Galli della Loggia e il Vuoto

03 Mar 2010

Non si può che esprimere soddisfazione e riconoscenza a Ernesto Galli della Loggia per il suo articolo finalmente apparso sul Corriere di oggi.
Soddisfazione: è abbastanza chiaro che il professore ha letto attentamente e meditato il manifesto “Il vuoto” di Libertà e Giustizia, pubblicato domenica 14 febbraio. Dopo la caduta del Muro e Mani pulite “è rimasto un vuoto che il Paese non è riuscito a colmare” è questa l’analisi odierna di Galli della Loggia. “Non si è affacciata sulla scena nessuna visione per l’avvenire, nessuna idea nuova, nessuna indicazione significativa, nessuna nuova energia realmente politica è scesa in campo…naturalmente il vuoto è più sensibile a destra”. Perché? Perché a suo avviso, in quell’area la storia repubblicana non ha potuto lasciare alcun “deposito” che invece “è rimasto solo nel centro-sinistra erede di un ininterrotto sessantennio di governo del Paese”.
E qui siamo costretti a dissentire: davvero il centro-sinistra ha governato per 60 anni l’Italia? Per quanti compromessi storici vi siano stati questa affermazione ci pare davvero assurda. Come dimenticare i decenni di Dc, dico di quella Dc di destra e conservatrice? Come dimenticare gli anni del Caf, di Forlani e Craxi, quello fu un governo di centro sinistra? O non piuttosto il padre di quella destra che ancora oggi ci governa, con ad esempio programmi istituzionali e sulla giustizia che molto si assomigliano?
Ma veniamo al resto dell’analisi di Galli della Loggia.

Nel suo articolo egli ammette alcune cose di fondo che noi andiamo dicendo da tempo. Che Berlusconi non ha creato un partito ma una “corte”, una “somma di rissosi potentati locali”, “rimasuglio della prima Repubblica” . Che la notte di Casoria fu un qualcosa di oscuro (lui ha definisce “famigerata”) e vergognoso, che la forza berlusconiana si fonda su “un inaudito potere mediatico-finanziario”, che il premier è estraneo alla politica “modernamente intesa”, perché la politica “non è vincere le elezioni e poi comandare” ma prima avere un’idea e poi anche “il gusto e la capacità di governare”.
Sembra quasi di leggere il famoso Economist dell’ “Unfit to lead Italy”.
Dunque riconoscenza e anche gratitudine: grazie per essersi accorto dei gravi difetti (chiamamoli così) di questa sciagura che ci “governa”. Manca ancora qualcosa di fondamentale nell’analisi di Galli della Loggia: cioè fare la somma di tutti questi difetti e trarre la conclusione che la nostra democrazia è in crisi, e lo è per responsabilità della destra che è stata descritta, ma anche per la povertà dell’opposizione, costantemente criticata negli anni da Galli della Loggia, ma solo per quel po’ che faceva, non certo per le battaglie che ignorava.
Il vuoto, insomma. Che Gustavo Zagrebelsky ha raccontato e denunciato per Libertà e Giustizia nel nostro manifesto.

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