I conti in tasca a Palazzo Chigi: 246 milioni solo per il personale

01 Feb 2010

Una inchiesta dell’Espresso aveva documentato, qualche settimana addietro, l’enorme aumento dei costi della presidenza del Consiglio: dai 3.621.000.000 del 2006 ai 4.280.000.000 dell’anno successivo ai 4.294.000.000 del 2008, e non si conoscono ancora i dati dell’anno scorso quando personale, locali, dipartimenti sono ulteriormente proliferati, al punto che sono ben diciannove, nel bilancio statale, i centri di spesa non solo di Palazzo Chigi ma anche degli uffici-corollario che dipendono sempre dalla presidenza e che hanno invaso il centro della capitale.
Ora si deve sapere (o ricordare) che l’organizzazione materiale di Palazzo Chigi è molto ramificata tra uffici dell’enorme staff personale di Berlusconi, uffici sottoposti al segretario generale, dipartimenti (in primis quello della Protezione civile, l’impero di Bertolaso) retti da sottosegretari e da dieci-ministri-dieci senza portafoglio, senza contare i numerosi comitati e commissioni dagli incerti profili e dalle ancor più incerte competenze.
Il senatore dell’Idv Elio Lannutti ha preso spunto da quell’inchiesta per fare un po’ di conti su una voce relativamente secondaria tra le gigantesche somme dilapidate in affitti di immobili, trasferte, ecc., e cioè la spesa per il personale, anche questa in costante ascesa: dai 202 milioni del 2005, a 229, a 237, a 246 del 2008. Come si spiega questa lievitazione? Crescono gli uffici e cresce il personale. Con il risultato che una cosa era l’organico originale (3.063 persone, comunque una enormità, tra 368 dirigenti e 2.695 impiegati), ed un’altra cosa quel che risulta oggi, anzi ieri (al 2008): 4.542 persone di cui – ecco il punto di scandalo – 1.600 “comandati”, vale a dire personale di altri ministeri e/o amministrazioni comunque pubbliche che allo stipendio della fonte originaria di assunzione sommano una indennità-presidenza.

Ma non è tanto la mancia aggiunta che vale, quanto il “prestigio” del passaggio alla presidenza del Consiglio sempre e solo per chiamata cioè in quanto clienti (nel senso latino di “clientes”) di questo o quel potente o semi-potente o sotto-potente.
Beh, che facciamo?, chiede Elio Lannutti (che è anche il presidente dell’ associazione di consumeristi Adusbef) in una interrogazione allo stesso presidente del Consiglio. Non ritiene egli che le somme destinate alla gestione dell’organico di Palazzo Chigi arrechi “un grave pregiudizio agli equilibri di bilancio”. E dunque “quali iniziative intende assumere per porre un freno alle spese eccessive”? Scommettiamo che Berlusconi non risponderà, né altri lo faranno per suo conto?

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