Ddl Alfano e legge Mastella: questo e quella per noi pari sono

08 Lug 2010

Redazione

Il 9 luglio, giornata del silenzio per lo sciopero proclamato dalla Fnsi, sarà la prova evidente dei danni che la Legge bavaglio può fare. Berlusconi, come previsto, parla e le sue dichiarazioni finiranno sui giornali amici che saranno in edicola.

Alla vigilia dello sciopero dell’informazione, il Presidente del Consiglio si spende in prima persona in difesa del ddl Alfano, ribattezzato Legge Bavaglio. “Ero e resto convinto che si tratti di una legge sacrosanta che ricalca un altro disegno di legge approvato con una maggioranza bulgara nel 2007 quando al governo c’era la sinistra”. Poi aggiunge: “Nessuno allora parlò di legge bavaglio, di oltraggio alla libertà e alla democrazia, ma per la sinistra democrazia e libertà esistono solo quando al governo ci sono loro”.

Il ‍ddl Alfano è figlio della legge ‍Mastella, proposta dal centrosinistra e votata alla Camera nel 2007 da tutti i partiti, con soli 9 astenuti o non partecipanti al voto (Giulietti, Grillini, Nicchi, Cannavò, Zaccaria, Carra, De Zulueta, Poletti e Caldarola) e nessun contrario su 630. Una legge, quella di Mastella, che già non ci piaceva e contro la quale LeG aveva mostrato tutto il suo dissenso. La ‍Mastella era addirittura ancora peggio dell’ultima versione dell’Alfano: vietato pubblicare, anche parzialmente o per riassunto, tutti gli atti di indagine anche se non più coperti da segreto, fino al processo (con questa è possibile riassere gli atti, almeno, a patto di non citare le intercettazioni); per i cronisti, galera fino a 30 giorni o multe fino a 100 mila euro; quanto agli atti del fascicolo del pm, top secret addirittura fino alla sentenza d’appello.

L’allergia alla libertà di stampa in Italia non risparmia né Destra, né Sinistra.

LeG, il 9 luglio, sciopera. Il sito non sarà aggiornato. Un giorno senza parole e senza notizie per capire che danni farà il Ddl Alfano contro le intercettazioni.E siccome i giornali vicini al Presidente del Consiglio e quelli di proprietà della sua famiglia saranno in edicola, e riporteranno con grandi titoli le dichiarazioni che Silvio Berlusconi va facendo sicuro di non avere argini, sarà tanto più evidente il danno.

La giornata di silenzio proclamata dalla Fnsi per il 9 luglio è sostanzialmente questo: più che uno sciopero, un’azione dimostrativa che vale quanto una pagina bianca di quotidiano o un numero speciale sul tema.

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