E da oggi una terza forza insidia Berlusconi

06 Ago 2010

Come era prevedibile, la mozione di sfiducia al sottosegretario Caliendo è stata respinta ma la votazione di oggi apre uno scenario nuovo negli equilibri politici e parlamentari

Dunque è andata come doveva andare: la mozione di sfiducia al sottosegretario Caliendo è stata respinta perché a votarla sono stati solo Pd e Idv, ma la maggioranza ha toccato con mano quella che sarà la sua futura odissea parlamentare. Tra il centro sinistra e il centro destra si insedia una forza robusta, che sarà in grado di mandare in minoranza il governo ogni volta che vorrà. Con buona pace delle litanie, che anche in questo caso sono risuonate a Montecitorio, sulla robustezza del governo e sui mirabolanti risultati della sua azione.
Ha ragione Pino Pisicchio, democristiano di lungo corso oggi accasato con Rutelli, che ha rivendicato in aula la riconquista dell’autonomia da parte dei parlamentari. Perché d’ora in poi nulla potrà essere dato per scontato, e per Berlusconi è un pessimo segnale. Tanto più che il dibattito ha rivelato la totale incomunicabilità tra i vari fronti. L’attacco del Pdl ai reprobi finiani è stato a testa bassa, come se fosse stato costruito per chiudere ogni spiraglio alle azioni diplomatiche che pure un governo che voglia durare dovrebbe mettere in conto.
A giudicare da questo dato, si dovrebbe dedurre che forse è vero che d’ora in poi Berlusconi non farà altro che cercare pretesti per andare alle elezioni anticipate. Ma neanche questa strada gli sarà resa facile. La parola toccherà al capo dello Stato, gli ha ricordato Franceschini. Ed è chiaro che si cercherà in ogni modo di trovare una strada che consenta di cambiare la legge elettorale e di dare alla fluidificazione delle forze in campo il tempo di coagularsi in nuovi equilibri. Tanto più che Bossi continua a manifestare ostilità per il precipitare verso le urne, che affosserebbero la legislatura e, insieme ad essa, il federalismo.
Fini, Casini e Rutelli hanno bisogno di tempo. In aula tutti hanno negato che il voto su Caliendo sia stato l’atto di nascita del “terzo polo”, ma allo stesso tempo hanno rivendicato come una grande novità politica la loro convergenza sulla decisione di astenersi. Significa che l’aggregazione deve maturare, ma anche che il percorso è già cominciato.
Berlusconi dovrà farci i conti. E non gli piacerà.

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