Pdl, la corsa di Formigoni

15 Giu 2010

Certo che è strano: proprio mentre Berlusconi garantisce che rimarrà al suo posto fino a centocinquant’anni, si infittisce la schiera dei pretendenti al trono. Oltre a Fini e Tremonti, infatti, adesso si può aggiungere alla lista anche Formigoni

Certo che è strano: proprio mentre Berlusconi garantisce che rimarrà al suo posto fino a centocinquant’anni, si infittisce la schiera dei pretendenti al trono. Oltre a Fini e Tremonti, infatti, adesso si può aggiungere alla lista anche Formigoni. Che senso avrebbe altrimenti il recente protagonismo del governatore lombardo?

Vediamo. Formigoni è stato deteminante nella conferma alla presidenza della conferenza stato-regioni di Vasco Errani, presidente dell’Emilia Romagna ed esponente di primo piano del Pd. Dopo la vittoria del centro destra alle regionali ci si sarebbe aspettati un cambio al vertice dell’organismo, per renderlo più omogeneo alla linea del governo. E invece no: si è preferito, auspice appunto Formigoni, mantenere alla Conferenza un ruolo antagonista.

Il secondo tassello è nell’opposizione strenua che il potente governatore della Lombardia sta conducendo contro la manovra tremontiana, accusata di strangolare le regioni e di cancellare il federalismo. Formigoni non segue le vie diplomatiche: strilla quasi ogni giorno dalle pagine dei giornali. Quindi vuole che tutti sappiano, sgomita per proporsi come rivale di Tremonti nel ruolo di interlocutore privilegiato della Lega, occupa la scena da protagonista. Perché?

Evidentemente i pezzi da novanta del Pdl fiutano qualcosa: forse un indebolimento del Cavaliere, forse una disaffezione crescente dell’elettorato di centro destra. Chissà. In ogni caso la guerra tra i generali del centro destra è in pieno svolgimento, e Berlusconi sembra incapace di frenarla, occupato com’è a tentare di imbavagliare i giornalisti e a legare le mani ai magistrati. Forse è dal fronte delle indagini che può venir fuori, se la legge bavaglio non dovesse essere approvata in tempo, il colpo definitivo al Cavaliere? Il sospetto è legittimo, tanto più che Fini sembra volersi svincolare dall’accordo che avrebbe spianato il percorso della legge alla Camera. Perché se ci riuscirà forse per Berlusconi saranno guai. E allora si capisce che Formigoni voglia dire a tutti: ci sono anch’io.

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