Il primo maggio per chi il lavoro non ce l’ha

30 Apr 2010

Lavoro, il testo va al Senato ma le modifiche sono parziali//E’ emerso da tempo. Ma è necessario ripeterlo. Mai l’Italia è stata così spaccata in due. Da una parte, il paese dei ricchi, che diventano sempre più ricchi, di coloro che evadono le tasse con metodo scientifico, che fanno soldi con impicci, affari, malversazioni ai danni della pubblica amministrazione e dei cittadini. E’ l’Italia delle mazzette, degli appalti truccati, delle violazioni delle regole sulla sicurezza e sulle tutele dei lavoratori, del soldo facile, dell’arrivismo, della furbizia, del disprezzo per magistrati e giornalisti che fanno onestamente il loro mestiere. Persino molti giovani, ragazze e ragazzi, adolescenti, percepiscono l’aria che tira e si guardano intorno alla ricerca del denaro o del successo facili.
Poi c’è l’altra Italia, per ora sconfitta e umiliata, che si affanna a sopravvivere nonostante si riduca sempre più il potere d’acquisto di salari e pensioni, che perde il lavoro, dipendente o autonomo, oppure non riesce mai a trovarne uno decente. L’Italia che paga le tasse, che va in ansia se il commercialista ritarda la presentazione della dichiarazione dei redditi. L’Italia che pensa che l’impegno nel lavoro e nello studio siano valori da trasmettere ai propri figli.
Libertà e Giustizia sta dalla parte di quest’ultima Italia in questo primo maggio che parla di lavoro, e oggi parlare di lavoro è il tema più scottante che si possa cercare di affrontare: lavoro che manca, lavoro precario, lavoro nero, sfruttamento che ritorna a livelli che pensavamo di aver lasciato indietro nel tempo.

Le parole chiave che ci auguriamo siano di questo primo maggio, che coincide emblematicamente con il quarantennale della nascita dello Statuto dei lavoratori, sono: diritti, istruzione, lavoro, occupazione, legalità.
Parole non di poco conto se pensiamo agli attacchi, attuali, ai principi fondamentali della Costituzione Italiana. Non poco tempo fa un ministro della Repubblica ha attaccato l’art. 1, considerato vecchio perché ha in esso la parola “lavoro”. Se gli aspiranti padri costituenti di oggi fossero veramente all’altezza di quelli di ieri dovrebbero al contrario difenderlo il principio lavorista, presente nella nostra Carta, che considera il lavoro non solo un rapporto economico e un dovere, ma un valore sociale che eleva l’individuo.
Libertà e Giustizia in tutta Italia starà a fianco dei lavoratori questo primo maggio, soprattutto a quei lavoratori che il lavoro non c’è l’hanno e a tutti gli universitari e ricercatori che soffrono per la precarietà in cui si trovano, cercando di riportare al centro del dibattito politico la centralità del lavoro come leva di sviluppo sociale, economico e civile. Pertanto anche noi del circolo “Libertà e Giustizia” Senigallia ricordiamo che l’attuale situazione economica tocca tutti quanti, notizia di oggi è che sono 5000 i disoccupati iscritti alle liste di collocamento della nostra città. Molti tra questi sono padri di famiglia rimasti improvvisamente senza lavoro. Servirà la responsabilità di tutte le forze politiche per affrontare questa crisi, che non fa sconti a nessuno, e dare risposte che favoriscano la coesione sociale e l’unità nazionale richiamate dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Auguriamo un buon primo maggio a tutti.
* Studente all’Università di Urbino e coordinatore del circolo LeG di Senigallia

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