Per risalire dal pozzo

20 Set 2010

Adesso abbiamo toccato il fondo. Nel momento di maggior difficoltà del cavaliere l’opposizione è riuscita a tendergli una ciambella di salvataggio. Purtroppo non è la prima volta che questo accade nella storia del ventennio berlusconiano e dunque un giorno faremo bene i conti e cercheremo i perché.

Adesso abbiamo toccato il fondo. Nel momento di maggior difficoltà del cavaliere l’opposizione è riuscita a tendergli una ciambella di salvataggio. Purtroppo non è la prima volta che questo accade nella storia del ventennio berlusconiano e dunque un giorno faremo bene i conti e cercheremo i perché.

Ora non è il tempo. Chiunque abbia a cuore il nostro Paese deve fare altro, sperando che sia possibile sopravvivere un’altra volta ai veleni che ci circondano e disperatamente cercando antidoti efficaci.

In questi giorni i circoli di Libertà e Giustizia hanno ricevuto pressanti richieste di aiuto da parte di esponenti locali del Pd: diteci che fare, come indurre i nostri leader a ragionare, sono completamente fuori dalla realtà…Il territorio è in rivolta, esige spiegazioni, semplici, dirette. Arriviamo tutti alla sera sulla scia di un fastidio e insofferenza crescenti. Chi giorni orsono ha soffiato sul fuoco, ora assiste allo spettacolo mettendo puntini sulle “i” e riportando la discussione al punto di partenza. Così la cenere continua a bruciare.

Cominciamo da Veltroni e i 75. L’ex segretario rivendica alcuni momenti della storia del Pd: l’inizio al Lingotto, il 34% raggiunto alle elezioni.  Rivendica anche il programma: “democrazia decidente” , grandi riforme e riformismo. Ma i tempi non sono quelli, molto è cambiato nel panorama italiano e nei sentimenti dei cittadini che correvano alle primarie. Oggi siamo in una emergenza dalle due facce. Da una parte la drammatica situazione di un paese che ieri era più ricco, aveva più lavoro e più sicurezza. Dall’altra un assetto istituzionale sconvolto dalle incursioni di un potere assoluto. Oggi è sempre più difficile parlare di futuro a chi pensa che ieri era meglio, persino la legge elettorale, persino il senso civile, persino la dignità della politica. Difficile dire a chi è in fondo al pozzo: ti daremo un pozzo nuovo. Bisogna prima dirgli che vogliamo tutti uscire da quel pozzo, risalire a riveder le stelle.

Per questo non serve guardare indietro, al Lingotto, alla campagna elettorale durante al quale non fu pronunciato il sacro nome di Berlusconi   (ma perché, continuo a chiedermi). Oggi serve altro. Non basta dire che dal 34 si è scesi al 24: questo è soprattutto colpa della disaffezione galoppante e siamo solo agli inizi. La responsabilità è di tutto il Pd, non di uno soltanto. Siamo infatti passati dalla speranza alla disperazione.

L’unica possibilità di uscire dal pozzo è quella di uno sforzo immane e collettivo, senza fughe in avanti, senza personalismi inspiegabili. Bisogna sostituire la ricerca del potere ereditato e tramandato in decenni, con la ricerca delle nuove energie e la loro utilizzazione. Serve l’esempio di passi indietro, di generosità autentiche.

Serve che tutta l’opposizione si unisca alla società civile per una grande battaglia comune: cambiare la legge elettorale. I guasti dell’attuale ormai li conosciamo benissimo: non solo una qualunque possibilità di incidere sulla scelta del candidato che rappresenti il territorio, ma quel premio di maggioranza vero scippo della volontà popolare e che “mette a portata di mano” come hanno scritto in un appello congiunto Rino Formica e Emanuele Macaluso “la quota di voti parlamentari per l’approvazione in seconda deliberazione di riforme costituzionali secondo le convenienze dei vincitori nell’ultima competizione elettorale”.

Serve essere uniti, non inseguire la riforma più utile alla propria parte. Provateci. E se volete davvero presentare mozioni di sfiducia a  Berlusconi, prima cercate gli alleati e poi fatelo sapere: partire da soli, per essere primi, non porta al traguardo ma ti lascia per strada.

Per risalire dal pozzo serve la voglia irresistibile di rivedere il cielo. Voglia di vivere noi e di far vivere gli altri. Che bella, importante sfida sarebbe questa se davvero volessimo aiutarci a ritrovare la libertà e la giustizia che ci hanno scippato.

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