Sostiene Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia, pur non usando la parola «rottamazione» perché non le piace, che un ricambio, «anzi un cambio di passo» ci vuole. Sulla questione posta da Matteo Renzi ha scritto un editoriale sul Tirreno per dire che molti dirigenti hanno avuto tanto dal partito, adesso dovrebbero farsi da parte e dare qualcosa loro, mettendosi a disposizione del Pd.
Poi c’è la questione della legge elettorale: sul sito dell’associazione va avanti un appello con raccolta firme per cambiarla e tornare almeno a quella precedente.
Bonsanti, il Pd ha un problema di ristagno della classe dirigente?
«Da tanti anni i dirigenti sono sempre gli stessi, inamovibili. E con questa legge elettorale lo saranno sempre di più. È vero che queste persone sono state tutte animate da passione e si sono impegnate, ma hanno ricevuto moltissimo dalla politica, e adesso forse è venuto il momento che comincino a restituire qualcosa, amostrare generosità verso quel partito, facendo dei notevoli passi indietro e mettendosi a disposizione del rinnovamento del partito».
Dando spazio ad altri insomma.
«Se si va a elezioni rapidamente, magari anche con questa legge elettorale, vorrei che non ci fosse una riedizione in copia carbone di questo parlamento. Il discorso vale anche per i posti di responsabilità. Insomma questi dirigenti dovrebbero fare dei passi indietro, aiutare i più giovani a crescere per quanto ne hanno bisogno. Un partito una volta era anche un centro studi, non generico e astratto, ma il luogo dove se qualcuno voleva informarsi sull’ambiente o sull’urbanistica di un certo posto, andava a studiare. Lì si preparava poi il programma del futuro». Adesso ci sono le fondazioni. «Oppure c’è il “responsabile di” qualcosa, ma è semplicemente il nome di una persona da chiamare in tv per un dibattito o per fare una dichiarazione. Ma il radicamento di un partito si misura anche dal grado di conoscenza della realtà che il partito ha; dall’incontro con i cittadini, con le associazioni, con i sindacati, con il mondo del lavoro. Ecco, tutta questa realtà può essere studiata perfettamente e messa a frutto da coloro che finora dal partito hanno soltanto ricevuto. Diano qualcosa. In questo senso parlo di non rottamazione: vanno adoprati, sono loro che devono muoversi, togliendo il disturbo dal potere».
Massimo Cacciari dice le autorottamazioni non esistono.
«Se non fanno il passo indietro questa volta, sarà molto difficile per chiunque avere l’autorevolezza per portare cittadini a votare. Qualcuno l’esempio lo deve dare, dicendo gentilmente ‘ditemi cosa posso fare per aiutare il partito’. Ci sono molte cose da fare. Si mettano al servizio di questo partito che non esiste. Lo creino. Non c’è da dir di no o da fare i difficili; questo è beneducato, quest’altro èmaleducato: parliamo con tutti, rispettiamo soprattutto le posizioni di tutti. Inviterei a un po’ di saggezza e di rilassatezza, e anzi a ringraziare se c’è gente che si autoconvoca, che discute, che chiede rinnovamento; lo chiedono loro ma anche chi non è impegnato in politica, cioè i cittadini». I dirigenti però sono saltati sulla sedia dicendo «ma come si permette questo ragazzotto».
«Ma magari la gente si permettesse! Vorrebbe dire che ha ancora passione e voglia di politica. È meglio essere un po’ irruenti, magari dire una parola del genere— che io non avrei adoprato e infatti non adopro — che il disinteresse o il distacco. Questo è ciò che deve capire il Pd. Tutti sono dell’idea che l’opposizione ha fallito, quindi è inutile che facciamo tante sottigliezze».
La convince il Nuovo Ulivo?
«Se è fatto dai vecchi del Vecchio Ulivo no. Non è questione di formule: bisogna trovare un gruppo di giovani che non siano solo giovani, perché ci vogliono anche persone che hanno competenze e esperienze, perché il parlamento è un impegno difficile e un paio di legislature servono per essere bravi. Non è il ‘fuori tutti’, però ci vuole una percentuale notevole di rinnovamento. Ora se questo non ci sarà, non solo io ma tanti si chiederanno se andare a votare e chi votare».
Ma non è presto per Renzi e Civati per candidarsi?
«Ma lo faranno? Forse non lo sanno neanche loro. E anch’io sulle primarie ho qualche dubbio».
Il Pd non dovrebbe farle?
«Primarie che vedano tutti allo stesso livello di partenza e in condizioni simili sono molto difficili da fare. Devo dire che a Firenze le primarie del sindaco sono state abbastanza vere».
Nel Pd c’è chi le considera un modello sbagliato da non ripetere.
«Quelle sono le uniche primarie valide, le altre no. Di solito tutto è già studiato e risolto, a Firenze lo scontro è stato abbastanza acceso, ma deve essere così. Altrimenti non sono primarie, ma delle celebrazioni del candidato già scelto. Se ci sono le primarie finte io non vado più. Le parole finte della politica non convincono più nessuno. Insomma, più che ricambio ci vuole un cambio di passo».
Condivido in toto ciò che dice la Bonsanti, non avrei nulla da aggiungere a ciò che ha detto lei.
Voglio solo rafforzare alcune cose, l’opposizione non è che ha fallito, non è esistita affatto.
E poi, vorrei aggiungere che una questione morale esiste pure nel nostro PD, vedi i diversi scandali, dalla Puglia, alla Toscana, dalla Calabria alla Campania, quindi il ricambio è più che giusto.
Non solo perchè il non ricambio porta con se la corruzione e la questione morale, ma anche perchè allo stallo ed al declino dell’Italia, servono idee nuove che solo i giovani possono portare.
Infine, sottoscrivo e sottolineo in neretto, ciò che dice la Bonsanti: “Se non fanno il passo indietro questa volta, sarà molto difficile per chiunque avere l’autorevolezza per portare cittadini a votare” ed io sono uno di quelli che ha sempre votato, ma inizio a stancarmi e con me molti, molti, molti compagni e cittadini di sinistra.
UN MITO CHE VA SFATATO
E’ assurto ai fasti della celebrità ripetendo e riciclando gli stesi concetti, con le stesse parole un po’ spostate per dar loro un senso d’immediatezza.
Non è possibile fidare politicamente il nostro futuro difficile, su signori il cui unico fine è riscattarsi dell’oscura gioventù. Andrebbe autorottamato per gli anni trascorsi in politica scippando il consenso come un prestigiatore senza il cilindro.
Parlo di Vendola, astro (meteora?) fulgente dei Ds.
Celestino Ferraro
Sulla questione del passo indietro da parte della vecchia classe dirigente, per consentire un benefico cambio generazionale mi permetto di porre come spunto di riflessione quanto ha detto l’altra sera Cacciari a Radio Radicale. Cacciari ha respinto decisamente il concetto della rottamazione dirigenziale. Il partito, dice Cacciari, deve essere strutturato al centro e alla periferia in centri di formazione e conoscenza specialistica delle problematiche politiche a livello pratico. Formazione e conoscenza che devono andare nella direzione della continuità, sia pure con apertura a cogliere le novità del presente, e non della rottura indiscriminata con il passato. La continuità è data dall’apporto essenziale dei dirigenti che, abbandonato il servizio attivo politico istituzionale, con altrettanto spirito di servizio per il partito e la comunità si impegnino a trasmettere ai giovani la notevole esperienza culturale e politica acquisita sul campo.
Si ipotizza in questo modo la riapertura delle scuole di partito.
Il punto debole delle considerazioni di Cacciari è anche il punto debole dell’attuale sistema politico: mancano i partiti.
Difficile a questo punto continuare il discorso.
Franco Pischedda
Sono pienamente d’accordo che molti personaggi del P.D. si debbono fare da parte perchè hanno ottenuto tanto,ed è giusto che si mettono a disposizione del partito ,bisogna ringiovanire le prime file,di gente preparata e capace, c’è ne tantissima.
2 osservazioni :
1. Mi fa piacere (e vi ringrazio) che sia stato formulato l’appello per cambiare la legge elettorale.
Se ce la facciamo, potrò tornare a votare per le politiche..
Ma essendo residente in Toscana, propongo analoga raccolta firme per ridare a noi cittadini TOSCANI analogo diritto di eleggere i nostri “veri” rappresentanti alle elezioni regionali (giusto “presidente” Enrico Rossi..? -il quale ha ben pensato di evitare oltretutto anche le “primarie” al fine di evitare rischi..!!)
2. ROTTAMAZIONE e ricambio generazionale? E’ IL MINIMO!
Cordiali saluti