Siamo garantisti e non giustizialisti
Espressione usata di fronte a qualsiasi indagine giudiziaria su esponenti della maggioranza o su personalità che, pur non ricoprendo un ruolo istituzionale o politico, sono vicine alla maggioranza. L’espressione corrompe volutamente il significato di “garantismo”, inducendo a confonderlo con coperture ed omertà corporative anche di fronte a prove di comportamenti delittuosi. In questo modo si nega la possibilità stessa che la magistratura svolga il proprio ruolo: chi semplicemente chiede di far lavorare i giudici, di attendere le sentenze e di rispettarle viene accusato di “giustizialismo” e dipinto come un assatanato, mosso da livore e invidia, che vorrebbe tutti in carcere. Si giunge perfino all’esito paradossale per cui anche sentenze definitive, ovviamente motivate ed argomentate con prove, vengono accusate di essere “forcaiole” e respinte. L’esito ricercato di questa contrapposizione retorica fra sedicenti garantisti e giustizialisti, in ultima analisi, è quello di garantirsi reciprocamente l’impunità.
Quando il sedicente garantista è anche sedicente “tolleranza zero” verso gli altri, non è più credibile.