Via Tasso, nonostante tutto

28 Mag 2010

Dopo la denuncia di LeG, che è pronta a raccogliere fondi per il museo storico della Liberazione, l’istituto di via Tasso mette sul tavolo i progetti per il nuovo anno. Nel segno della memoria, secondo la tradizione dell’istituto che durante l’occupazione nazista di Roma era il carcere del Comando della Polizia di sicurezza

La scure della Finanziaria si abbatte sul Museo storico della Liberazione. Libertà e Giustizia si rivolge a tutte le forze politiche che in Parlamento sono in grado di bloccare questa volgare offesa a uno dei monumenti della Resistenza più significativi della nostra storia: la palazzina di via Tasso, durante l’occupazione nazista di Roma era il carcere del Comando della Polizia di sicurezza. LeG è pronta a mobilitarsi per raccogliere fondi a favore del Museo.

Mi auguro che a qualcuno/a non sembri provocatorio il titolo premesso a questa introduzione all’elenco delle attività svolte nel 2009 e alle linee programmatiche del 2010. Esso è indicativo di uno stato di disagio che prende coloro che operano nel Museo in relazione a quanto si muove intorno a loro.
A determinarlo, in primo luogo, è la complessità delle norme amministrative e contabili per le quali, pur trovandoci ad amministrare un bilancio molto esiguo, siamo sottoposti agli stessi obblighi e procedure che si applicano nel caso di grossi enti quali l’INPS e l’INAIL: e ciò, stante la mancanza di personale amministrativo, occupa gran parte del tempo e delle energie del presidente e del segretario tesoriere, che potrebbero proficuamente applicarsi di più ad attività intellettuali e di ricerca, di comunicazione e didattiche.

In secondo luogo, vi è l’inadeguatezza del contributo statale che per l’art. 3 della legge istitutiva 14 aprile 1957, n. 277 dovrebbe garantire il funzionamento del Museo. Esso è stato ridotto, seppur di poco, anziché essere congruamente aumentato, e ne sono state modificate le modalità di erogazione e rendicontazione, per le quali al funzionamento se ne possono dedicare poco meno di 4/5. Poiché il nostro obiettivo è quello di aumentare le visite (raddoppiate in un decennio), ciò significa una crescita delle spese relative alla manutenzione, che si aggiungono ai costi fissi (condominio, riscaldamento, ascensore, energia, ecc.) dovuti all’acquisizione di nuove unità immobiliari. D’altro canto, è dal 2001 che il Museo ha un contenzioso aperto con il Ministero per i beni e le attività culturali per ottenere il rimborso di £ 15.000.000 + £ 2.500.000 di spese legali anticipati (con il consenso del Ministero) per evitare gli atti esecutivi sul Museo (e relativa chiusura) di un decreto ingiuntivo richiesto al Tribunale dal condominio per il mancato pagamento delle spese per il rifacimento della facciata del palazzo. Accertata in sede ministeriale la competenza dell’Ufficio centrale per i beni architettonici ed il paesaggio, che esercita il ruolo del proprietario, e della Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici di Roma, per sua delega, quest’ultima ha sempre opposto alle richieste un rifiuto motivato con l’inesistenza né di risorse da destinare al pagamento, né addirittura di un capitolo di bilancio al quale eventualmente attingere. Di recente, non avendo risposto alla sollecitazione ad intervenire per difetti strutturali dell’impianto elettrico (di competenza del proprietario), dopo alcuni mesi abbiamo dovuto provvedere noi stessi ad effettuare a nostre spese i lavori per 1.700,00 € e ci metteremo in lista d’attesa anche per questo rimborso.
Non c’è dubbio che, dopo quasi un decennio non privo di tensioni e di logoranti pratiche prive di qualsiasi gratificazione, è stata accumulata anche una certa stanchezza, che talora – con l’esterno, ma anche al nostro interno – può aver generato qualche malinteso e qualche incomprensione. Trovarsi sotto i riflettori o davanti ai microfoni nei momenti critici (ve ne sono stati non pochi) o in particolari ricorrenze istituzionali e poi tornare a vivere in solitudine le difficoltà della vita quotidiana, può avere anche effetti depressivi, che è possibile superare o vanificare solo perché – quotidianamente – ci sono le visite (scolastiche e non) cui far fronte o la corrispondenza – spesso dall’estero – da evadere. Questa testimonianza che ci troviamo ormai in un sistema di relazioni ampio e consolidato (e per asseverarlo basta guardare le provenienze, europee e non, dei visitatori) costituisce, infatti, il dato più confortante, che stimola a pensare ad un possibile futuro del Museo e di ciò che rappresenta, senza tuttavia avere alcuna certezza di potere migliorare la qualità dell’offerta e della proposta culturale, a partire dagli strumenti di comunicazione e dagli allestimenti.

Ciò che sentiamo come un peso particolarmente negativo è l’assenza a favore del Museo di una precisa e individuabile scelta di politica della cultura. Nessuno dei nostri interlocutori istituzionali e associativi – nazionali e locali – nella pratica quotidiana ci ha mai fatto sentire che poneva in atto delle azioni non occasionali per valorizzare la nostra funzione e le nostre iniziative.
Alcuni esempi renderanno chiaro questo discorso.
Tutta l’operazione che ha portato il Comune (su impulso del sindaco Walter Veltroni) alla realizzazione della Casa della memoria e della storia, che noi avversammo proponendo di realizzarla in Via Tasso intorno al Museo, ampliandone gli spazi e accrescendone le risorse, ci ha complicato di non poco l’esistenza. E’ diventato quasi problematico formulare pubblicamente le ipotesi di future attività del Museo perché – ve ne sono stati alcuni casi – qualcuno realizzi in tempi più brevi qualcosa di analogo presso la Casa della memoria e della storia. Ora si tratta di un incontro-dibattito, ora di una ricerca, ora di un volume, ora di un DVD. E lì (tramite Zètema, l’Istituzione Biblioteche e l’Ufficio cultura) vanno impiegate quelle risorse che il Comune di Roma dedica a questo settore della politica della cultura, senza che ne restino poi per il Museo.
Di recente abbiamo appreso dai giornali che la Provincia di Roma sta realizzando qualcosa di analogo – la Banca della Memoria – a Villa Altieri, a poca distanza da noi. A parte il fatto della contemporanea chiusura a tempo indeterminato della Biblioteca provinciale (vero serbatoio a Roma della memoria dei comuni del Lazio), nessuno ci ha fatto sapere nulla di quell’iniziativa, anche se – ad iniziativa di comuni e associazioni locali che operano con il supporto della Provincia – eravamo impegnati in attività formative per la raccolta e la valorizzazione delle memorie della guerra, della Resistenza e delle stragi nella Valle dell’Aniene e se avevamo risposto ad uno specifico bando della presidenza della Provincia per un lavoro analogo al IX Municipio.

Terzo caso – a tacerne di altri – i cosiddetti viaggi della memoria, sia quelli promossi dalla Provincia, sia quelli promossi dal Comune di Roma. Avendone, fin dai primi effettuati, constatato alcuni limiti culturali e storiografici, abbiamo chiesto, senza alcun esito, di essere coinvolti nelle attività formative che li precedono, soprattutto con/per i docenti delle scuole interessate. Questo non perché – come qualcuno pure ha sostenuto – non abbiamo rispetto della memoria ebraica, ma perché crediamo di avere titolo scientifico ed esperienza didattica per una formazione alla Shoah e agli altri stermini che sia di carattere rigorosamente storico. Ciò, per noi, significa essenzialmente tre cose: collocare le politiche di sterminio come aspetto costitutivo della storia del nazismo e della sua aggressione all’Europa, finalizzata alla costruzione del Nuovo ordine europeo; comprendere i nessi tra la deportazione ebraica e le altre deportazioni; studiare la deportazione degli ebrei romani all’interno della storia di Roma occupata e delle attività messe in atto, al riguardo, da Herbert Kappler e dal comando di polizia nazista di Via Tasso e dai fascisti collaborazionisti.
Nonostante questa situazione, crediamo che avere nel Museo storico della Liberazione un punto di riferimento istituzionale, certo e sicuro per qualità e livello scientifico, cui poter fare capo per la conoscenza del nazifascismo di ieri e di quello di oggi, continui ad essere nell’interesse di tutti. E, a tale proposito, vale la pena di ricordare anche la totale indifferenza con la quale le associazioni – tranne l’ANPPIA – hanno accolto la nostra proposta (che risale al 2008) – avanzata in accordo con Osservatorio sul razzismo e le diversità “M.G. Favara” dell’Università Roma Tre – di un’azione comune di monitoraggio permanente degli episodi di violenza e di razzismo e dei caratteri socio-culturali dei movimenti di estrema destra. Eppure, le cronache sono lì a documentare quanto ciò sia urgente ed indispensabile e come per combattere il fenomeno non ci si possa affidare unicamente sulla comprensione che di esso danno le analisi di polizia e giudiziarie. Il fenomeno ci ha riguardato da vicino, come si ricorderà: a parte l’attentato del 1999, ed altre cose di minore rilievo (scaramucce occasionali e parolaie tra tifosi di calcio, sia romanisti sia laziali, fascisti e razzisti sui muri di Via Berni), a colpire sono state soprattutto le scritte “Himmler vive” alla fine di gennaio 2008 e quelle antisioniste e negazioniste di quest’anno in occasione del giorno della memoria. Non cose da ragazzate, come si è detto, ma ben precisi messaggi politici che segnalano un’esistenza. La scritta murale offensiva, in passato, è stato il primo passo esplorativo per successivi gradini di espansione della violenza.

Di fronte a queste cose, lo abbiamo dichiarato, noi restiamo al nostro posto a compiere fino in fondo il nostro dovere di studiosi, di educatori, di cittadini politicamente liberi ed eticamente forti, che credono alla forza della ragione e non alla ragione della forza, ma che esigono che la forza della Repubblica democratica nata dalla Resistenza si eserciti contro chi stravolge i diritti di libertà per dare corpo alle minacciose idee e alle violente pratiche degli eredi del fascio e della svastica che ne sarebbero programmaticamente i distruttori, come l’Europa intera ha dovuto già tragicamente sperimentare e come non deve essere mai più. Non è solo la nostra voce di cittadini ad esigerlo, ma anche la stessa Costituzione (XII disposizione finale) e le leggi Scelba (Legge 20 giugno 1952, n. 564) e Mancino (Legge 25 giugno 1993, n. 205).
La legge istitutiva 14 aprile 1957 n. 277 afferma che “Il Museo ha per fine di assicurare al patrimonio storico nazionale la più completa ed ordinata documentazione degli eventi storici nei quali si concentrò e si svolse la lotta per la liberazione di Roma durante il periodo 8 settembre 1943 – 4 giugno 1944” e indica che “Per realizzare tale fine il Museo cura la raccolta, la conservazione e l’ordinamento di cimeli, documenti e quanto altro valga a dare testimonianza ed a diffondere la conoscenza di quel glorioso periodo”. Sono parole abbastanza scarne e prevalentemente tecniche. Ma – per la stessa professione che svolgiamo – noi sappiamo che anche il diritto positivo, così come sancito in norme legislative, ha una sua storicità e che le norme assumono significati più precisi e comprensibili se lette e interpretate alla luce dei diversi contesti sociali e culturali in cui si opera. Ora, per comprendere adeguatamente le nostre norme-guida contenute nella legge istitutiva, dobbiamo chiederci a cosa – nella società di oggi – tenda quell’opera di raccolta, conservazione e ordinamento di documentazione storica sulla lotta per la liberazione di Roma (ma anche dell’Italia e dell’Europa); in altri termini, se e per quali ragioni sia necessario impegnarsi “a dare testimonianza ed a diffondere la conoscenza di quel glorioso periodo” in cui il popolo italiano, in tutte le sue componenti partecipò – a fianco degli eserciti alleati composti da giovani di ogni continente – alla sua liberazione, riscattandosi dall’abisso dove lo aveva precipitato il fascismo e la sua criminale alleanza con il nazismo. Credo che la risposta possa essere semplice ed evidente se si tiene in mente la Costituzione della Repubblica democratica e quello che ne è il compendio più carico di significato, dal quale derivano le cose più alte che vi sono affermate. “La Repubblica – afferma infatti l’art. 2 – riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. I diritti della persona umana sono la nuova frontiera avanzata della cultura dell’antifascismo e della Resistenza, il faro che ci indica la meta per il percorso iniziato nella lotta contro il nazismo e il fascismo che dilagavano in Europa e che non si può arrestare alle dichiarazioni. Altrimenti il nostro Museo sarebbe solo un luogo di contemplazione erudita del passato e non luogo di crescita – attraverso la conoscenza scientificamente sicura – della consapevolezza storica e dell’educazione allo spirito civico e alla solidarietà sociale.
Il Museo è essenzialmente un luogo di memorie, un luogo di tutti, uomini e donne, giovani e anziani, italiani e non, intellettuali e gente semplice, che vi trovano dei servizi di documentazione e di esposizione, ma dove incessantemente – per mantenere fede alla sua stessa ragion d’essere – deve potersi svolgere con continuità e a largo raggio sia l’attività didattica scolastica, universitaria, di formazione permanente, sia l’attività di promozione della cultura in tutte le direzioni – anche artistiche, teatrali, audiovisive, musicali – in cui si articola oggi la comunicazione della memoria, sia infine l’attività di ricerca storica, antropologica e sociale, in una visione unitaria della condizione umana.
Rispetto a ciò, la considerazione di ciò che materialmente siamo può farci sentire quasi velleitari.

Qualche giorno fa, in televisione, nel corso del programma di Alberto Angela sulla memoria, abbiamo visto in molti il prof. Camillo Brezzi, presidente del comitato scientifico dell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, che illustrava le caratteristiche di quell’importante istituto culturale. Ci hanno fatto impressione le immagini che scorrevano mentre lui parlava: attrezzature, scaffali, teche ed espositori molto semplici ma moderni e ben organizzati, indice eloquente che le amministrazioni – quella del piccolo Comune, la Provincia di Arezzo, la Regione Toscana – e le banche e le fondazioni bancarie locali – in primis Monte dei Paschi e Fondazione corrispondente – hanno verso l’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano una precisa e coerente politica e lo mettono in condizione non solo di vivacchiare, ma di crescere e svilupparsi.
Rispetto a quelle immagini, il nostro allestimento del 1955-57 appariva – quanto meno – un po’ démodé.
Ritorna quindi in primo piano la questione – che avevamo iniziato ad affrontare qualche anno fa ma che è stata accantonata di fronte a tempi burocratici impossibili e a successivi più urgenti bisogni immediati – di un rinnovamento generale e di un riallestimento. Non sembri eccessivo pensare ad un’operazione che richiederà una ingentissima quantità di risorse nel momento in cui ci troviamo a fare i conti con il problema della gestione dell’esercizio finanziario in corso e della necessità di far fronte a manutenzioni che – per quanto non ordinarie – rientrano nell’usuale ciclo di vita di unità immobiliari. Se non ci poniamo ora un problema di carattere strategico e di profondo rinnovamento, cercando di convogliare intorno alla sua soluzione energie intellettuali, progettuali, imprenditoriali e amministrative che in futuro sarà problematico far convergere, abdichiamo alla responsabilità di un riallestimento che – come abbiamo a suo tempo scritto in un documento del comitato direttivo – tenga conto dello stato degli studi e delle esigenze della “comunità di Via Tasso”, quale espressa dalle componenti del comitato che regge il Museo e da ciò che più ampiamente esse rappresentano, garanzia della fedeltà ai valori della memoria resistenziale. Altrimenti, saremo costretti a passare la mano a iniziative – certamente di alto profilo – provenienti dall’interno dell’amministrazione ministeriale oppure affidate a tecnici di fiducia dei governi centrale e locali in carica.
Nostro obiettivo sarà quello di sviluppare – nel corso di un anno – gli elementi base di un’ipotesi progettuale che poi possa trovare ascolto in possibili soggetti finanziatori centrali, in primis la società ARCUS del Ministero per i beni e le attività culturali, e locali (Comune, Provincia, Regione, Camera di Commercio, Fondazione Roma) e anche internazionali. Le risorse per questo primo, piccolo, passo potrebbero essere costituite proprio dai crediti che vantiamo nei riguardi del Ministero (o Soprintendenza).

INIZIATIVE 2009

Visite guidate
Si è cercato di far fronte nella migliore maniera alla sempre notevole domanda di visite, non solo scolastiche né solo italiane, da parte di scuole, gruppi e associazioni.
Si è rivelato più complicato del previsto il problema della predisposizione di strumenti informativi (volantone e guida) e di una sorta di manualetto per insegnanti.
Una novità è costituita da visite di intere sedi di associazioni (segnatamente ANPI).

Settore documentazione: archivio, biblioteca, mediateca
Sull’archivio e sulla biblioteca sono state concentrate parte delle risorse ordinarie e alcuni residui di contributi regionali degli scorsi anni: per la mediateca si sono positivamente sviluppati contatti con l’Istituto Luce e con l’Istituto per i beni sonori ed audiovisivi per quanto riguarda la digitalizzazione dei materiali audio-video. Allo stesso modo, si è avviato un rapporto con il CNR, che dovrebbe permetterci di realizzarla gratuitamente ed anche l’accesso gratuito a GEA.
La Fondazione Ferramonti di Tarsia ha ipotizzato la proposta di trasferire in deposito presso il Museo (per renderlo più facilmente consultabile) il materiale raccolto sui luoghi di confino e di internamento civile (ex confinati e cittadini stranieri): abbiamo sospeso il tutto in attesa della risoluzione della controversia della Soprintendenza con il proprietario per l’acquisto dei locali del seminterrato, che potrebbero ospitarli..
Infine, per questo punto, è iniziata la ricognizione nelle memorie dei computer del Museo, preliminare alla redazione uniforme dei database frutto di singole ricerche, quali “Arte e Resistenza a Roma”, “Repertorio della Resistenza romana” e “Musei e luoghi della memoria dell’antifascismo, della Resistenza, della deportazione e dell’internamento”. Sarà necessario reperire apposite risorse per realizzarla e creare un apposito sito per la loro consultazione.

Promozione culturale sul territorio
Abbiamo rapporti abbastanza stretti con il gruppo di lavoro costituito all’interno dell’Ex Snia Viscosa che opera interventi di promozione e intervento socio-culturale nel Quartiere Prenestino-Pigneto e abbiamo iniziato a svilupparne con gruppi dell’Esquilino, in primis la sezione ANPI.
Ricorre la richiesta di fare visite guidate su aree della città, facendo tappa a luoghi particolarmente significativi segnati da lapidi.

Mostre
Si sono rivelate il modo migliore d’impiegare l’appartamento dell’interno 3. Vi abbiamo realizzato la mostra “La Resistenza contesa” tra aprile e giugno e “A dieci anni dall’attentato. Via Tasso, il Museo si racconta” tra novembre e gennaio 2010. I tempi e le risorse non ci hanno permesso di riprendere aggiornata la mostra “Controllo sociale e repressione nello Stato totalitario”, organizzata in collaborazione con l’Archivio di Stato il 30 ottobre 2008

Incontri culturali
Sia pure senza una cadenza regolare, suggeriti da fatti particolari, se ne sono sviluppati alcuni, tra i quali – particolarmente riusciti – quello in memoria di Vittorio Emanuele Giuntella (in occasione della riedizione del suo volume Il Nazismo e i Lager) e quello in memoria di Elvira Sabbatini Paladini in occasione del trigesimo della scomparsa. Alcun incontri – che tenevano conto di tematiche cui il Museo è particolarmente sensibile – si sono svolti presso sedi esterne ed anche fuori Roma.

Calendario

4 gennaio – Con ANED e ANPPIA, partecipazione al ricordo della cattura e della partenza dei circa 400 deportati politici romani dalla Stazione Tiburtina,

11 gennaio – Visita ufficiale di un gruppo dell’ANPI e altre associazioni di Varese, incontro con Giuseppe Mogavero

25 gennaio – In occasione del GIORNO DELLA MEMORIA 2009
1 – accoglienza di tappa presso il Museo di “Pedalando per la memoria. Memorial Settimia Spizzichino”, a cura dell’XI Municipio, con la collaborazione dei Municipi IX, X, V e I., incontro con Antonio Parisella e Giuseppe Mogavero

2 – In collaborazione con Edizioni Studium, presentazione della nuova edizione del pionieristico e magistrale volume di Vittorio Emanuele Giuntella, Il nazismo e i Lager, Edizioni Studium (Roma 2008), con Luigi Cajani (Università La Sapienza) e Antonio Parisella (Presidente del MSL)

26 gennaio – Il Museo ha ospitato la manifestazione – promossa in collaborazione tra ANPI e ANPPIA -. contro l’equiparazione tra partigiani e repubblichini (pdl 1360): interventi di Alessio D’Amato (consigliere regionale), Paolo Masini (consigliere comunale), Pierluigi Severi (ex vicesindaco), relazioni di Armando Cossutta e Giuliano Vassalli, intervento di ospitalità di Antonio Parisella (Presidente del MSL)

15 marzo – Il Museo ha ospitato l’assemblea della sezione ANED di Roma, intervento del presidente Antonio Parisella

15 marzo – “Percorsi dentro la storia della 2°Guerra Mondiale: Roma, da Via Tasso alle Fosse Ardeatine”, a cura di Idee in movimento. Illustratore e guida Giuseppe Mogavero, segretario tesoriere del Museo

21 marzo – Visita ufficiale di un gruppo dell’ANPI di Genova, incontro con Giuseppe Mogavero

16 aprile – Sala conferenze del Museo, con Osservatorio sul razzismo e le diversità “M.G. Favara” dell’Università Roma Tre, AISEA (Associazione Italiana per le Scienze tnoAntropologiche) giornata di studi: “Costruire memoria. Domande del presente e usi pubblici del passato”.Interventi di Luigi Lombardi Satriani (presidente AISEA), Antonio Parisella (presidente MSL), Vincenzo Matera (Università di Milano Bicocca), Cristiana Pipitone (“Zapruder. Storie in movimento”), Michele Colucci (EX SNIA), Francesco Pompeo (coordinatore dell’Osservatorio sul razzismo).

24 aprile – Inaugurazione della mostra documentaria “La Resistenza contesa. Memorie e rappresentazioni dell’antifascismo nei manifesti politici degli anni Sessanta e Settanta del XX secolo”, promossa dal Museo in collaborazione con Centro studi Movimenti di Parma e con la Provincia di Roma. Interventi: Cecilia D’Elia (assessore alla cultura della Provincia di Roma) e Antonio Parisella (Presidente del MSL), presenti il Gianluca Peciola (consigliere provinciale) e Umberto Gentiloni Silverj (delegato alla memoria della Provincia).

– “L’Esquilino commemora la Liberazione”, itinerario resistenziale, guidato da Giuseppe Mogavero (segretario tesoriere del Museo), tra le lapidi del quartiere, in collaborazione con il Comitato Esquilino 25 aprile, il Circolo Giustizia e Libertà, il patrocinio del I Municipio, della Camera del Lavoro e dell’ANPI, l’adesione dell’associazione Il cielo sopra Esquilino, della sezione PD, della FNISM e altre associazioni. Comitato XXV aprile dell’Esquilino.

25 aprile – 25 maggio – “La Resistenza contesa. Memorie e rappresentazioni dell’antifascismo nei manifesti politici degli anni Sessanta e Settanta del XX secolo”, mostra documentaria promossa dal Museo in collaborazione con Centro studi Movimenti di Parma e con la Provincia di Roma.

25 aprile – Accoglienza presso il Museo di “Pedalando libera/mente”, a cura Ruotalibera FIAB, incontro con Antonio Parisella e Modestino De Angelis

24 maggio – Visita ufficiale di un gruppo dell’ANPI di Prato, incontro con Giuseppe Mogavero

20 luglio – La Spezia, sala della Provincia, presentazione del libro di Carlo Spartaco Capogreco, Il piombo e l’argento. La vera storia del partigiano Facio (Donzelli, Roma 2008), con Maurizio Fiorillo (Università di Pisa), Alberto Cavaglion (Università di Firenze), Antonio Parisella (Università di Parma, presidente MSL), interventi di Marino Fiasella (Presidente della Provincia), di Antonio Bisignani, (Sindaco del Comune di Sant’Agata di Esaro) e di Paola Sisti (Assessore provinciale alla cultura)

4 agosto – Marina di Grosseto, 1 Festival Umanista, in preparazione della Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza (a Roma il 20 ottobre), seminario su “Resistenza popolare e nonviolenza”, interventi di Nello Bacaloni (ANPI Grosseto), Antonio Parisella (presidente MSL), Martina Pignatti (Un ponte per), Ismael Dawood (Movimento nonviolento dell’Irak), Stefano Manfreda (Movimento umanista)

27 settembre – “Pensando a/con Elvira”, incontro per ricordare la prof. Elvira Sabbatini Paladini, vicepresidente e direttrice del Museo, grande ufficiale al merito della Repubblica italiana nel trigesimo della scomparsa. Interventi: Vera Michelin Salomon (più giovane detenuta di Via Tasso, presidente ANED Roma), Gemma Luzzi (sezione didattica del Museo), Elide Maria Taviani (comitato direttivo del Museo), Eugenio Paladini (figlio di Elvira e di Arrigo), Introduzione e coordinamento: Antonio Parisella, presidente del Museo

9 ottobre – Associazione Ex Snia, Via Prenestina – presentazione della nuova edizione libro di Giulio Salierno, Autobiografia di un picchiatore fascista, (Minimum fax, Roma 2008), con Michele Colucci (ex SNIA), Valerio Marchi (“il manifesto”), Antonio Parisella (MSL)

15 ottobre – Campidoglio – Sala della Protomoteca, a cura dell’Ufficio Stampa del Comune e di Bené Berith, presentazione/discussione del “John Armstrong Report (Strage de La storta, Roma 4 giugno 1944) di Gian Paolo Pellizzaro: interventi di Laura Marsilio (assessore all’Istruzione del Comune di Roma), Claudio Procaccia (delegato del Sindaco per i problemi della memoria), Amedeo Osti Guerrazzi (ricercatore Fondazione Di Vittorio), Antonio Parisella (presidente MSL)

20-21 ottobre – Accoglienza di gruppi partecipanti alla Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza, a cura di collaboratori della sezione didattica

24 ottobre – Visita ufficiale di un gruppo dell’ANPI di Belluno, incontro con Giuseppe Mogavero

25 ottobre – Il Museo ha ospitato il secondo “Viaggio nella memoria” promosso dalla Sezione di Roma dell’Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione (ANCFARGL), interventi introduttivi di Antonio Parisella (presidente del Museo), Marco Lodi (presidente ANCFARGL Sez di Roma), testimonianze: Mario Mari (classe 1920) – ex combattente Gruppo di Combattimento Friuli, Orlando Masillo (classe 1920) – ex combattente Gruppo di Combattimento Legnano, Mario Bianchi (classe 1926) – ex GAP e ex Gruppo di Combattimento Friuli

27 ottobre – Casa della Memoria e della Storia, ad iniziativa del Circolo Gianni Bosio, presentazione del libro di Filippo Colombara, Vesti la giubba di battaglia. Miti, riti e simboli della guerra partigiana (DeriveApprodi, Roma 2009), con Sandro Portelli (presidente Circolo GB) e Antonio Parisella (presidente Museo SL)

6 dicembre 2009 – 17 gennaio 2010 – “A dieci anni dall’attentato. Via Tasso: il Museo si racconta. Il Museo storico della Liberazione: il sito, l’edificio, la storia.”, a cura di Alessia Glielmi, Giuseppe Mogavero, Antonio Parisella, Augusto Pompeo, Susanna Passigli.

LINEE PROGRAMMATICHE PER IL 2010

Con la situazione finanziaria che il Museo presenta, non è possibile dedicarsi ad immaginare e programmare chissà quali iniziative.

Visite guidate
Tutto lo forzo verrà posto nel far fronte nella migliore maniera alla sempre sostenuta domanda di visite, non solo scolastiche né solo italiane, da parte di scuole, gruppi e associazioni. Stiamo predisponendo nuovi strumenti informativi, dei quali vorremmo predisporre anche la versione in inglese (la promessa della Provincia di finanziare un volantone sembra essersi dissolta tra le economie di bilancio), ed abbiamo progettato un volume di guida per il quale – rispondendo ad un bando – abbiamo chiesto al Comune e alla Regione di cofinanziarci la spesa, ma fino ad ora non ne sappiamo nulla. E’ stata positivamente conclusa una convenzione di collaborazione con Institute for the International Education of Students per visite di studenti universitari USA e tirocini e stage presso il Museo.

Settore documentazione: archivio, biblioteca, mediateca
Il secondo ineliminabile settore d’intervento è quello della documentazione: sull’archivio e sulla biblioteca concentreremo parte delle risorse ordinarie nell’ambito del “progetto” che annualmente ci viene chiesto di elaborare e finanziare; per la mediateca ci dovremmo avvalere della collaborazione dell’Istituto Luce per quanto riguarda la digitalizzazione e dovremo reperire nelle economia delle risorse per la catalogazione: l’Istituto per i beni sonori ed audiovisivi ci garantisce l’assistenza; per la digitalizzazione della documentazione esposta, invece, è a buon punto il rapporto con il CNR, che dovrebbe permetterci di realizzarla gratuitamente ed anche l’accesso gratuito a GEA, il sistema di digitalizzazione degli inventari per poterli mettere in rete con “Archivi del ‘900”, il portale del Consorzio delle Biblioteche e Archivi degli Istituti culturali.
Anche in questo settore abbiamo fatto una richiesta a Comune e Regione in base ad un bando, ma il silenzio sugli esiti permane.
C’è stata da parte della Fondazione Ferramonti di Tarsia la proposta di trasferire in deposito presso il Museo (per renderlo più facilmente consultabile) il materiale raccolto sui luoghi di confino e di internamento civile (ex confinati e cittadini stranieri), ma resta sospesa in attesa della risoluzione del contenzioso per l’acquisto tra Sovrintendenza e proprietari..
Infine, per questo punto, se le condizioni finanziarie lo permetteranno, sarà necessario procedere alla redazione uniforme dei database del Museo frutto di singole ricerche, quali “Repertorio della Resistenza romana” e “Musei e luoghi della memoria dell’antifascismo, della Resistenza, della deportazione e dell’internamento”. Poi occorrerà trovarne per creare un apposito sito per la loro consultazione.

Promozione culturale sul territorio
Per il giorno della memoria il Museo è soggetto promotore – con ANED, ANEI, CEDEC, Federazione delle amicizie ebraico cristiane italiane – dell’iniziativa “Memorie d’inciampo a Roma”, per l’apposizione di Stolpersteine (sampietrini metallici) dell’artista tedesco Gunter Demnig in memoria di deportati politici e raziali e internati militari (a cura di Adachiara Zevi, organizzazione e coordinamenteo degli Incontri internazionali d’arte). L’iniziativa ha l’alto patronato del Presidente della Repubblica, il patrocinio dell’UCEI e della Comunità ebraica di Roma, il sostegno dei Municipi I, II, VI, IX, XVI, XVII.
Dovrebbe svilupparsi il rapporto con l’Associazione per la valorizzazione della memoria e della storia della Valle dell’Aniene, che fa capo al Comune di Castel Madama, attraverso il corso di formazione e l’assistenza agli operatori che dovranno raccogliere le testimonianze scritte e orali e su di esse promuovere iniziative di animazione e aggregazione dirette soprattutto ai giovani e alle scuole dell’area interessata. Il progetto è finanziato dalla Provincia di Roma.
Analoga iniziativa è volta alla realizzazione di “caposaldi culturali” nel territorio del IX Municipio sulla base dei risultati del lavoro svolto per la realizzazione del volume Memorie di quartiere, in collaborazione con gruppi, associazioni, scuole del territorio. Anche per questo progetto – che è sostenuto dal presidente del IX Municipio – abbiamo fatto una richiesta alla Provincia di Roma in base ad un bando, ma il silenzio sugli esiti permane.
Richieste di intervento non legate a specifici progetti già sono state avanzate da associazioni, scuole, biblioteche e gruppi locali, anche fuori Roma e fuori Lazio, ma sarà necessario verificarne la realizzabilità

Mostre
Proseguendo nella valorizzazione dello spazio dell’int. 3: A – dal 23 gennaio al 14 febbraio ospitiamo “Schiave di Hitler: Germania 1942-1945, prostituzione forzata nei Lager”, in collaborazione con Be Free (cooperativa sociale contro tratta, violenza e discriminazioni); B – dal 11 al 18 aprile, in collaborazione con ARCI-Viterbo, in corrispondenza con iniziative teatrali, ospitiamo la mostra “Luoghi, volti e voci della Resistenza nel Viterbese”; C – dal 25 aprile al 1 agosto, “Via Tasso, il Museo si racconta”, ripresa aggiornata e completata.
Siamo in trattativa con l’Associazione Italo-Greca e la Fondazione Cefalonia per presentare in settembre-ottobre una mostra su Cefalonia e sul Museo che ne ricorda la vicenda. Inoltre, in risposta ad una proposta dell’artista Giovanni Rubino, stiamo studiando come realizzare non solo una sua performance dal titolo “Fare Memoria”, con documentazione fotografica dei suoi interventi nei luoghi cittadini di memorie dell’antifascismo, della Resistenza, della deportazione, internamento e lavoro coatto, ma anche una piccola mostra retrospettiva che illustri la personalità dell’artista.
Abbiamo anche in programma, in collaborazione con l’ANPPIA, di riprendere aggiornata la mostra “Controllo sociale e repressione nello Stato totalitario”, organizzata in collaborazione con l’Archivio di Stato il 30 ottobre 2008

Azioni sceniche
In occasione del “giorno della memoria”, ospitiamo “Giacere sul fondo”, rappresentazione e letture su ignorati deportati siciliani, in collaborazione con TeatrArte di Palermo; l’8 marzo, giornata internazionale della donna, ospitiamo “La notte delle donne 4. – R/esistenze”, in collaborazione con Esplor/Azioni, Roma; 11 aprile, il Teatro delle condizioni avverse, Poggio Mirteto rappresenterà “Resistenza in Sabina”; 24 e 25 aprile, l’Associazione InsiemeXscelta rappresenterà “Underground: racconti paralleli”, di Gianni Santucci; autunno: è prevista la ripresa di “Morti senza sepoltura” di J.P Sartre, Associazione Ombra.

Attività musicali
Prevediamo due iniziative musicali: Auditorium dell’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi (Palazzo Antici Mattei, Via Michelangelo Caetani): “I Lagerlieder di Gino Marinuzzi”, concerto: esecuzione pianistica a quattro mani di Cinzia Facchini e Rossella Rubini; incontro con la Esquilino Young Orchestra, diretta da Moni Ovadia e successivo concerto in una piazza del Rione Esquilino.

Incontri culturali
Proseguiremo la nostra consuetudine di ricordare persone ed eventi rilevanti della Resistenza e caduti e personaggi i cui familiari donano al Museo documenti, cimeli, memorie. Ricorderemo, in collaborazione con l’ANPPIA, Sandro Pertini nel centenario della nascita e i 95 anni di Vincenzo Colella e di Claudio Cianca.
Nell’anniversario delle Ardeatine ospiteremo i familiari del maggiore Antonio Ayroldi (che ricorderemo anche il 26 aprile ad Ostuni) e ai primi di maggio dovremo incontrare i familiari del gen. Sabato Martelli Castaldi.
Inoltre, ospiteremo l’Associazione Il Melograno-Teatro delle Condizioni Avverse di Poggio Mirteto che ci donerà le registrazioni delle interviste ai partigiani della Brigata D’Ercole-Stalin e l’Arci di Viterbo che farà altrettanto con interviste di partigiani viterbesi. I due incontri saranno accompagnati da rappresentazioni teatrali e da proiezioni.
Quest’anno dedicheremo il 25 aprile anche al ricordo di Giuliano Vassalli, che avrebbe compiuto 95 anni. Ha già dato la disponibilità ad intervenire il presidente emerito della Corte Costituzionale prof. Giovanni Maria Flick.
Altri incontri li dedicheremo a presentazioni di libri: parteciperemo alla Casa della Memoria alla presentazione (ad iniziativa dell’IRSIFART) del volume Roma durante l’occupazione nazista, promuoveremo con la Fondazione Camillo Caetani e le Edizioni di Storia e Letterature la presentazione del numero speciale della rivista “Ricerche per la storia religiosa di Roma” dedicato alla presenza cattolica a Roma durante la Resistenza e riprenderemo il tema in un seminario promosso insieme con UNITALSI, incentrato su assistenza e solidarietà. Parteciperemo, inoltre, ad un convegno promosso da ANCFARGL sui militari nella Resistenza e collaboreremo con ANPPIA alla realizzazione di incontri sulla memoria dell’antifascismo del ventennio.
In autunno dovremo dedicare un incontro a Elvira Sabbatini Paladini ad un anno dalla scomparsa e riprendere la nostra iniziativa di incontri sui diritti umani e sulla memoria delle repressioni delle dittature latinoamericane, oltre che riprendere l’iniziativa su Forte Bravetta, legata al tema della pena di morte e altre iniziative sulla detenzione politica e la tortura. Un’altra iniziativa potrebbe essere la promozione di un ciclo (anche didattico) che preveda la proiezione delle puntate dell’opera televisiva di Sergio Zavoli, Nascita di una dittatura, con lezioni di professori di Storia contemporanea.
Infine – per la perdurante assenza di iniziative altrui e per la recrudescenza di atti di violenza ed incursione fascisti, xenofobi e razzisti – dovremo farci promotori noi di iniziative di conoscenza e documentazione al riguardo, magari a partire dalla situazione dell’Esquilino e aree limitrofe.

* Antonio Parisella è presidente del Museo storico della Liberazione

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