Napolitano: “Nella Carta gli anticorpi per i mali del Paese”

23 Lug 2010

Tutti i nodi della vita politica affrontati dal capo dello Stato: “Vedo tanto squallore, per ora, vedremo… l’importante è che si riesca a far fare alla magistratura il proprio lavoro sino in fondo”

L’occasione dell’incontro con i giornalisti per la consegna del ventaglio prima delle vacanze ha consentito al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di muovere alcuni severi richiami al governo ed in particolare al presidente del Consiglio. Dopo avere indicato “il problema numero uno” per il futuro del Paese nel lavoro e l’occupazione dei giovani, “il cui livello di inattività supera la media europea”, il presidente della Repubblica ha preso di petto alcuni nodi della vita politica italiana. Anzitutto le nomine. Scajola è stato costretto alle dimissioni da molte settimane per lo scandalo della casa pagata dalla cricca e Berlusconi ne aveva promesso l’immediata sostituzione. Ed è vacante da settimane la presidenza della Consob, lasciata da Lamberto Cardia. Non è successo nulla, per evidenti contrasti e ancor più evidenti tentativi di mercanteggiamento delle cariche. E allora il monito: “Il governo non può sottrarsi a decisioni dovute come quelle della nomina del titolare del ministero dello Sviluppo economico o del presidente della Consob”. Senza contare lo stallo parlamentare per l’elezione degli otto membri laici del Consiglio superiore della magistratura. Qui Napolitano è apparso un po’ più ottimista: si è detto “certo” che il Parlamento “stia per procedere alla dovuta elezione dei componenti” di sua competenza (due nuove adunanze sono previste per la prossima settimana).

Poi le polemiche sulle intercettazioni. Anche qui il riferimento a Berlusconi è trasparente. Intanto il presidente della Repubblica apprezza apertamente (“dando merito e non demerito alla dialettica parlamentare”) che il confronto “ha rispecchiato e teso a comporre anche molteplici contrasti emersi nell’opinione pubblica e nel Paese”. Lungo confronto, esasperante come ha sostenuto il Cavaliere? “Il tempo che può prendere l’esame di un provvedimento da parte delle Camere, anche attraverso laboriosi approfondimenti e ripensamenti”, e soprattutto “per approssimazioni successive”, “non deve considerarsi qualcosa di abnorme, uno spreco, un segno di disfunzione”. Anzi: “In tutti i paesi democratici il procedimento legislativo richiede grande attenzione e riflessività, non sopporta chiusure pregiudiziali e rigidità sui testi proposti all’esame”. Certo, “si può convenire, e si conviene largamente, sulla necessità di garantire maggiore speditezza e maggiore certezza circa l’iter dei disegni di legge e i suoi tempi di durata e conclusione”, ma mai a discapito della dialettica parlamentare.

A proposito proprio delle intercettazioni Napolitano ha voluto anche togliersi un altro sassolino dalla scarpa, riferendosi implicitamente agli insistenti, alti lai lanciati da Berlusconi a proposito della moral suasion del Quirinale (il capo dello Stato si è definito “il magistrato di persuasione”). Da parte del presidente della Repubblica “nessuna interferenza nella dialettica politica tra gli opposti schieramenti e all’interno di essi, e nessuna interferenza nell’attività del Parlamento, fatta salva la facoltà del presidente” di rinviare un provvedimento alle Camere.

Diretto e durissimo, poi, il riferimento a quanto sta saltando fuori con i nuovi scandali, le cricche, i mercimoni di cariche. “La corruzione e l’azione di squallide consorterie – ha detto scandendo bene le parole – indignano l’opinione pubblica. Si deve intervenire senza alcuna incertezza o reticenza su ogni inquinamento” pur “senza cedere a nessun gioco al massacro tra le istituzioni o nelle istituzioni”. E per fortuna, ha aggiunto Napolitano dopo la sua denuncia, “la nostra democrazia e la nostra collettività nazionale dispongono di validi anticorpi: in primo luogo la nostra capacità di reazione morale, e insieme la vitalità dei principi costituzionali e dei presidi costituiti dalle leggi ispirate a questi principi e affidati alla preziosa azione della magistratura e delle forze di polizia”. (Più tardi, conversando con i giornalisti a margine della cerimonia, ha aggiunto: “Per ora sicuramente vedo tanto squallore, e vedremo cos’altro emergerà; ma l’importante è che si riesca a far fare alla magistratura il proprio lavoro sino in fondo per accertare fatti e responsabilità”.)

Infine le riforme e gli scenari: “Servono riforme istituzionali e modifiche ben mirate della Costituzione e continuerò a sollecitarle: la Carta non impedisce ma consente e promuove interventi di forte carica innovativa”. Ma attenzione a non considerare (ennesimo, implicito riferimento alle sparate del Cavaliere che si sente “incatenato”) la Costituzione come un intoppo: “Semplificazioni eccessive e sommarie polemiche”. E quindi l’auspicio che si realizzi “un confronto costruttivo tra le forze politiche su grandi obiettivi”. Grandi obiettivi, ha detto Napolitano, e non a caso: “Non mi interessano scenari politici ipotetici di qualsiasi generale. E non c’è spazio per l’autosufficienza né per la contrapposizione totale”.

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