Nel Pdl parte la resa dei conti pensando già al dopo-Silvio

19 Lug 2010

ROMA – Di qua o di là. Mentre la prima linea dei berlusconiani è scossa dai colpi delle inchieste, lo scontro interno al Pdl è giunto all’ultimo atto. La conta è partita, bisogna schierarsi.

“Liberamente”, la corrente che riunisce alcune ministre – Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini, Stefania Prestigiacomo – insieme a vecchi volponi come Gianfranco Micciché, Franco Frattini e Mario Valducci, sta subendo in queste ore un assalto pesantissimo e i suoi componenti hanno compreso che l’alternativa ormai è tra contrattaccare o perire. Dall’altra parte del campo quelli del cosiddetto “Correntone” nero-azzurro, a cui si sono aggregate anche le due pasionarie Michela Vittoria Brambilla e Daniela Santanché, sparano infatti ogni giorno con i mortai pesanti. La Russa, Gasparri, poi Schifani, Quagliariello. Ieri, da ultimo, ci si è messo anche Fabrizio Cicchitto. Il tema formalmente è una questione per addetti ai lavori, cioè se si debba mantenere l’attuale coordinamento nazionale a tre teste – Verdini, Bondi e La Russa – oppure, come hanno suggerito quelli di Liberamente, procedere alla nomina di un coordinatore unico. In realtà, si tratta soltanto di slogan. “Gli uni e gli altri – spiega un “Virgilio” estraneo al conflitto – sanno perfettamente che Berlusconi non cambia mai nulla, a meno che non vi sia costretto con la forza. Per cui il coordinamento resterà tale e quale”. Ma allora, per cosa combattono? “La verità è che è iniziata la grande partita per il dopo-Berlusconi e ciascuno di questi generali prova a difendere quello che ha oggi in vista di quello che potrà ottenere “dopo””.

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