La cricca, un sodalizio ben collaudato

10 Mag 2010

Per la “cricca”, ogni giorno alla sua pena. L’ultima – una sconcezza – riguarda ancora una volta due inquisiti eccellenti: quell’Angelo Balducci, ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici ora in carcere per la catena di scandali legati al G8; e quel Pasquale De Lise, presidente aggiunto del Consiglio di Stato e già presidente del Tar del Lazio.
Cominciamo dall’inizio, quando nel febbraio 2004 (secondo governo Berlusconi) con atto del ministro per i beni culturali e le attività culturali Giuliano Urbani viene costituita l’Arcus SpA, società “per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo”. Se il capitale è interamente sottoscritto dal ministero dell’economia e finanze (già nelle mani di Giulio Tremonti), l’operatività aziendale è nelle mani di Urbani e del ministro (ieri e oggi) alle Infrastrutture e trasporti Altero Matteoli, sotto processo per favoreggiamento in un altro procedimento penale, ma si mormora anche per qualcos’altro. Ebbene, sia nel 2005 che nel 2006 tra i contraenti/destinatari di fondi dell’Arcus c’è la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli cui sono affidati il restauro del palazzo di Propaganda fide in piazza di Spagna, a Roma, e la realizzazione di una pinacoteca. Questa Congregazione, che intasca per l’obiettivo la somma di cinque milioni di euro (dieci miliardi di vecchie lire), è un dicastero della curia romana dello stato del Vaticano.
Chi c’è tra i consultori della Congregazione, che vanno scelti “tra chierici o altri fedeli che si distinguono per scienza e prudenza” (art.

8 della costituzione apostolica “Pastor Bonus”)? L’anno scoperto i sei deputati radicali del gruppo Pd della Camera: guarda caso c’è Angelo Balducci, ora sospeso dalla prestigiosissima carica di “Gentiluomo” papale (sono otto in tutto), nominato su proposta del ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, che proprio in queste ore si dice estraneo a nuove accuse che lo legherebbero alla cricca di Balducci; e c’è Pasquale De Lise. Insomma un altissimo funzionario dello Stato il primo, e un altissimo magistrato amministrativo il secondo.
Ora gli interrogativi, che i radicali rivolgono a Berlusconi, e inoltre a Bondi e Matteoli, cioè i due ministri che oggi finanziano e gestiscono l’Arcus SpA. Primo: Balducci & De Lise avevano chiesto l’autorizzazione per far parte di un dicastero della santa sede, dal momento che il nuovo concordato assicura al Vaticano “assoluta e visibile indipendenza (…), sovranità indiscutibile (…), esclusiva e assoluta potestà e giurisdizione sovrana”? Secondo: nell’espletamento dei loro doveri d’ufficio (doveri d’ufficio italiani, s’intende) si sono occupati di questioni inerenti alla santa sede o enti dipendenti e collegati alla stessa? Terzo: quali sono le società che hanno realizzato i lavori per il restauro del palazzo di Propaganda Fide e per la realizzazione della pinacoteca; come queste società sono state selezionate, e da chi; e chi abbia controllato la congruità delle offerte e i lavori eseguiti? Chissà che non saltino fuori nomi già noti di architetti, ingegneri e costruttori.

Quarto: prima di concedere il lauto contributo, è stata appurata la consistenza patrimoniale di questa Congregazione? Legittima, nevvero?, la curiosità per la risposta del governo. Se e quando arriverà. Magari prima che la procura romana apra un fascicolo, “atti relativi a…”.

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