oggi schierati a destra e che pochi giorni orsono hanno dato una fiducia formale a B. resteranno fedeli esecutori del verbo berlusconiano?
Io non ci giurerei, prendiamo ad esempio futuro e libertà, questo mi sembra un movimento politico che gradualmente e con mille difficoltà vuole affrancarsi dal despota di arcore, costituendo l’ago della bilancia di questo governo come lo fu ghino di tacco (craxi) quando taglieggiava il caf di allora con il suo 15% di voti; fini adotta la politica dei piccoli passi, avanza e poi indietreggia, perché sa che la potenza di fuoco mediatica di B. è ancora troppo forte e può costituire una sicura minaccia che potrà essere sventata solo allorquando saranno affievolite e perderanno di consistenza le accuse contro di lui per la vicenda della casa di montecarlo.
Fini aspetta le decisioni di piazzale clodio per definire meglio la sua strategia, al momento da lucido ed assennato uomo politico qual è sa che ogni mossa sbagliata può condurlo alla sconfitta; in fondo adotta la stessa tattica adottata da B. nel “caso di casoria”, che fece finta di nulla per far passare la buriana, oggi chi si ricorda più delle sue frequentazioni con le minorenni, forse solo la ex moglie che per questo motivo chiese la separazione e fu investita dai giornali berlusconiani di accuse tremende.
Certo fini ha avuto almeno la compiacenza di presentarsi davanti ad un video e fornire la sua versione, peraltro con qualche ombra; ha comunque risposto, pur non fornendo tutti i chiarimenti, alle domande del corriere della sera, ha dimostrato insomma di poter esser considerato agli occhi della destra europea, repubblicana e legalitaria (esiste in italia questa destra?) una persona che accetta di esser messo in discussione.
Per fini è più difficile reggere l’urto delle strumentali e ribisibili campagne di stampa orchestrate dai giornali berlusconiani, perché non dispone di mezzi adeguati, avendo contro anche i suoi ex colonnelli che da ex fascisti non mollano mai l’osso.
Se vogliamo evitare la logica del tanto meglio, tanto peggio, cara a questo governo di centrodestra, dobbiamo allearci con chi ci sta, ma solo per modificare la legge elettorale, perché sia chiaro, fini rappresenta sempre la destra, una destra migliore di quella berlusconiana, ma pur sempre destra.
Anche casini potrà essere un ottimo alleato, ma come fini, solo per l’approvazione di una nuova legge elettorale, anche il ritorno al mattarellum va bene, come dice zagrebelski.
Chiudo sull’ossessione berlusconiana di poter avere una giustizia forte con i deboli e morbida con i potenti.
Non vi riuscirà, perché la commissione di inchiesta sulle c.d. toghe rosse (così B. chiama i giudici che fanno semplicemente il proprio lavoro) è una richiesta di per sé insensata, poiché minata alla radice dal colossale conflitto di interessi di un imputato che, per salvarsi, vuol mettere sotto inchiesta coloro che indagano su di lui; su questo napolitano dovrebbe intervenire per spiegare a B. l’ABC dello stato di diritto e con l’aiuto dei suoi consiglieri giuridici fornire a B. un agile bignami (visto che B. non legge la costituzione) che contenga tra gli altri, enucleato il principio della separazione dei poteri, su cui questo stesso stato di diritto ancora si regge.
Voglio sperare che B. non troverà neanche la lega nord disposta a seguirlo su questo terreno molto pericoloso, perché fosse dato seguito a quanto dice, potrebbe sfasciare del tutto le istituzioni alle quali da quindici anni ha già provveduto ad assestare colpi quasi da ko.
Il potere legislativo fa le leggi (nell’ambito della Costituzione), gli altri due poteri devono semplicemente osservarle. Sbraitare perché il potere legislativo si accinge a modificare certi aspetti dell’organizzazione giudiziaria, non è corretto. Nessuno dei tre poteri dello Stato democratico può pretendere di essere dominante, il Parlamento è sovrano e non può essere intimidito da coloro che vorrebbero conservare privilegi di casta o abusi d’autorità (Art. 70 Costituzione).
Celestino Ferraro
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Egr. sig. Ferraro,
le consta che molte delle leggi fatte dal Parlamento (potere legislativo) in questi ultimi 15 anni siano state rispettose dei Principi e dei Diritti inalienabili sanciti dalla Costituzione?
Pensi per un attimo a quel "obbrobrio giuridico" che è diventato il "patteggiamento" poi "allargato" fino ad essere snaturato al punto di consentire l' "azzeramento della condanna " e la vanificazione di una giusta pena anche per i "delitti"sia colposi sia dolosi, sia preterintenzionali e sia intenzionali!
Naturalmente tutto questo grazie a leggi inique e cavilli giuridici del lasciar passare tanto tempo- tanto il tempo è galantuomo e cancella-, ma la vittima viene ad essere del tutto ignorata e calpestata.
Si è mai chiesto chi sono coloro che beneficiano del "reato dei reati", ovvero della Prescrizione, sconosciuta in Europa e condannata dalla Corte della Giustizia Europea, e che porta molti cittadini italiani, c.a. la somma di tutti i casi restanti, a fare richiesta del "danno" subito da una giustizia italiana inefficiente e lenta , ma che favorisce maggiormente uomini politici, colletti bianchi delle diverse caste?
Spero sia informato che nel giro di 15 anni la Prescrizione è quintuplicata, e il ricorso alla Legge Pinto porta alla condanna dello stato ed al pagamento di un risarcimento per una"giustizia negata", misero contributo per coloro ai quali una Magistratura inefficiente e compiacente ha contribuito a negare giustizia provocando, oltre alla beffa, anche danni economici e morali.
Spero sia adeguatamente informato sull'identità di coloro che fanno ricorso e beneficiano della Prescrizione, il "reato dei reati", una vera e propria amnistia!
Un esempio per tutti:
http://torino.repubblica.it/cronaca/2010/04/28/news/il_pm_aveva_tremila_cause_inevase-3671417/
Un cittadino chiese ad un Pm quando si sarebbero portate a conclusione le indagini e si sarebbe avviato il processo che lo vedeva parte lesa e vittima:
-Non devo dar conto a nessuno e non sono tenuto a dirlo a nessuno: deciderò! -rispose.
E il cittadino:- Ma non vorrà lasciar passare tanto tempo per arrivare alla Prescrizione?
E il Pm:-Che male c'è; anche i processi di Berlusconi vanno in prescrizione!".
S.B. docet et impera: questo è il "cattivo esempio".
E il cittadino soccombe e subisce ingiustamente una giustizia negata.
Chi controlla la Magistratura?
Si afferma: – I magistrati sono soggetti alla Legge!"(quella dello Stato) ..Ma applicata ed esercitata dai propri simili, proprio come ai bei tempi prima della Rivoluzione francese.
Anno giudiziario 2010 :-"In realta' i magistrati non sono e non debbono essere in guerra con nessuno, ma neppure debbono fornire al pubblico questa impressione'' , perche' '' non vi e' nulla di piu' pernicioso dell'offrire a chiunque abbia interesse – e in questo paese chi sa quanti sono – a sottrarsi al doveroso controllo di legalita' della magistratura , l'apparenza di quegli elementi che servono per incrinare l'immagine e il prestigio anche sotto il profilo di quella imparzialita' e terzieta' che costituiscono il patrimonio minimo indispensabile per ottenere da parte di ogni singolo magistrato la fiducia dei cittadini''.
Ma così non è: qualcuno è un po' più uguale degli altri e sfida la magistratura sottraendosi alla legge dello Stato.
Cordialmente- maria rosa
Signora Maria Rosa, la Corte Costituzionale c’è per dirimere le questioni di legittimità costituzionale. Adire la Corte non è complicato, basta volerlo fare. Anche il CSM c’è per giudicare il comportamento di magistrati troppo semplicioni, volendo gli strumenti sono a disposizione. Anche la Corte Europea è a disposizione.
@ Celestino Ferraro
Con la “sua” lectiones non ha risposto alle mie argomentazioni in merito alla Prescrizione, alla condanna all’Italia della Corte Europea , al rimedio della Legge Pinto, e poi e poi… mi suggerisce di rivolgermi al CSM ( cosa che ho fatto) alla Corte Costituzionale, mentre un certo signor S.B. invoca per sè un *processo breve* con validità “RETROATTIVA”per conseguire l’IMPUNITA’ ASSOLUTA, provvedimento scellerato *che negherebbe a tutti gli altri cittadini una giustizia giusta, mentre noi ci scontriamo con una giustizia “inadempiente e negligente”.
Non pensa che tutti i cittadini vorrebbero ed avrebbero diritto di avere un processo in tempi ragionevoli?
Chi controlla i tempi dello svolgimento dei procedimenti affidati a questo o a quel magistrato che poi si lascia condizionare da “relazioni”… fino a concedere rinvii, dilazioni, e quant’altro per fare in modo di arrivare alla Prescrizione, il REATO dei REATI, in senso trasversale?
E tutto questo grazie all’inganno subito da molti cittadini semplici ed onesti, ma privi di cultura giuridica, che si affidano ad avvocati intrallazzatori (“se pende, rende”), capaci solo di fare parcelle, e poi si vedono beffati dal sopraggiungere della Prescrizione, dell’indulto, della richiesta di patteggiamento.
Non avevo bisogno di uno o più suggerimenti, ma avrei preferito un suo parere sull’uso improprio ed eccessivo della PRESCRIZIONE e di tutti gli altri cavilli giuridici messi a disposizione di chi delinque.
Ma tant’è : il delinquere paga. Anzi fa parte del curriculum richiesto per l’inserimento nelle liste dei coopatati in parlamento.
Grazie
maria rosa
@ Celestino Ferraro
Con la “sua” lectiones non ha risposto alle mie argomentazioni in merito alla Prescrizione, alla condanna all’Italia della Corte Europea , al rimedio della Legge Pinto, e poi e poi… mi suggerisce di rivolgermi al CSM ( cosa che ho fatto) alla Corte Costituzionale, mentre un certo signor S.B. invoca per sè un *processo breve* con validità “RETROATTIVA”per conseguire l’IMPUNITA’ ASSOLUTA, provvedimento scellerato *che negherebbe a tutti gli altri cittadini una giustizia giusta, mentre noi ci scontriamo con una giustizia “inadempiente e negligente”.
Non pensa che tutti i cittadini vorrebbero ed avrebbero diritto di avere un processo in tempi ragionevoli?
Chi controlla i tempi dello svolgimento dei procedimenti affidati a questo o a quel magistrato che poi si lascia condizionare da “relazioni”… fino a concedere rinvii, dilazioni, e quant’altro per fare in modo di arrivare alla Prescrizione, il REATO dei REATI, in senso trasversale?
E tutto questo grazie all’inganno subito da molti cittadini semplici ed onesti, ma privi di cultura giuridica, che si affidano ad avvocati intrallazzatori (“se pende, rende”), capaci solo di fare parcelle, e poi si vedono beffati dal sopraggiungere della Prescrizione, dell’indulto, della richiesta di patteggiamento.
Non avevo bisogno di uno o più suggerimenti, ma avrei preferito un suo parere sull’uso improprio ed eccessivo della PRESCRIZIONE e di tutti gli altri cavilli giuridici messi a disposizione di chi delinque.
Ma tant’è : il delinquere paga. Anzi fa parte del curriculum richiesto per l’inserimento nelle liste dei cooptati in parlamento.
Grazie
maria rosa
Signora Maria Rosa, io non sono il Legislatore, la prescrizione è l’estinzione che opera come causa estintiva del reato o della pena a seconda dei termini stabiliti dalla legge. E’ provvedimento del Parlamento. Berlusconi può poco.
Se veramente si vuole fare la Riforma della giustizia ed avere un “Processo Breve”, la PRIMA cosa da fare è quella di :-Abolire la PRESCRIZIONE.
Prescrizione non è sinonimo di assoluzione, anzi è il contrario:quando il giudice prescrive il reato, vuol dire che il reato c’è stato e l’indagato l’ha commesso,ma non può piú essere sanzionato.Il prescritto,dunque,non è un innocente: è un colpevole miracolato.E chi non vuole uscire dal processo con la scappatoia della prescrizione può rinunciarvi (come del resto all’amnistia) e chiedere di essere processato e assolto nel merito. Ma, per farlo, conviene essere innocenti.
La PRESCRIZIONE: un ABUSO, cioè un REATO!
Chi commette un reato deve poter essere raggiunto dalla giustizia sempre, la prescrizione è una truffa,è falsa democrazia, è tipica giustizia all’Italiana, è lo sfottò dei delinquenti, è l’uovo di colombo dei politici, è la manna degli avvocati intrallazzoni,è la scusa migliore del “Divo Giulio” e dell’ “homo Arcorensis”.
La prescrizione rende la magistratura debole e la espone a feroci critiche: se sei parte lesa ti nega giustizia… prescrivere un reato è il reato!
E’ ormai noto il problema dell’eccessiva durata dei procedimenti giudiziari in Italia.
La “Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali” riconosce che ogni persona ha diritto ad un’equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole.
In seguito alle numerose richieste di risarcimento presentate alla Corte europea dei
diritti dell’Uomo(CEDU) di Strasburgo,lo Stato italiano ha già subito numerose condanne,con risarcimenti di circa 15.000 euro per ogni violazione.
Dal 1998 al 2003 (5 anni)le prescrizioni si sono TRIPLICATE: da 84.000 sono diventate 240.000(Berlusconi docet!)..e dal 2003 ad oggi , con l’indulto, si sono QUINTUPLICATE.
I magistrati che si lasciano convincere dagli avvocati a concedere rinvii per arrivare alla prescrizione sono ^COMPLICI CONSAPEVOLI^ di chi dovrebbe essere da loro giudicato per i REATI commessi.
L’uso della prescrizione è sconosciuto negli altri Stati Europei : il commissario per la Giustizia la ritiene un deformazione tutta Italiana e condanna l’Italia a costanti moratorie.
Della Prescrizione ne beneficiano in gran parte, uomini politici, colletti bianchi, amministratori locali e gli Amici degli Amici, in senso TRASVERSALE!
Etica, estetica, est-etica
Una vita intera per ricercare il piacere, una goduria dell’attimo, senza limiti, neanche temporali, una vita essenzialmente estetica (Kierkegaard): è questo l’obiettivo della stragrande maggioranza degli uomini e delle donne occidentali. Una minoranza sceglie quella etica, o meglio ci prova, una vita cioè nella quale occorre confrontarsi con i concetti di bene e male, magari non sempre scegliendo il bene, ma scegliendo. Differenziandoli. Chissà, dopo aver respinto l’ondata immigrativa da sud e dal Medio Oriente (fantasia? Direi speranza seppur fantascientifica), una volta che le migliaia e migliaia di slavi e romeni si saranno integrati, che etica ci aspetta?
Forse migliore dell’attuale. “C’è qualcosa dentro di te che nessuno ti può toccare nè togliere, se tu non vuoi, si chiama speranza!” (Le ali della libertà)
Celestino Ferraro