La manovra economica e il suo manovratore, il governo, hanno offerto e offrono uno spettacolo molto interessante.
Si poteva pensare che per una nazione rimediare 24 miliardi non fosse poi una «mission impossible»: se no cosa dovrebbe fare la Francia, che di miliardi deve tirarne fuori cento? Ma non è così: intorno a quei 24 miliardi è montato un disordine imprevedibile.
Il governo manovratore è riuscito a scontentare tutti, a provocare forti reazioni promettendo tagli alle categorie più diverse e inopportune: poliziotti, disabili, professori, che già guadagnano meno di un gatto.
Anche la vicenda dei “tagli” contiene tutta la povertà della cultura politica corrente, si gioca e si improvvisa: si annuncia per vedere come la società reagisce e ci si regola di conseguenza. Si annuncia, si smentisce, si riannuncia si rismentisce. Fino a quando qualcuno si stanca: a quel punto vale l’ultima parola detta. Il sublime è stato raggiunto con la proposta di tagliare le tradicesime a qualcuno degli statali. Era una sesquipedale idiozia, illegittima, profondamente cretina. Per due giorni i penalizzati sono rimasti muti per l’incredulità. Anzichè un taglio, sembrava un regalo. Poi è esplosa tutta la reazione e allora cosa ti fa il demiurgo? Annuncia che lui non autorizzerà mai una simile cosa, frutto di palese incompetenza. Se non ci fosse lui a salvare il paese da costoro!|
Mi viene il dubbio che sia stato tutto congegnato per arrivare al glorioso annuncio del salvatore della patria. Ma a quale spettacolo assistiamo?