Storie di ordinaria integrazionevideo concorso sui nuovi italiani

01 Mar 2010

Il 1° MARZO è la giornata dei migranti. LeG partecipa all’iniziativa e per contribuire a tenere alto il livello di attenzione sul problema della xenofobia, ricorda il concorso video organizzato con tanto impegno dal Circolo di Roma.
“Nuovi Italiani: storie di ordinaria integrazione” è il Concorso nazionale di cortometraggi organizzato dal Circolo di Roma di Libertà e Giustizia in collaborazione con ARCIPELAGO – Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini – che ne ospiterà i finalisti e la premiazione nel corso delle sua 18a edizione, il 23 Giugno a Roma – ed è patrocinato dalla Provincia di Roma.
Il Concorso mira a rendere visibile la buona integrazione, rivolgendosi a chiunque – filmmaker professionisti, comuni cittadini, scolaresche, membri dell’associazionismo e del volontariato – voglia testimoniare, attraverso la realizzazione di un breve video, le numerose storie di migranti integrati ed onesti – la maggioranza – di cui si parla poco perché “non fanno notizia”.
Secondo i dati della Caritas, gli immigrati in Italia sono 4.300.000. Ed è una cifra destinata ad aumentare nei prossimi anni. La maggior parte di questi uomini, donne e – sempre più spesso – minori non accompagnati, raggiungono il nostro paese per chiedere asilo. Arrivano spinti da guerre, persecuzioni etniche o personali, disastri ambientali, povertà, dittature. Arrivano per cominciare una nuova vita, alla ricerca di un’altra occasione. Ripartendo da zero. Lontani dalle loro famiglie, dalle loro case, dai loro affetti.

Da tutto ciò che avevano o erano.
Sono spesso ai margini, si muovono silenziosi, lavorano a testa bassa e senza diritti. Però portano con sé una grande dignità, oltre alla volontà e all’aspettativa di una giusta integrazione nella nostra società. E, anche, un bagaglio di saperi ed esperienze che arricchiscono culturalmente e umanamente chi ha la fortuna di incontrarli e conoscerli.
“Con questa iniziativa – spiega Massimo Marnetto, Coordinatore del Circolo di Roma di Libertà e Giustizia – stiamo cercando di incoraggiare i cittadini ad esprimere un’opinione consapevole sul tema cruciale dell’integrazione, perché crediamo che per avere un’opinione pubblica forte anche in Italia dobbiamo essere in tanti a rendere pubblica la nostra opinione. Un video è un potente strumento di espressione e di partecipazione. Un mezzo che aiuta a capire il fenomeno complesso dell’integrazione attraverso ‘testimoni oculari’ che con la loro videocamera raccontano una colf, una badante, il titolare di una piccola bottega, il collega d’ufficio o di fabbrica, lasciando loro la parola per raccontare sacrifici, speranze, valori. L’incitazione alla xenofobia è ampiamente praticata, ma siamo convinti che aumentando la conoscenza delle nostre comunità di migranti, scopriremo senza paura che stanno nascendo dei ‘nuovi italiani’”.
Tra gli obiettivi del Concorso c’è dunque anche la creazione di un archivio audiovisivo che documenti e si faccia memoria delle mille storie personali d’integrazione raccontate dai loro stessi protagonisti.
Per partecipare a “Nuovi Italiani” – che è aperto a tutti, senza distinzione di età, di professione o (ci mancherebbe altro!) di nazionalità – non è prevista alcuna tassa d’iscrizione.

È sufficiente girare un video di non più di 10 minuti – può essere un documentario, ma anche una breve fiction o un’animazione – che racconti una storia emblematica di integrazione, per poi iscriverlo dal sito web del Circolo di Roma di Libertà e Giustizia www.leg-roma.org e spedirlo entro il 16 Aprile al Festival Arcipelago, cui è affidato il supporto logistico/organizzativo del Concorso.
“Sono ormai quattro anni – chiarisce infatti Stefano Martina, direttore artistico del Festival Arcipelago – che la nostra manifestazione si occupa anche di diritti umani e diritti civili, attraverso la sezione ‘Tutti i Diritti del Mondo’. Quando i rappresentanti del circolo romano di Libertà e Giustizia ci hanno chiesto di collaborare alla creazione di un concorso video che tentasse di porre un freno alla ‘cattiva fama’ che troppo spesso, sui media italiani e nella mentalità comune, accosta la stragrande maggioranza di onesti immigrati ad una ‘minoranza rumorosa’ di criminali, abbiamo dunque accettato senza esitazioni. Questo concorso non è altro che un atto di ‘resistenza’ – forse piccolo, ma significativo – contro l’imbarbarimento nel quale la nostra vita quotidiana sta rapidamente scivolando in questi anni. È un contributo a riconoscere una meritata dignità a tutti coloro che, a prezzo di enormi sacrifici, hanno messo in gioco la propria vita e quella dei propri famigliari per inseguire un sogno nel nostro paese.


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