IL tycoon delle televisioni ha paura dei giornali. Da San Paolo, dov’è in visita di Stato, il Presidente del Consiglio ieri ha trovato modo di attaccare gli organi d’informazione (quelli che non controlla e che non possiede, naturalmente, abituato com’è alla totale obbedienza televisiva), denunciando “una disinformazione totale e inconcepibile, da molti mesi a questa parte”. Poi ha lanciato una proposta inedita: “Bisogna fare uno sciopero dei lettori e insegnare ai giornali italiani a non prenderli in giro”.
Siamo dunque davanti ad un Premier che usa i vertici internazionali per regolare i conti domestici con il potere d’informazione, che non è ancora interamente oggetto del suo dominio, e che lo spaventa perché introduce elementi di verità e di critica nel paesaggio televisivo: dentro il quale il leader coltiva il senso comune nazionale, canale di egemonia e di consenso. In Occidente, non si è mai visto un Capo di governo impegnato ad eccitare una impossibile rivolta populista per far tacere le (poche) voci critiche che rompono il coro.