Processo Mills, lo slalom del Cavaliere

18 Gen 2010

Adesso tutti attendono la sentenza delle sezioni unite della Cassazione (il 25 febbraio) sul processo Mills. Già la settimana scorsa (Le vie della salvezza) su questo sito noi – insieme ad altri osservatori, ovviamente – avevamo segnalato che davvero il passaggio all’Alta Corte poteva essere un momento chiave anche per le responsabilità del premier, il cui processo è ripreso a Milano, ed è stato rinviato al 27 del mese venturo, proprio quando si conosceranno le decisioni della Cassazione su Mills, già condannato per corruzione in atti giudiziari a 4 anni e mezzo. Vediamo allora qual è lo stato dell’arte per il coimputato Berlusconi.Anzitutto in questi giorni si è conosciuta la composizione delle sezioni unite dell’Alta Corte che si pronuncerà su Mills (resa nota su “Il Riformista”): sono tutti giuristi e magistrati (nove) di grande sapienza ed esperienza. Nel collegio, Torquato Gemelli, primo presidente aggiunto della Cassazione, e poi, tra gli altri, Aldo Fiale, relatore, Gennaro Marasca (di Magistratura democratica), Renato Bricchetti, che seguì l’inchiesta del Banco Ambrosiano, negli anni ’80. E’ stato anche candidato nelle liste di Forza Italia alle europee del 12 giugno 1994, ed ha mancato per un soffio l’elezione nella circoscrizione Italia nord-ovest: solo a Milano città ottenne più di 7 mila voti. In quell’area furono eletti in nove per FI, tra i quali Berlusconi – ovviamente – Ombretta Colli, Boniperti, Podestà, Arroni, Malerba.

Allora, poco prima dell’avventura elettorale (“Corsera”, 6 maggio 1994), il giudice Bricchetti, certamente non una ‘toga rossa’ di quelle temute dal premier, diceva: “Vorrei occuparmi di giustizia a livello europeo. Forza Italia mi dà un’idea di efficienza, per questo mi trovo sulla stessa linea. Il giudice super partes? Certo, deve esserlo sempre. Ma questo non significa che come cittadino non possa presentarsi alle elezioni”. Speriamo bene. A febbraio, la Suprema Corte ha all’ordine del giorno la seguente questione su “Mills e altri” (così viene registrata al n.46062-2009): “Se il delitto di corruzione in atti giudiziari, sia configurabile nella forma della corruzione susseguente. Riferimenti normativi: codice penale articoli 318, 319, 319 ter”.Infatti Mills è stato condannato per corruzione con pagamento avvenuto dopo la deposizione ingiudizio, considerato reato molto discusso e addirittura inesistente per molti giuristi (anche la Cassazioneha dato giudizi discordanti). Quindi la Corte può dare alla questione risposte molto diverse e con effetti cruciali, sia per Mills, sia per il coimputato Berlusconi. Può confermare la condanna a carico dell’avvocato inglese (in questo caso il processo al premier -come corruttore- a Milano, procede: il 27 feb- braio nuova udienza). Oppure, al contrario, può assolvere pienamente Mills e dichiarare che “il reato non sussiste” (speranza e convinzione di Berlusconi e del suo legale Ghedini). Con una conseguenza ovviamente quasi tombale sul procedimento aperto contro il premier (se non c’è il corrotto, non esiste il corruttore).Infine l’Alta Corte può anche decidere – ed è forse la scelta più probabile – che la forma di corruzione susseguente non può essere configurabile e quindi il reato viene derubricato a corruzione semplice: sarebbe già caduto in prescrizione e non più perseguibile.

Nella attuale situazione processuale, invece, i termini di decadenza sono fissati a maggio 2011 e ci sarebbe il tempo per il collegio che a Milano processa il premier (presidente Francesca Vitale) di arrivare a sentenza. Comunque, non essendo…controllabili le decisioni della Corte Suprema, Berlusconi procede in sede parlamentare nell’affannosa ricerca di leggi ad personam (anzi… ad libertatem suam, secondo la nuova fantasiosa versione): al Senato mercoledi 20 saranno quasi certamente approvate le norme sul cosiddetto “processo breve”, che fulminerà subito – quando entrerà in vigore- sia la vicenda Mills, sia quella ancora aperta e in discussione (accusa di frode fiscale per il premier) su Mediaset e diritti tv. La legge dovrà comunque passare alla Camera in seconda lettura e il varo definitivo, se verranno superate le perplessità politiche e costituzionali, non è prevedibile prima di alcune settimane. E poi va in aula alla Camera (il 26 gennaio) il progetto sul “legittimo impedimento”, secondo molti altrettanto incostituzionale. Ne parleremo presto.

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