Ridateci la nostra democrazia: l’adesione di Stefano Rodotà

22 Set 2010

Stefano Rodotà

Il messaggio con cui Stefano Rodotà aderisce al sit in davanti a Montecitorio per dire no al Porcellum, che ha già il sostegno di oltre 150 mila firme e l’appoggio della società civile, attraverso fondazioni, movimenti e singoli cittadini

Anche il costituzionalista Stefano Rodotà aderisce con un messaggio al sit in davanti a Montecitorio per ribadire il no al Porcellum

L’attuale legge elettorale ha contribuito in modo determinante ad accelerare drammaticamente la perversione del sistema politico-istituzionale. E’ una vicenda che conosciamo tutti. L’indicazione sulla scheda del capo della coalizione ha distorto il sistema verso la democrazia d’investitura. Le caratteristiche del premio di maggioranza spingono verso un distruttivo bipolarismo coatto. L’espropriazione del diritto degli elettori di influire sulla scelta dei rappresentanti, concentrando il potere di decisione nelle mani di pochissimi, ha formalizzato il carattere oligarchico del sistema. Tutto questo produce fatalmente corruzione e, più che trasformismo, perdita di ruolo e di dignità degli eletti/nominati. Tutto questo  avviene in un contesto caratterizzato da una ormai radicata asimmetria informativa, che riduce enormemente le possibilità per l’opinione pubblica di esercitare la propria funzione. Evapora così la sovranità popolare, il populismo trova continuo alimento e cresce la distanza cittadini e politica. Questo vuol dire che si è incrinato lo stesso processo democratico. Proprio per tornare alle condizioni di minima funzionalità democratica è indispensabile la riforma della legge elettorale. Un beneficio rispetto al quale qualsiasi costo mi sembra accettabile.

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