Ma che bella idea, ministro Gelmini… Veramente, il progetto non l’ha partorito lei, bensì un senatore del Pdl, il fin qui sconosciuto Giorgio Rosario Costa che da due anni l’ha depositato a Palazzo Madama, senza incontrare troppa fortuna. Ma ora Mariastella Gelmini gli dedica la sua attenzione, e le cose cambiano. Posticipare l’apertura della scuola a ottobre, lasciando ai nostri studenti quattro mesi filati di vacanza? Se ne può discutere perché è “un aiuto al settore del turismo” e “il nostro paese vive di turismo”. Non vive, si dovrebbe concludere, di studio, preparazione, rigore, quelle qualità che dovrebbero servire al processo di approfondimento educativo.
Certamente, il ministro dell’Istruzione si è consultato con la sua collega titolare del dicastero del Turismo, Michela Brambilla, che avrà dato la sua benedizione all’iniziativa. E, allora, coraggio, facciamo prosperare la cultura del tempo libero e riposare i giovani studenti, a stragrande maggioranza favorevoli, come era facile immaginare. Pazienza se si riposeranno anche i professori. Ci penserà il ministro Brunetta a scagliare i suoi strali, chiamandoli “fannulloni”. Pare tutto un reality, la messa in onda di “Striscia la notizia”. Peccato che la Gelmini non ci azzecchi con le date. Questo progetto di legge dormiva da tempo nell’archivio del Senato. Bisognava tirarlo fuori proprio ora per assicurare “vantaggi inauditi” al nostro turismo interno? Proprio sotto questi chiari di luna, mentre il governo annuncia “duri sacrifici”, anche se a metterci la faccia è il sottosegretario Letta e non il presidente del Consiglio? Ve le immaginate le famiglie, costrette a rivedere il proprio bilancio per chiudere il mese, mentre progettano scadenze diverse per andare in ferie?
Malgrado la buona volontà della Gemini, questa legge difficilmente si farà. Anzitutto, perché anche su questo si divide la maggioranza, e la Lega, questa volta, non ha tutti i torti quando reclama il federalismo “scolastico”: come si fa a estendere le stesse date a tutto il territorio nazionale quando, a fine agosto, molti lavoratori dipendenti debbono tornare in fabbrica? In secondo luogo, perchè c’è una direttiva europea che prevede 200 giorni di scuola all’anno e, allungando oltre misure le vacanze, sarebbe impossibile rispettarla. E poi, a guardar bene, il coro degli scontenti sovrasta le flebili espressioni di consenso. Con questa denuncia su tutto: dove mettiamo i figli, quando siamo al lavoro e avremo questo mese in più?
Tutte obiezioni che hanno le loro ragioni. Ma è un altro il problema centrale: sta nel fatto che la scuola, ancora una volta, sia stata messa indietro, ora anche dopo il turismo. L’ultima trovata non è soltanto grottesca. E’ rozza e incivile. Emerge sempre di più la questione dell’inadeguatezza della preparazione dei nostri ragazzi, e noi non troviamo nulla di meglio che continuare a ridurre l’offerta, diminuendo la nostra capacità competitiva e aumentando i divari sociali. E’ questa la “riforma” che il governo di destra ci propone? La scuola dei tagli, grazie a un ministro che si preoccupa soprattutto di fare cassa. La scuola degli asini, se si continua lungo questa strada. E , anziché puntare sul processo di crescita dei ragazzi, come investimento sul futuro del Paese, si pensa agli incassi delle località turistiche.
Proposta assurda . Lasciando da parte motivazioni pedagogiche di cui peraltro s’è parlato a lungo, la proposta va in senso contrario alla prassi dei maggiori paesi europei . In questi paesi ( in particolare Francia e Germania ) infatti le vacanze scolastiche di 7- 21 gg ciascuna sono ripartite nell’anno unitamente ad una differenziazione tra le varie aree regionali ( è questo che aiuta il turismo, evita ingorghi non solo di traffico ), mentre quelle estive vanno generalmente ( a seconda delle regioni più o meno a nord ) tra fine giugno e inizi-metà agosto. Inoltre non si capisce come potrebbe tale proposta garantire quel minimo di 200 gg di scuola che la CE ha disposto.
tutto assurdo- ci manca solo che il trota e l’assistente odontoiatrica facciano i ministri della pubblica istruzione che…..che oltre il sonno della ragione ,già raggiunto prima ( cioè fino a questa ultima brambillata gelminata) , è compiuto.
Abbiamo consegnato il paese sempre piu ai dementi,le classi dirigenti che dovevano evitarci tutto questo dovrebbero riflettere un po’ di più, perche sicuramente quelle di destra hanno agito contro il paese ma quelle di sinistra potevano prevedere perfettamente che questa brutta fine avrebbe fatto il nostro paese.
NON TUTTI I BAMBINI VANNO IN COSTA SMERALDA
di Daniela Del Boca 25.05.2010
In un fase difficile per le famiglie italiane come questa di alta disoccupazione e grave ristagno economico, tra gli obiettivi più importanti c’è quello di aumentare il lavoro retribuito delle donne, tra i più bassi d’Europa e senza il quale oggi le famiglie non riescono a far quadrare il bilancio. Abbiamo già commentato come i tagli dell’organico della scuola abbiano avuto un impatto negativo sull’occupazione femminile sia direttamente che indirettamente e sulla crescente difficoltà di rientro al lavoro per le mamme. Il secondo obiettivo cruciale è investire nell’istruzione a tutti i livelli, ma soprattutto nelle prime fasi del ciclo di vita dei bambini, periodo essenziale per gli esiti cognitivi futuri. I recenti rapporti internazionali e i dati Pisa mostrano che i bambini italiani vanno meno bene a scuola che in altri paesi avanzati (siamo al quartultimo posto per i risultati nei test di scienze e matematica PISA 2006, e al sestultimo per quelli di lettura) e che la spesa in istruzione pubblica è del 15-20 per cento più bassa rispetto alla media dei paesi Ocse. La proposta di riorganizzare la calendarizzazione scolastica che ritarda ulteriormente il tempo di scuola rispetto ad altri paesi Europei (per esempio sia in Francia che in Inghilterra l’anno scolastico inizia nei primi due giorni di settembre e finisce a luglio) mette in maggiori difficoltà le famiglie. Quanto meno vogliamo spendere per l’istruzione dei nostri figli? Chi beneficerà dell’incremento del tempo per gioire delle vacanze estive? Andiamo forse nella direzione di un progetto di home schooling in cui le mamme staranno a casa ad insegnare ai loro figli? Si tratterebbe di un quadro molto coerente con il progetto di ottocentizzazione del paese che esce dalle pagine del documento congiunto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e del ministero per le Pari opportunità intitolato “Italia 2020”.
http://www.lavoce.info/articoli/-300parole/pagina1001734.html
nessuno finora,nemmeno un cronista, ha capito che la notizia per posticipare l’inizio dell’anno scolastico allungando le vacanze estive ( già deleterie per gli studenti a causa della durata fin troppo lunga) serve unicamente per distrarre l’opinione pubblica dalle reali problematiche che sta vivendo la scuola, specialmente quella pubblica statale!!!!!!!!!!!!!!! quanti sanno che si rischia con i tagli anche ai bidelli di non riuscire nemmeno più a garantire l’apertura e la sorveglianza delle scuole? quanti sanno che tutte le scuole messe insieme vantano nei confronti del ministero crediti per un totale di quasi 1 milione di euro? quanti sanno che ci saranno ancora meno insegnanti mentre il numero dei discenti sta aumentando ogni anno di più? quanti sanno che non si danno ore sufficienti d’insegnanti di sostegno ai portatori di handicap? quanti sanno che le famiglie devono comprare carta igienica,colori e sapone?
quanti conoscono il mondo della scuola? nessuno…nemmeno quelli che stanno al ministero e che dietro alle parole riforma scolastica semplicemente nascondono i tagli voluti 2 anni fa da Tremonti,quello che oggi vara una finanziaria di 25 milioni di euro,quando 2 anni fa fece la famosa finanziaria d’agosto in 8 minuti in cui si prevedevano già i tagli per la scuola…quei tagli che poi la Gelmini ha chiamato riforma epocale,la più grande riforma scolastica dai tempi di Gentile… io sono una maestra,sono disgustata,arrabbiata e tanto triste…..
Nelle motivazioni addotte dall’estensore della proposta spicca per borgorismo politichese la frase che dal provvedimento verrebbero beneficiate le “regioni a vocazione balneare”. Vabbene, l’Italia è una penisola, e su questo non ci piove, ma l’estensore ha presente quante località si affacciano sul mare e quante invece, ahinoi, sono adagiate in pianura, collina, montagna? Un tempo, è vero, la scuola iniziava il 4 ottobre, giorno dedicato a San Francesco, ma da allora gli usi e i costumi sono cambiati, bisognerebbe informare il senatore Giorgio Rosario Costa e la ministra Gelmini. Allora, ne ho un vago ricordo, sui banchi scolastici c’era un buco con dentro l’inchiostro, alla parete il ritratto di Antonio Segni, le nostre mamme a maggioranza facevano le casalinghe, i bambini avevano strade libere dal traffico per trascorrere il tempo libero. Oggi, allungare di un mese le ferie scolastiche, vuol dire solo pagare un mese di meno gli insegnanti precari e mettere nei guai le mamme che lavorano e le famiglie a basso e medio reddito.