Se la scuola vale meno del turismo

25 Mag 2010

A parte la tempestività di proporre più vacanze proprio quando maggiore è la crisi, ma il vero problema è che i nostri studenti sono sempre meno preparati e qui si continua a ridurre l’offerta scolastica

Ma che bella idea, ministro Gelmini… Veramente, il progetto non l’ha partorito lei, bensì un senatore del Pdl, il fin qui sconosciuto Giorgio Rosario Costa che da due anni l’ha depositato a Palazzo Madama, senza incontrare troppa fortuna. Ma ora Mariastella Gelmini gli dedica la sua attenzione, e le cose cambiano. Posticipare l’apertura della scuola a ottobre, lasciando ai nostri studenti quattro mesi filati di vacanza? Se ne può discutere perché è “un aiuto al settore del turismo” e “il nostro paese vive di turismo”. Non vive, si dovrebbe concludere, di studio, preparazione, rigore, quelle qualità che dovrebbero servire al processo di approfondimento educativo.

Certamente, il ministro dell’Istruzione si è consultato con la sua collega titolare del dicastero del Turismo, Michela Brambilla, che avrà dato la sua benedizione all’iniziativa. E, allora, coraggio, facciamo prosperare la cultura del tempo libero e riposare i giovani studenti, a stragrande maggioranza favorevoli, come era facile immaginare. Pazienza se si riposeranno anche i professori. Ci penserà il ministro Brunetta a scagliare i suoi strali, chiamandoli “fannulloni”. Pare tutto un reality, la messa in onda di “Striscia la notizia”. Peccato che la Gelmini non ci azzecchi con le date. Questo progetto di legge dormiva da tempo nell’archivio del Senato. Bisognava tirarlo fuori proprio ora per assicurare “vantaggi inauditi” al nostro turismo interno? Proprio sotto questi chiari di luna, mentre il governo annuncia “duri sacrifici”, anche se a metterci la faccia è il sottosegretario Letta e non il  presidente del Consiglio? Ve le immaginate le famiglie, costrette a rivedere il proprio bilancio per chiudere il mese, mentre progettano scadenze diverse per andare in ferie?

Malgrado la buona volontà della Gemini, questa legge difficilmente si farà. Anzitutto, perché anche su questo si divide la maggioranza, e la Lega, questa volta, non ha tutti i torti quando reclama  il federalismo “scolastico”: come si fa a estendere le stesse date a tutto il territorio nazionale quando, a fine agosto, molti lavoratori dipendenti debbono tornare in fabbrica? In secondo luogo, perchè c’è una direttiva europea che prevede 200 giorni di scuola all’anno e, allungando oltre misure le vacanze, sarebbe impossibile rispettarla. E poi, a guardar bene, il coro degli scontenti sovrasta le flebili espressioni di consenso. Con questa denuncia su tutto: dove mettiamo i figli, quando siamo al lavoro e avremo questo mese in più?

Tutte obiezioni che hanno le loro ragioni. Ma è un altro il problema centrale: sta nel fatto che la scuola, ancora una volta, sia stata messa indietro, ora anche dopo il turismo. L’ultima trovata non è soltanto grottesca. E’ rozza e incivile. Emerge sempre di più la questione dell’inadeguatezza della preparazione dei nostri ragazzi, e noi non troviamo nulla di meglio che continuare a ridurre l’offerta, diminuendo la nostra capacità competitiva e aumentando i divari sociali. E’ questa la “riforma” che il governo di destra ci propone? La scuola dei tagli, grazie a un ministro che si preoccupa soprattutto di fare cassa. La scuola degli asini, se si continua lungo questa strada. E , anziché puntare sul processo di crescita dei ragazzi, come investimento sul futuro del Paese, si pensa agli incassi delle località turistiche.

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Leggi anche

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.