Legittimo impedimento: battaglia alla Camera

02 Feb 2010

Redazione

Così il Cav precetta i suoi // La battaglia sul legittimo impedimento, la legge che permetterà al premier e ai ministri di ’saltare’ le udienze penali che li vedono imputati, inizia puntuale alle 11 in Aula alla Camera e durerà meno di 24 ore: i tempi per l’esame del provvedimento sono contingentati e nel calendario dell’Assemblea il voto finale è già fissato per mercoledì mattina con le dichiarazioni di voto, dalle 11, in diretta tv. Le ore contate, tuttavia, non hanno demoralizzato Pd e Idv che hanno presentato una pioggia di emendamenti e ordini del giorno e promettono battaglia. L’Udc di Pier Ferdinando Casini, invece, come già successo in occasione del Lodo Alfano, molto probabilmente si asterrà. Dunque, al ritorno dal suo viaggio in Israele mercoledì pomeriggio, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, potrebbe trovare già approvata da un ramo del Parlamento una delle leggi pensate per evitare i processi che lo vedono imputato: nel caso specifico, il testo ’ad personam’ suggerito dal vicepresidente dei deputati Udc Michele Vietti e poi esteso, nella versione del relatore Enrico Costa, anche ai ministri. E’ una legge-ponte che resterà in vigore fino all’approvazione di un Lodo Alfano-bis costituzionale e comunque non più di 18 mesi, pensata per “consentire al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri il sereno svolgimento delle funzioni loro attribuite dalla Costituzione e dalla legge”.

E proprio queste funzioni, secondo il testo che oggi l’Aula di Montecitorio esaminerà, costituiscono legittimo impedimento a comparire alle udienze penali. La maggioranza punta anche a inserire, con un emendamento del relatore, una modifica che affidi alla presidenza del Consiglio il compito di attestare il legittimo impedimento, una sorta di autocertificazione. Il partito di Antonio di Pietro ha presentato 73 emendamenti mentre il Pd ben 200. L’Udc è invece orientata verso l’astensione: il partito di Casini, infatti, è stato il primo a proporre la “terza via” del legittimo impedimento per evitare “lo sfascio della giustizia” con il processo breve. Tuttavia, la proposta di legge Udc riguardava soltanto il premier e non i ministri.
Roberto Zaccaria (Pd) – “Neanche in tempo di guerra è prevista la sospensione della costituzione”. Così Roberto Zaccaria (Pd) punta il dito sulla gravità della normativa sul legittimo impedimento che prevede una sospensione transitoria delle disposizioni costituzionali sull’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge creando, di fatto, una prerogativa per presidente del consiglio e ministri. “Queste norme – dice – costituiscono l’introduzione di una vera e propria prerogativa dei titolari delle cariche pubbliche interessate, diretta a proteggerne lo status o la funzione. Non si tratta, quindi, di una legittima disciplina del processo, rimessa al legislatore ordinario, ma di una forma di deroga al normale esercizio della funzione giurisdizionale, che solo il legislatore costituzionale potrebbe eventualmente stabilire.

L’impedimento legittimo è, infatti, per sua natura, qualcosa di puntuale e concretamente localizzato nel tempo: una presunzione ‘ex lege’ assoluta di impedimento continuativo per un lungo periodo di tempo equivarrebbe ad una norma di status derogatoria, cioé appunto ad una prerogativa”.

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