Il sistema Italia sotto la lente del Consiglio d’Europa

24 Giu 2010

L’assemblea del Consiglio d’Europa che si occupa dello stato della democrazia nei paesi aderenti, ha dedicato ben due paragrafi all’Italia criticando gli attacchi alla giustizia e alla libertà di stampa

In Italia i “continui attacchi del governo Berlusconi contro l’autorità giudiziaria mettono in pericolo il principio della separazione dei poteri e dell’indipendenza del sistema giudiziario”. Passato praticamente inosservato, questo giudizio è contenuto in una risoluzione approvata mercoledì dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, riunita nella sessione estiva. Ora, forse è l’abitudine, o addirittura l’apatia, o come dice Bersani il “conformismo” dilagante, fatto sta che questa notiziola, presente in un atto ufficiale di un organismo che rappresenta i cittadini di ben 52 Stati (Russia dell’amico Putin compresa) è sfuggita, diciamo, ai mezzi d’informazione.

Qualcuno avrà detto: la solita trippa. Eppure, ci sarà pure una ragione per cui, fuori dall’Italia, nelle organizzazioni internazionali, ci si preoccupa se i princìpi, nati sotto i lontani Lumi, sono a rischio nel nostro Paese. E così, ancora una volta, l’Assemblea del Consiglio d’Europa (sede a Strasburgo, da non confondere con l’Unione europea) si è occupata dello stato della democrazia nei paesi aderenti. È, questo, uno dei suoi compiti istituzionali, avendo come faro ispiratore il rispetto dei diritti umani. Bene, mercoledì l’aula ha approvato la relazione del socialista svizzero Andrea Gross, 58 anni, di Berna, che va sotto il titolo “Democrazia in Europa, crisi e prospettiva”.

Di questo documento, licenziato dall’aula, due paragrafi sono dedicati all’Italia. Nel paragrafo significativamente indicato con  “Molti segni di deragliamento della democrazia in Europa”, si cita l’Italia dove il sistema giudiziario è sotto attacco e dove, per di più, “il sistema dell’informazione si trova sotto una forte pressione del governo”. Sembra del tutto evidente, l’implicito riferimento allo scontro in atto sul disegno di legge per le intercettazioni. C’è anche un preciso riferimento a quanto accade nella Rai. Il documento di “meccanismi di controllo democratico da parte dei media liberi non sono garantiti” in seguito a “interventi strutturali, sulle persone e sulla programmazione”. E, se non bastasse, il quadro è completato dall’annotazione sull’”aggressività dei politici, compresi quelli che ricoprono posti di responsabilità statali, contro vari gruppi di stranieri e di rifugiati. Si tratta, commenta quasi amaramente il documento, di “fatti diventati noti”.

Va segnalato, per l’indubbio spessore, l’intervento in aula, a difesa dell’operato del governo italiano, del senatore del Pdl, Giacomo Santini. “Ma di che state parlando? Queste cose sono soltanto dei pettegolezzi (gossip) che non dovrebbero trovare spazio nell’aula del Consiglio d’Europa”.

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