Il governo pone la questione di fiducia sul ddl intercettazioni. Lo annuncia il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito tra le proteste dell’opposizione. La fiducia è su un maxi-emendamento che riassume il contenuto del ddl, alla luce anche delle ultime modifiche presentate dal relatore Roberto Centaro. Il voto di fiducia si terrà giovedì a partire dalle 11.30.
La Commissione Giustizia del Senato si era riunita fin dalle 9 del mattino per esaminare i 13 emendamenti presentati dal relatore Roberto Centaro al ddl intercettazioni. La seduta è servita per illustrare gli ultimi emendamenti, soltanto quelli dell’opposizione erano 50, ma nessuno è stato votato e la discussione si è spostata immediatamente in Aula. Una decisione che inasprisce ulteriormente i rapporti e, contemporaneamente, potrebbe non piacere al Colle. Senza dimenticare i vescovi che, dalle colonne dell’Avvenire, definiscono la blindatura del testo “una pratica non consigliabile in democrazia”. Berlusconi, però, non mostra cedimenti: “Il ddl è un primo passo importante, cercheremo di migliorarlo più avanti perché la privacy deve essere garantita da uno Stato di diritto”.
Colpa dell’ostruzionismo dell’opposizione, dice “con rammarico” il presidente Schifani; la scelta della fiducia ha, ovviamente, fatto salire sulle barricate le opposizioni. Anche l’Udc, oltre a Pd e Idv, annuncia voto contrario sul provvedimento. Berlusconi, nel frattempo, rilancia gli attacchi di ieri: “Solo una piccola lobby di magistrati e giornalisti è contraria alla legge sulle intercettazioni, la grandissima maggioranza italiana è stanca di non poter usare il telefono per tema di essere spiata”.
In aula
Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano segue “con attenzione” gli sviluppi del confronto in Parlamento “riservandosi di esaminarne l’esito solo quando riceverà la legge per la promulgazione”. L’opposizione ha tentato inutilmente di mettersi di traverso, e ora è sulle barricate. Pierluigi Bersani annuncia: “Dobbiamo fare una battaglia con tutte le forze che abbiamo”. Antonio Di Pietro annuncia che l’Idv promuoverà un referendum contro questa “ennesima legge vergogna”.
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L’ULTIMA MINZIONE DELL’OPPOSIZIONE
L’ORECCHIO DI DIONISO
Per le orecchie d’asino del re Mida, è diffusa a livello popolare la storiella del suo barbiere che ovviamente era a conoscenza del terribile segreto del sovrano, ma che era tenuto – sotto minaccia di morte – al più rigoroso silenzio: egli, desiderando ardentemente rivelarlo, fece una buca per terra e lì lo disse sottovoce: da quella buca nacque però un canneto, le cui canne, scosse dal vento, sparsero la notizia.
La morale è comunque che non si può mai essere sicuri che le proprie parole non vadano all’orecchio dei potenti.
Questa faccenda (bagarre parlamentare) delle intercettazioni telefoniche, unico strumento sicuro per carpire le confidenze fra scellerati che si propongono di tramare contro lo Stato e la gente perbene, mi lascia alquanto perplesso e mi domando se gli addetti alle orecchie dello Stato (un re Mida dalle orecchie d’asino), i solerti auditori delle faccende altrui, fossero impiegati per altre difficilissime incombenze, sarebbero ugualmente capaci di servire lo Stato e la collettività in ambasce, con ugual rendimento.
Resta la certezza che se gli scellerati cui dobbiamo gli intrighi delittuosi, fossero meno stupidi, non avremmo certamente notizie tali da essere utili alle indagini che il re Mida (lo Stato), si ripropone dall’ascoltazione di certe conversazioni. Allora?
La gazzarra che vorrebbe impedire la proibizione di questi ascolti origliati, è sollevata ad arte e l’opposizione diessina (BERSANICA), sollecitata da quella DIPIETRICA, agitano uno spauracchio che non può essere usato più nemmeno come spaventapasseri, poco più furbi degli astuti segugi che vogliono ascoltare, non visti né percepiti, le trame dei delitti dall’orecchio di Dioniso.
(La grotta dell’Orecchio di Dioniso, scavata nel calcare, è alta circa 23 m e larga dai 5 agli 11 m, e si sviluppa in profondità per 65 m, con un andamento ad S. La sua particolare forma ad orecchio d’asino fece coniare l’espressione Orecchio di Dionisio).
Secondo la tradizione infatti il tiranno Dionigi fece costruire la grotta dove rinchiudeva i prigionieri, e appostandosi all’interno di una cavità superiore ascoltava i loro discorsi. Grazie alla sua forma, l’Orecchio di Dionisio possiede caratteristiche acustiche tali da amplificare i suoni fino a 16 volte. Secondo alcuni la presenza della cavità posta sotto la cavea del Teatro Greco di Siracusa, favorisce l’acustica del teatro.
L’unica differenza che distinguerebbe gli origliati di oggi da quelli di Dionigi, sarebbe la prepotenza del tiranno che faceva rinchiudere nella grotta i nemici caduti nei suoi sospetti: condotti in catene e inconsapevoli d’essere intercettati anche nei sospiri. Quelli di oggi, liberi, in attesa d’essere imprigionati, per gli inciuci delittuosi confidati all’etere come le canne al vento del canneto cui il barbiere di Mida, rivelò il suo segreto.
Celestino Ferraro