Intercettazioni, Protesta Continua

21 Mag 2010

Quando si comincia a vietare la pubblicazione di alcune notizie, poi si continua imponendo di pubblicarne altre, quelle gradite al potere. La protesta davanti a Montecitorio nel video di Rep Tv
Ecco chi sono i senatori che lavorano al ddl sulle intercettazioni

Speriamo che il fine settimana porti consiglio ai senatori impegnati nella votazione sull’inaudita legge che imbavaglierà la stampa e legherà le mani ai magistrati, quella che va sotto il nome di ddl sulle intercettazioni. La commissione di Palazzo Madama ne ha rinviato l’esame a lunedì, e dunque c’è spazio per una riflessione supplementare prima della battaglia che si svolgerà in aula.

Sull’argomento è stato detto e scritto molto, ma vale la pena di insistere. Perché nessuno di quelli che sono già contrari abbassi la guardia, e per alimentare i dubbi di chi, tra i favorevoli o i rassegnati, potrebbe convertirsi in extremis.

I finiani, ad esempio. Loro hanno chiesto che sia “rimpolpato” e approvato di gran carriera il provvedimento anticorruzione. Sono consapevoli della contraddizione? Sanno che non avrebbe senso inasprire la lotta alla corruzione dopo aver reso quasi impossibile scoprirla? Probabilmente sì, ma allora sarà bene che agiscano di conseguenza. Quel che sta accadendo è intrinseco al berlusconismo: si assicura, con gran battage pubblicitario, di star facendo una cosa mentre il realtà si fa il suo contrario. Vedi la saga della giustizia: da una parte si producono norme che inceppano e allungano i processi, poi ci si lamenta della lunghezza degli stessi, e infine si vara una legge che taglia la prescrizione. Così gli imputati illustri si salvano e il gioco è fatto.

Lo schema attuale è identico: si criminalizzano le intercettazioni, gonfiandone i numeri e il costo, si convincono i cittadini che anche le loro telefonate alla mamma vengono intercettate, poi si vara una legge per difendere la cosiddetta privacy, ed ecco che nessun caso Scajola potrà più verificarsi. E se anche ciò accadesse, nessuno lo saprebbe, nessuno potrebbe indignarsi, e insabbiare il tutto sarebbe un gioco da ragazzi.

E’ questo che vogliono i finiani? E’ questo che vuole la Lega? Forse Fini non vuole inasprire i rapporti con Berlusconi, forse Bossi pensa di ottenere in cambio il federalismo. Ma le contropartite valgono lo scambio?

Non per essere catastrofisti, ma la libertà di stampa e il diritto di cronaca sono cose serissime. Quando si comincia a vietare la pubblicazione di alcune notizie, poi si continua imponendo di pubblicarne altre, quelle gradite al potere. E a quel punto finiamo dritti al Minculpop.

E’ un’esagerazione? Lo speriamo di tutto cuore. Ma chi può, le opposizioni e anche i settori più sensibili della maggioranza, facciano quel che devono fare per scongiurarla.

Venerdì 21, alle 14, LeG protesta contro la legge bavaglio

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