Quando la fiducia non c’è, il Governo va sotto

21 Lug 2010

Governo e maggioranza (oggi inesistente) sono stati battuti tre volte alla Camera nel corso della discussione del decreto legge relativo alla proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione e delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia.

Governo e maggioranza (oggi inesistente) sono stati battuti tre volte alla Camera nel corso della discussione del decreto legge relativo alla proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione e delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia. Un primo emendamento (del Pd, che esclude la natura regolamentare dei decreti per il coordinamento delle missioni) è passato con quattro voti di scarto: 258 sì e 254 no più un astenuto. Opposizione presente mediamente al 90% mentre tra le file del Pdl non hanno partecipato al voto ben 75 deputati (43 “in missione”, tra cui i ministri della Difesa La Russa, e degli Esteri Frattini; e 32 assenti) e nella Lega ci sono state nove defezioni (sei deputati formalmente in missione, e tre assenti).

A questo punto la Lega ha chiesto la sospensione della seduta per valutare gli effetti del risultato sul decreto. Messa ai voti, la richiesta è stata respinta: ancora una volta governo e maggioranza sono andati sotto. Subito dopo anche un secondo emendamento Pd (competenze di una direzione generale della Farnesina) è stato approvato, stavolta con due voti di scarto e tre astensioni.

Secco il commento del capogruppo dei Democratici, Dario Franceschini: “La maggioranza è stata battuta tre volte in aula grazie alla presenza massiccia del Pd e delle altre opposizioni. E’ sempre più evidente che riesce a stare insieme solo con i voti di fiducia. E la prossima settimana ci sono tre altri tre decreti legge prima delle intercettazioni….”.

L’assenza dall’aula di La Russa (e anche del presidente della commissione Difesa, Cirielli) è oggetto della protesta di Federica Mogherini, segretaria Pd della commissione Difesa: “Invece di usare la retorica dei ‘nostri ragazzi’, il ministro farebbe meglio ad impegnarsi nei lavori parlamentari, sui provvedimenti che riguardano le sue competenze”.

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