La pagella dei ministeri: Difesa il più diligente, Economia il peggiore

28 Dic 2009

Uno dei Servizi più efficienti della Camera – lo abbiamo rilevato già in altra occasione – è quello per il Controllo parlamentare. Che cosa controlla una équipe di funzionari altamente qualificati e assolutamente indipendenti com’è richiesto dallo stesso delicato compito che è loro affidato? Controlla come e quanto il governo (qualsiasi governo in carica) rispetti i deliberati del Parlamento, ed in particolare gli impegni che singoli deputati o gruppi hanno richiesto e fatto approvare dall’assemblea di Montecitorio: ordini del giorno, mozioni e risoluzioni. Premessa esplicativa ed essenziale per intendere che, in pratica, questo servizio ha incisivi strumenti per verificare periodicamente il rispetto del mandato affidato dalla Camera al governo.
E’ appena uscito, così, il rapporto in cui si fanno letteralmente le pulci ai ministeri nei diciotto mesi trascorsi dall’inizio della legislatura. Il Servizio aveva chiesto a otto ministeri (quelli più importanti, coinvolti nella gestione di leggi di propria competenza) le note, scritte, sull’attuazione di 594 mandati ricevuti dall’assemblea: che ne è stato? Come li avete applicati? Con quali risultati? Ebbene, le note pervenute a fine ottobre 2009 sono state appena 261, cioè meno della metà di quelle richieste, esattamente il 43,9 per cento.
L’amministrazione maggiormente adempiente e rispettosa del Parlamento? Il ministero della Difesa: atti di indirizzo segnalati 53, note di attuazione pervenute 43, percentuale di attuazione 81%.

Segue, ma assai distanziata, la Farnesina: il ministero degli Esteri ha trasmesso 59 note su 113 segnalazioni, pari al 52%. In pieno purgatorio due dicasteri: gli Interni e il Welfare (Lavoro, Salute, Politiche sociali). Il primo ha risposto con 62 note di attuazione su 138 atti di indirizzo segnalati dal Servizio (45%), il secondo con 88 note su 255 atti segnalati (35%). Altri quattro ministeri sono letteralmente all’inferno, per il desolante disprezzo nei confronti dei voti di indirizzo della Camera. Cominciamo con il ministero per i Rapporti con le regioni: gli erano stati segnalati, per chiederne il seguito, 47 atti di indirizzo, le risposte sono state appena 9, percentuale di attuazione 19%. Ancora più bassa la percentuale di risposte del ministero delle Infrastrutture e Trasporti: 12%, come risultato di 25 risposte appena a ben 210 segnalazioni. Segue a ruota, ad un girone più basso, il ministero dell’Ambiente: il Servizio della Camera aveva chiesto lumi sulla sorte di 110 atti di indirizzo, ma le risposte sono state 12, appena l’11%. E questo è ancora grasso che cola in rapporto alla disastrosa performance del ministero dell’Economia. Com’è noto il ministro Giulio Tremonti si è sempre distinto per l’ossequio nei confronti del Parlamento. Ne ha dato ennesima prova allo scrutinio del Servizio per il Controllo parlamentare: gli erano stati segnalati 537 tra ordini del giorno, mozioni e risoluzioni, le note di attuazione spedite alla Camera in diciotto mesi sono state 13 (tredici), percentuale di attuazione 2%.

Una vergogna.

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