Giulietti e Tabacci: una mozione per difendere il pluralismo dell’informazione

23 Set 2010

Un gruppo di deputati dell’opposizione, guidato da Giulietti e Tabacci, presenta un’ampia mozione per la libertà e il pluralismo dell’informazione. Rispunta il conflitto d’interesse e l’incompatibilità dell’interim di Berlusconi al ministero per lo sviluppo economico

Un gruppo di deputati dell’opposizione ha presentato un’ampia mozione per la libertà e il pluralismo dell’informazione. I primi a sottoscriverla: Giulietti (gruppo misto), Tabacci (Api), Zaccaria (Pd), Fabio Evangelisti (Idv), Rao (Udc), Nicco (misto), Gentiloni (Pd) e Beltrandi (Pr nel gruppo Pd). Ma ieri analoga mozione – ma limitata al caso Rai – era stata presentata dal gruppo finiano. Contraddizione? Contro o pro il documento del Fli? “Nessuna delle due cose”, ha messo subito le mani avanti Beppe Giulietti in conferenza stampa di presentazione della mozione: “Ci fa semmai piacere che un gruppo che si richiama alla destra non berlusconiana ma europea alzi la voce contro lo strapotere del governo in tema di informazione calpestando tutte le regole del pluralismo. E’ una iniziativa che va salutata positivamente. Si vedrà poi, in sede di discussione delle mozioni (che probabilmente saranno più di queste due), se sarà possibile, come noi auspichiamo, una integrazione dei documenti politicamente più vicini”.

Che cosa dice la mozione dei deputati dell’opposizione? Quattro gli impegni richiesti al governo:
1) dar seguito “effettivo” alle indicazioni provenienti delle organizzazioni internazionali (Ue, Consiglio d’Europa, Osce) in tema di pluralismo, concentrazioni e conflitto d’interessi;
2) “allineare più scrupolosamente la normativa nazionale in materia di informazione e di concentrazioni ai principi delle direttive di settore”;
3) garantire l’indipendenza dei servizio pubblico radiotelevisivo e “astenersi da ogni interferenza con l’indipendenza editoriale e l’autonomia istituzionale delle emittenti pubbliche secondo le indicazioni dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa”;
4) rimuovere la clamorosa incompatibilità (che si trascina ormai da 142 giorni) in cui versa il presidente del Consiglio per effetto dell’interim del ministero per lo sviluppo economico” che ha il controllo del sistema radiotelevisivo, in particolare per quanto riguarda le frequenze.

Su questi quattro punti un’analisi dettagliata di Roberto Zaccaria, che è stato presidente della Rai-tv. Mentre Bruno Tabacci ha insistito su un aspetto che sembra passare sempre più in sott’ordine: il plateale conflitto d’interessi di Berlusconi in sé, oltre che come copertura-interim dello Sviluppo economico; E Beltrandi ha dato un seguito alla questione delle indicazioni europee in materia di informazione: “Si analizzino i talk show inglesi, francesi, americani. Si faccia un paragone con i bavagli che sempre più si vogliono stringere agli analoghi confronti in Italia. Si agisca di conseguenza”.

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